Supplimento a'vocabolarj italiani, Opseg 4Stampería di G. Bernardoni di Gio, 1855 |
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Popularni odlomci
Stranica 314 - Vedi 1' erbetta, i fiori e gli arbuscelli, Che qui la terra sol da sé produce. Mentre che vegnan lieti gli occhi belli, Che lagrimando a te venir mi fenno, Seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più, né mio cenno. Libero, dritto e sano è tuo arbitrio, E fallo fora non fare a suo senno ; Perch' io te sopra te corono e mitrio.
Stranica 97 - Giovin Signore, oa te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue Purissimo celeste, o in te del sangue Emendino il difetto i compri onori E le adunate in terra o in mar ricchezze 5 Dal genitor frugale in pochi lustri, Me Precettor d'amabil Rito ascolta.
Stranica 28 - ... contado, nel quale (lasciando star le castella, che simili erano nella loro piccolezza alla città) per le sparte ville e per...
Stranica 327 - Imbandir ne' tuoi scritti eterno cibo Ai semplici palati; e se' maestro Di coloro che mostran di sapere, Tu appresta al mio Signor leggiadri...
Stranica 254 - Con tutto ciò viveva allegramente, Né mai troppo pensoso o tristo stava. Era assai ben voluto dalla gente; Di quei signor di corte ognun l'amava; Ch'era faceto e capitoli a mente D'orinali e d'anguille recitava E certe altre sue magre poesie Ch'eran tenute strane bizzarrie.
Stranica 123 - 1 verde terreno Del barbarico sangue si dipinga? Vano error vi lusinga ; Poco vedete , e parvi veder molto ; Che 'n cor venale amor cercate o fede. Qual più gente possedè , Colui è più da
Stranica 360 - L' alta cittade edificai, di belle Ampie mura la cinsi, e di securi Baluardi; e tu, Febo, alle selvose Idée pendici pascolavi intanto Le cornigere mandre. Ma condotta Dalle grate Ore del servir la fine, Ne frodò la mercede il re crudele, E minaccioso ne scacciò, giurando Che te di lacci avvinto e mani e piedi In isola remota avria venduto , E mozze inoltre ad ambeduo l
Stranica 468 - O frate, issa vegg'io, diss'egli, il nodo Che il Notaio, e Guittone, e me ritenne Di qua dal dolce stil nuovo ch' i' odo. Io veggio ben come le vostre penne Diretro al dittator sen vanno strette ; Che delle nostre certo non avvenne. E qual più a gradire oltre si mette , Non vede più dall'uno all'altro stilo: E quasi contentato si tacette.
Stranica 487 - E siccome colui eh' è cieco degli occhi sensibili va sempre, secondo che gli altri , giudicando il male e '1 bene ; così quelli ch'ò cieco del lume della discrezione sempre va nel suo giudicio secondo il grido o diritto o falso. Onde qualunque ora lo guidatore è cieco conviene che esso e quello anche cieco eh' a lui s'appoggia vengano a mal fine.
Stranica 278 - Quella mest' ombra, e alla sua scorta dietro Con volto s' avviò pensoso e basso ; Di ritroso fanciul tenendo il metro, Quando la madre a' suoi trastulli il fura, Che il piè va lento innanzi, e l'occhio indietro. Già di sua veste rugiadosa e scura Copria la notte il mondo, allor che diero Quei duo le spalle alle Romulee mura.