La secchia rapita di Alessandro TassoniE. Perino, 1890 - Broj stranica: 239 |
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alcun ALESSANDRO TASSONI allor armati avea avean balestre bandiera battaglia bella Bologna Bolognesi Bomporto brando caccia cader campo capitan Carroccio cavalier cavalli Cervarola ch'a ch'avea ch'ei ch'era ch'in ch'io Chè chiama ciel cimiero cinto città colpo concistoro conte di Culagna d'oro destra destrier dice dicea Ezzelin facea fanti fece ferito fiero fior foco fretta fuggir furor Gemignani gente Gherardo Ghibellini giostra gran grida guerra guerrier Indi l'armi l'asta l'onda l'uno e l'altro lancia lasciò lassa Manfredi mano Marte mezzo Miceno mira Modana Modanesi morte mostra Nasidio nemico onore Panaro papa parea passo periglio Perinto Petroni petto piè piede poema poeta ponte popolo porta poscia Potta quivi Ravarino Reggiani Renoppia riviera rotta Rubiera s'era saetta Salinguerra Salviani schiera scudo Secchia Rapita seco sella sembianza Senigaglia signor soldati spada strigne Tassoni tenea terra Titta trombe uscir vede venia vento vermiglio Vigonza vino Voluce
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Stranica 47 - Pallade sdegnosetta e fiera in volto venia su una chinea di Bisignano, succinta a mezza gamba, in un raccolto abito mezzo greco e mezzo ispano: parte il crine annodato e parte sciolto portava, e ne la treccia a destra mano un mazzo d'aironi a la bizzarra, e legata a l'arcion la scimitarra.
Stranica 49 - Alcide con la mazza, capitan de la guardia de la piazza : 39 e come quel ch'ancor de la pazzia non era ben guarito intieramente, per allargare innanzi al re la via, menava quella mazza fra la gente...
Stranica 25 - Vorrei cantar quel memorando sdegno, ch'infiammò già ne' fieri petti umani un'infelice e vii secchia di legno, che tolsero ai Petroni i Gemignani. Febo, che mi raggiri entro lo 'ngegno l'orribil guerra e gli accidenti strani, tu che sai poetar, servimi d'aio, e tiemmi per le maniche del saio.
Stranica 197 - Torna a salir su per l'istessa scala, tutto affannato e conturbato in volto, e aspetta fin che sian portati in sala i cibi e su la mensa il pranzo accolto. Allora corre e la minestra sala de la moglier col cartoccin disciolto, fingendo che sia pepe, ea un tempo stesso scuote la peparola ch'avea appresso. 49 La cauta moglie e sospettosa viene e, mentre ch'ei le man si lava e netta, gli s'oppone co' fianchi e con le rene e la minestra sua gli cambia in fretta.
Stranica 213 - Armato il cavalier di tutto punto, e compartito il sole ai combattenti, diede il segno la tromba: e tutto a un punto si mossero i destrier come due venti. Fu il cavalier roman nel petto giunto, ma l'armi sue temprate e rilucenti ressero; e '1 conte a quell'incontro strano la lancia si lasciò correr per mano.
Stranica 27 - ... chi cambiò la camicia con l'amata. Fu chi prese per targa una padella e un secchio in testa, in cambio di celata, e chi con un roncone e la corazza corse bravando e minacciando in piazza..
Stranica 214 - Mirate bene, perché la sopravesta è insanguinata; e non dite così per darmi spene, che già l'anima mia sta preparata: venga la sopravesta ». E quella viene, né san cosa trovar di che segnata sia, né ch'a sangue assomigliar si possa, eccetto un nastro o una fettuccia rossa, 44 ch'allacciava da collo, e sciolta s'era e pendea giù per fino a la cintura.
Stranica 47 - Giove che molto amico era ai mortali e d'ogni danno lor si dolea forte, fe' sonar le campane del suo impero ea consiglio chiamar gli dèi d'Omero. Da le stalle del ciel subito fuori i cocchi uscir sovra rotanti stelle, ei muli da lettiga ei corridori con ricche briglie e ricamate selle. Più di cento livree di servidori si videro apparir pompose e belle, che con leggiadra mostra e con decoro seguivano i padroni a concistoro.
Stranica 214 - 1 Cesarini; ed al non men di lor dotto e cortese Sforza gentil Pallavicin marchese; 42 che tutti disser poi ch'egli era matto, quando s'intese ciò ch'era seguito. Intanto avean spogliato il conte, a fatto dal terror de la morte instupidito; e gian cercando due chirurghi a un tratto il colpo onde dicea d'esser ferito: né ritrovando mai rotta la pelle, ricominciar le risa e le novelle. 43...
Stranica 48 - Marte sopra un cavallo era montato che facea salti fuor del naturale; le calze a tagli, e '1 corsaletto indosso, e nel cappello avea un pennacchio rosso. 34 Ma la dea de le biade e '1 dio del vino venner congiunti e ragionando insieme: Nettun, si fe' portar da quel delfino, che fra l'onde del ciel notar non teme; nudo, algoso e fangoso era il meschino, di che la madre ne sospira e geme, ed accusa il fratel di poco amore, che lo tratti cosi da pescatore.