Saggio su Dante

Naslovnica
1886 - Broj stranica: 128
 

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Stranica 35 - Tu prima m'inviasti verso Parnaso a ber ne le sue grotte, e prima appresso Dio m'alluminasti. Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sé non giova, ma dopo sé fa le persone dotte, quando dicesti: 'Secol si rinova; torna giustizia e primo tempo umano, e progenie scende da ciel nova'.
Stranica 69 - Se mai continga che il poema sacro, Al quale ha posto mano e cielo e terra, SI che m'ha fatto per più anni macro, Vinca la crudeltà che fuor mi serra...
Stranica 36 - Surge ai mortali per diverse foci La lucerna del mondo; ma da quella, Che quattro cerchi giunge con tre croci, Con miglior corso e con migliore stella Esce congiunta, e la mondana cera Più a suo modo tempera e suggella.
Stranica 38 - Ed egli a me : Se tu segui tua stella, Non puoi fallire a glorioso porto, Se ben m'accorsi nella vita bella. E s'io non fossi sì per tempo morto, Veggendo il cielo a te così benigno, Dato t'avrei all'opera conforto.
Stranica 71 - O Simon mago, o miseri seguaci, Che le cose di Dio, che di bontate Deono essere spose, e voi, rapaci, Per oro e per argento adulterate; Or convien che per voi suoni la tromba, Però che nella terza bolgia state.
Stranica 78 - La mente tua, e di' onde a te venne; Cosi seguio '1 secondo lume ancora. E quella pia, che guidò le penne Delle mie ali a così alto volo, Alla risposta cosi mi prevenne. La Chiesa militante alcun figliuolo Non ha con più speranza, com'è scritto Nel sol che raggia tutto nostro stuolo; Però gli è conceduto che d' Egitto Vegna in Gerusalemme per vedere, Anzi che il militar gli sia prescritto.
Stranica 78 - Da' concetti mortali, alla mia mente Ripresta un poco di quel che parevi ; E fa la lingua mia tanto possente, Ch' una favilla sol della tua gloria Possa lasciare alla futura gente; Chè, per tornare alquanto a mia memoria.
Stranica 74 - Ma quello ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico ; E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico : Ed è ragion : chè tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi ; Gente avara, invidiosa, e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbì.
Stranica 50 - Voi conoscete, e ciò ch' ad essa è buono. Ed ella a me : Da tema e da vergogna Voglio che tu omai ti disviluppe, Sì che non parli più coni' uom che sogna. Sappi che il vaso che il serpente ruppe, Fu, e non è; ma chi n' ha colpa, creda Che vendetta di Dio non teme suppe.
Stranica 114 - Ed egli a me : dopo lunga tenzone Verranno al sangue, e la parte selvaggia Caccerà l' altra con molta offensione. Poi appresso convien che questa caggia Infra tre Soli, e che l' altra sormonti Con la forza di tal, che testé piaggia.

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