Tratta il nostro Poeta in questo primo canto, come egli ascese verso il primo Cielo; ed essendogli nati alcuai dubbj, essi gli furono da Beatrice dichiarati.
di colui, che tutto muove,
Per l'universo penetra, e risplende
In una parte più, e meno altrove.
Nel Ciel, che più della sua luce prende,
Fu' io, e vidi cose, che ridire
Nè sa, nè può qual di lassù discende:
Perchè appressando se al suo disire,
Nostro intelletto si profonda tanto
Che retro la memoria non può ire.
Veramente quant' io del regno santo
Nella mia mente potei far tesoro,
Sarà ora materia del mio canto.
O buono Apollo, all' ultimo lavoro
Fammi del tuo valor sì fatto vaso,
Come dimanda dar l' amato alloro.
Insino a qui l' un giogo di Parnaso
Assai mi fu: má or con amendue
M' è uopo entrar nell'aringo rimaşə..
Entra nel petto mio, e spira tue,