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suna citazione sommaria mai; nessun arbitrio mai di omissione che possa interpretarsi come acquiescenza agli abusi di certi bibliografi, le opere dei quali sarebbe da denunziare per veri crimini letterarî.

Sotto questo aspetto la presente Bibliografia è una reazione a certi metodi bibliografici fin qui lasciati correre. Scandalizzato di veder fatta man bassa sulle più elementari regole di onestà e di fedeltà letteraria, di trovare con ingiustificabile licenza dati in italiano titoli latini di opere e, alla men trista, dati in italiano i nomi delle città nelle quali furono stampati libri tedeschi, i titoli dei quali son pure trascritti esattamente nell' originale; tradotti con molta frequenza in arabico i numeri romani delle date di stampa; messi in combutta come parte di frontespizio nomi di tipografi e nomi di editori; sommati in uno i numeri delle pagine dei diversi volumi d'una medesima opera; creati di sana pianta titoli che l'autore non sognò mai; artefatti o accorciati dei titoli interi; io volli protestare alla mia maniera contro libertà così esiziali agli studî. Dove mi fosse stato possibile di giungere per via di ricerche e di pazienza volli giungere, e dove giunsi volli esser minuto fino alla sottigliezza. Fu sempre mio proposito costante di vedere coi miei proprî occhi le pubblicazioni da registrare, e nel proposito venni non solo per lo scetticismo nato in me dai continui disinganni ai quali mi esponevano le quotidiane verifiche ed il faticoso controllo, ma anche per unità di metodo, cioè per apprestare ai titoli non visti le indicazioni che ho sempre apprestate a quelli già visti. I titoli con asterisco in fine (*) sono di pubblicazioni che io non riuscii a procurarmi, e di essi rispondo solo per quel tanto che mi han concesso bibliografie accreditate e cataloghi ai quali ricorsi sempre, e che fui sollecito di citare scrupolosamente; i titoli senza asterisco (e rappresentano la parte principale), appartengono a pubblicazioni che io ebbi, non è a dire con che sagrificî morali e materiali, a mano, e di essi rispondo pienamente.

La nuova scuola bibliografica italiana, alla quale fanno capo ingegni bene educati, è modello di diligenza e di probità letteraria; non così qualcuno di non so quale scuola, che ho sperimentato non meno infido che leggiero. Mi astengo dallo scriver nomi per non suscitare recriminazioni; ma il silenzio su di essi non mi impedirà di rimpiangere il soverchio abuso a cui si abbandonarono fino a ieri molti eruditi, e dal lamentare che in Italia, dove sono lavoratori coscenziosi e sapienti, manchi una Bibliografia generale, che per un paio di secoli, per un secolo almeno, noti ciò che ha veduto la luce da Venezia a Palermo, da Susa a Girgenti, una Bibliografia come il Vollständiges Bücher

Lexicon di Lipsia, che conta oramai ventisei grossi volumi in-4° (1), e col quale può farsi a fidanza illimitata. Tentativo parziale e veramente lodevole fu quello di Fortunato Stella di Milano, nel 1861 seguito con amore e modificato secondo le esigenze dei tempi dalla Bibliografia italiana; ma quanto non siam noi lontani ancora dall'avere il nostro Kayser!

III.

Da un programma dell'editore sig. Carlo Clausen (1891) (2), del quale ri pubblico qui in nota un brano (3), e da una lettera circolare che io diedi fuori

(1) Vollständiges Bücher-Lexicon enthaltend alle von 1750 bis zu Ende des Jahres 1832 in Deutschland und in den angrenzenden Ländern gedruckten Bücher ecc. bearbeitet und herausgegeben von CHRISTIAN GOTTLOB KAYSER. Leipzig 1834-1838. Verlag von Ludwig Schumann. Von 1833 bis zu Ende 1840. Leipzig 1841. Von ecc. bis zu Ende des Jahres 1846. Leip. 1848. Continuata fino al 1853 da Ernst Zuchold e fino al 1891 da Oskar Wetzel, in Lipsia, presso Weigel.

(2) Colgo con piacere questa occasione per ringraziare l'egregio uomo dell' interesse che ha sempre spiegato per la presente Bibliografia, e dei gravi sagrificî che ha volenterosamente sostenuti per essa. In Italia, dove sono degli editori onesti e benemeriti, egli ha diritto alla gratitudine degli studiosi per l'intelligente opera che presta a favore delle tradizioni popolari italiane.

(3) « Le tradizioni e gli usi popolari d'Italia (canti, novelline, racconti, leggende, fole, proverbî, indovinelli, formole, giuochi infantili, costumi, pratiche, credenze, superstizioni), divenuti materia di studî, gravi e geniali ad un tempo, hanno oramai una bibliografia. Poche nazioni possono vantarla più curiosa, più istruttiva; nessuna più ricca e più variata. Non v'è argomento che non sia stato trattato in questo campo vastissimo: nè studioso, qualunque sia la disciplina alla quale egli intende, che non avrà da avvantaggiarsi della giovane scienza del Folklore (sapere del popolo), venuta a prender posto accanto alla etnografia, all' antropologia, alla sociologia, all'etica, alla letteratura nel più largo significato della parola.

« Questa Bigliografia è già fatta dal dott. G. Pitrè, che da trenta e più anni lavora nella ricerca delle tradizioni e delle credenze volgari, onde ha tratto materia immensa per la sua Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane (18 volumi), » ecc.

« La Bibliografia delle tradizioni popolari d'Italia, frutto di undici anni di fatiche assidue e pazientissime, dà assai più di quel che promette a prima vista. Essa registra i titoli delle opere, degli opuscoli e degli articoli di giornali e di riviste d'ogni genere su qualunque argomento di Folklore in Italia e fuori, in italiano o in altra lingua; ne indica le varie edizioni e ristampe; ne nota le riproduzioni parziali o intere, tanto in pubblicazioni speciali, quanto in diarî e in periodici; ne rileva le versioni e ne riporta gl'indici ed i sommarî.

« E poichè in libri estranei al Folklore sono allo spesso interi capitoli e lunghe pagine importanti di usi, ubbie, leggende ecc.; così anche di essi dà minuta contezza questa Bibliografia;

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prima di mettere a stampa la presente opera (1), si vede chiaro quali siano sempre stati i miei intendimenti nella compilazione. Intanto che mi permetto di rimandare il benevolo lettore a quei due documenti, sento il dovere di fare alcune avvertenze.

Ed anzitutto volendo dare all'opera carattere schiettamente italiano, ho escluso le tradizioni e gli usi popolari stranieri, anche tradotti in lingua nazionale e pubblicati in Italia, salvo che questi non contengano note ed aggiunte italiane. Una Bibliografia del Folklore straniero in Italia sarebbe molto utile per gli studiosi italiani e stranieri; e sarebbe stata una non ispregevole appendice alla presente, se gli elementi da me raccolti mi avessero contentato.

Come pubblicazione strettamente italiana l'ho cominciata dal Medio Evo, escludendo il Folklore classico, che, non iscarso, specie in questi ultimi tempi, meriterebbe acconcia illustrazione.

Limiti bibliografici sono stati per me i confini etnografici e politici. Etnograficamente non si può escludere da un'opera di questo genere la Corsica, Trieste, la Dalmazia veneta; politicamente, quelle isole di lingue slave o slovene, tedesche, greche ed albanesi, che vengono costituite da colonie sommamente importanti del Friuli, dei Sette Comuni e della Valsesia, del Molise, della Calabria, di Terra d'Otranto e della Sicilia. Se a qualcuno piacerà di fare a meno del quod abundat non vitiat, io porterò la penitenza di aver rivolto le mie cure anche alle tradizioni italiane fuori d'Italia ed alle straniere in Italia.

la quale, senza timore di essere smentiti, riuscirà tra le più complete e le più utili nel genere, un Manuale indispensabile pei folkloristi, per gli etnografi, pei letterati, non meno che pei bibliografi e pei librai» ecc.

(1) « Palermo, 25 Gennaro 1891.

گا

Illustrissimo Signore, — Dal programma che ho l'onore

di mandarle, la S. V. vedrà com' io mi accinga alla stampa d'una Bibliografia delle tradizioni e degli usi popolari d'Italia, opera di lunga lena e piena di difficoltà, per la quale non è diligenza che basti. Però, desiderando io render quanto meno incompleta siffatta opera, mi rivolgo a V. S. pregandola di volermi notare, con la maggior sollecitudine, le pubblicazioni d'indole tradizionale ed etnografica da Lei fatte in opere, opuscoli, riviste, giornali politici, con le seguenti indicazioni: a) se in libri od opuscoli, il contenuto del frontespizio sino alla data e alla tipografia (e se opuscoli per nozze, il titolo anche della copertina), numerazione arabica e numerazione romana, prezzo ecc.; b) se in riviste e giornali, il titolo intero di essi, con l'annata, il numero, la data, la tipografia, non tralasciando di avvertire se il nome di V. S. sia in principio, col titolo dell'articolo, o in fine. Trattandosi di canti o di proverbi, Le sarei grato se Ella volesse anche indicarmene il numero.

« Grato fin da ora delle indicazioni che sarà per favorirmi, mi dichiaro coi sensi di perfetta osservanza dev.mo suo G. PITRÈ. »

In ragione della partizione dell'opera ho sempre seguito l'ordine alfabetico in tutte e 6 le parti; le quali poi mettono capo, come più innanzi dirò, ad un indice generale, pur esso alfabetico. Gli anonimi son tutti registrati con la prima parola, qualunque essa sia, del titolo. Gli articoli, gli aggettivi onde essi cominciano e che in un' opera bibliografica dovrebbero notarsi tra parentisi, sono notati cosi soltanto nell'indice, dove si trovano le agevolezze tutte, occorrenti alle ricerche nel modo più spedito.

Le pubblicazioni anonime, pseudonime e anagrammatiche delle quali son riuscito ad appurare con sicurezza gli autori veri, ho notate, sempre alfabeticamente, sotto i nomi proprî chiusi tra parentisi quadrate [ ]. E così gli pseudonimi come gli anagrammi ho fatti stampare in carattere grassetto corsivo per distinguerli dai nomi veri e proprî, che sono in carattere maiuscoletto. Nei titoli, tutte le parole in carattere rotondo (corpo 8) sono appunto quelle che si leggono sul titolo medesimo della pubblicazione; le altre in carattere corsivo anche tra parentisi son mie per complemento e chiarimento bibliografico.

Dei vocabolarî, racchiudenti allo spesso preziosi elementi tradizionali, ho accennati al posto loro quelli solo che nel frontespizio accennano a qualche cosa di speciale. Per gli altri che mancano di qualunque accenno gioverà guardare alla voce Vocabolari sotto la rubrica dei Proverbî; giacchè pochi sono i vocabolarî, anche di modesta mole, che non accolgano proverbî e modi proverbiali. Una Bibliografia dei Vocabolari nei dialetti italiani del resto, dopo quella di A. Bacchi della Lega, sarebbe ripetizione inutile.

Le opere scritte da più autori ho riferite sotto il primo nome di essi; perciò i Canti popolari delle provincie meridionali raccolti da A. Casetti e V. Imbriani escono sotto il nome del Casetti pur sapendosi che il vero compilatore ne sia stato il povero Imbriani, aiutato dall'amico suo leccese. È superfluo l'avvertire che gli altri nomi seguenti al primo sono a luogo opportuno pur essi regolarmente registrati.

I titoli miscellanei si leggono sotto la rubrica voluta dal primo nome di essi o dal contenuto prevalente nel libro quando dal titolo non sia dato desumerlo; esempio: i Componimenti minori del Corazzini (n. 1280), Le Usanze e i Pregiudizi, i Giuochi dei fanciulli, ecc., i Canti e i Proverbî ecc. del Marcoaldi (4635), il Vocabolario dell'uso abruzzese del Finamore (2774), che vanno, il primo sotto Carti, i quali occupano due terze parti del libro; il secondo sotto Usi, che sono notati con precedenza; il terzo nella rubrica dei Proverbi, appunto perchè i

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proverbî messi in appendice sono in numero maggiore de' canti quivi stesso riferiti.

I libretti popolari di edizioni antiche e moderne non entrano nel programma dell'opera; ma le ristampe nuove e recenti, che son ragione di studî ed hanno carattere spiccatamente demopsicologico, non vanno esclusi. Certo una Bibliografia di storie e di libretti popolari antichi e moderni sarebbe preziosa; e non mancano buoni saggi locali: promesse di lavori più lunghi e di maggior lena; ma la impresa è ardua e da non tentarsi senza lunga e larga preparazione.

Trattandosi poi di autori antichi, le raccolte dei quali vengono in luce per cura di studiosi moderni, essi vogliono cercarsi sotto i nomi degli editori; laonde gli strambotti di Leonardo Giustiniani fanno parte, come è avvertito a p. 109, degli articoli del D'Ancona, di S. Ferrari, del Sabatini, del Salvadori, di B. Wiese.

Ho riprodotto il più delle volte gl'indici ed i sommarî di argomento esclusivamente popolare; ma i troppo lunghi li ho tralasciati. Il concetto d'un articolo o d'un lavoro d'un certo valore ho procurato di dar sempre che mi sia stato possibile.

Quante volte ho citato senz'altra indicazione l'Archivio, ho inteso quello per lo studio delle tradizioni popolari di Palermo, come la Calabria è la Rivista di Letteratura Popolare di Monteleone Calabro.

IV.

Un punto essenziale di studio pei letterati e pei folkloristi è quello della poesia popolareggiante e popolaresca e delle novelle e facezie degli scrittori italiani dei secoli passati. Ai critici della nostra letteratura incombe il dovere di ricercare e di accertare che cosa abbiano preso dal popolo strambottisti e canzonieri antichi, i componimenti dei quali parte son già venuti a luce, parte giacciono inediti nelle biblioteche pubbliche e private; che cosa il popolo abbia preso od anche ripreso da quelli. L'argomento è d'importanza capitale per la letteratura e pel Folklore; ed io, per privo che sia di autorità, non mi starò dal raccomandarlo ai giovani educati alla buona scuola.

Una Bibliografia pertanto non può escludere le nuove pubblicazioni di questi componimenti senza privare d'un elemento di studio la poesia popolare; nè può, d'altro lato, accettarli tutti ad occhi chiusi senza pericolo di confon

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