4 Agnel, Ioan., I, 29: Agnus Dei.... qui tolli peccatum mundi. 5 In bocca a s. Benedetto, che tante opere grandi compí nel nome della verità cristiana, una perifrasi piú adatta di questa, non poteva esser posta. 6 Apri colla redenzione Onde: di che (Tommasèo). Onde fu già, questa è la molt'anni lagrimata pace. Purg., X, 35 (Cesari). Beatrice, ch'era sí addentro nella scienza teologica, se non la personificazione della stessa teologia, non poteva significare Cristo meglio di quel che fece in questa perifrasi. Quanti concetti racchiusi in poche parole! qual sublime compendio di tutto il Testamento vecchio e del nuovo! Nella frase si lunga disianza, ti passan dinanzi i patriarchi, i giudici, i re, i profeti, gli eroi tutti del popolo ebreo, aspettanti la venuta del Messia. 1 Giusto: Eneide, I, 544, 545. Aeneas... quo iustior alter Nec pietate fuit. 1 La Barbagia: così si chiamava la parte piú incolta e montuosa di Sardegna. L'anima di Forese, che parla a Dante, appella Firenze la Barbagia, per rimproverarla de' corrotti costumi. Agnello: innocente e quindi immeritevole d'esilio. È il poeta che parla. GABRIELE ARCANGELO. Purg., X, 34. Par., XXXII, 112. L'angel che venne in terra col decreto È questa senza dubbio una delle più belle perifrasi del poema. Divieto dopo la colpa d'Adamo. Lagrimata: implorata Palma su tutte le donne. Luca I, 42: Benedetta tra le donne. Salma: carne. IRIDE. -- Taumante: secondo la favola, Iride, la messaggera di Giunone, fu figlia di Taumante. 1 Donna: la luna, col nome di Proserpina, moglie di Pluto, regnava in inferno. Ma non cinquanta volte fia raccesa L'arte di riguadagnare la patria. Di colui: del sole. .. È Farinata che predice a Dante l'esilio. 3 Prima stella: primo pianeta che trovasi dopo la terra. 1 Eterna margherita : eternamente durevole, lucida e bella come una margherita, cioè una perla. Nella luna Dante pone le anime di coloro che non interamente adempirono i voti a Dio fatti: fra quelle è Piccarda, di cui abbiamo parlato. 5 Latona perseguitata da Giove, andò lunga pezza errando, finché di lei fatto pietoso Nettuno, fecele improvvisamente sorgere dinnanzi l'isola di Delo nel mezzo delle acque, ov'ella andò a ricoverarsi e vi partorí Apollo e Diana (sole e luna). 1 Rosa mistica, chiama Maria la chiesa. Carne: Ioan, I, 44: Verbum caro factum est. Il nome del bel fior........ Il Tommasèo: Più bello ancora del bel zaffiro che vien dopo, dacché rilevasi (non dispiaccia a Ugo Foscolo e alle scimmie d'Ugo) che Dante mattina e sera pregava la Madonna e diceva buonamente l'Ave Maria; egli che tre volte ridice Ave nel suo poema. 3 Il bel zaffiro, Di cui il ciel più chiaro s'inzaffira: gentil parola, nota pure il Tommasèo, che ranimenta l'ingigliarsi (Par., XVIII, 38); ed è ben più bello che quel del Petrarca, tutta cosa dell'arte: Quand'arte indora, imperla e inostra L'abito eletto e non mai visto altrove. 1 Manto papale. Orsa: Orsini. - . . . io fui vestito del gran manto: e veramente fui figliol dell'orsa, cupido sí, per avanzar gli orsatti, che su l'avere, e qui me misi in borsa. - Avanzar: accrescere di potenza. Orsatti: quelli della sua famiglia. Su: nel mondo. Borsa: il fóro in cui era caduto a capofitto. Questo papa, posto da Dante nella terza bolgia, fra' simoniaci, fu eletto nel decembre 1277 e regnò 2 anni e 8 mesi. ....: una delle perifrasi dantesche fra le piú note e le più belle. 1 Signor.. 2 Quel greco: quel sommo D'occhi cieco, e divin raggio di mente, Che per la Grecia mend icò cantando (MANZONI, In morte di Carlo Imbonati). 2 Chiavi. Matteo, XVI, 19: Tibi dabo claves regni coelorum. 3 Fior venusto: il cielo. Ma, nota il Tommasèo, le chiavi d'un fiore, non par bello. VI, 56. XIII, 16. Par., I, 38. « X, 28. » XX, I. XXII, 116. 142. XXVII, 138 che mena dritto altrui per ogni calle. carro della luce. che su e giú1 del suo lume conduce. sí che i suo' raggi tu romper non fai. La lucerna 2 del mondo. Lo ministro maggior della natura, che del valor del cielo il mondo imprenta, e col suo lume il tempo ne misura. . . . colui che tutto il mondo alluma. quei che apporta mane e lascia sera. Su e giu: or sopra or sotto il nostro emisfero (Tommasèo). 3 Lucerna. Eneide, III: Phaebeae Lampadis. Nota il Tommasèo. « Mal biasima il Casa questo lucerna, che non è lucernina d'olio, né lanterna di sbirro; ma suona luce, e con la piccolezza dell'immagine fa anzi risaltare la grandezza de' mondi, e presagisce al di là della dottrina tolemaica la copernicana. Che osservazione acuta! 3 Imprenta: impronta. Ne: ci. Una delle più belle ed anzi piú grandiose perifrasi. Il Cesari appella questi tre versi alti e nobili e pieni di forza. ? Feroci: superbi (Tommaseo). Dante vede la terra dai Gemini. Beatrice, innanzi ch'ei voli all'Empireo, vuol che pur getti un'occhiata sui mondi che gli stan sotto i piedi; lo che fa egli con tali considerazioni, che tornano oppurtunissime a umiliare l'umana superbia. Questa nostra terra, nella quale si strena l'orgoglio della ferocia degli uomini nel governarla, conquistarla e insieme a brani rubarsela è chiamata aiuola, che tutta gli appare da' colli alle foci; pennellata questa che ha un valore scientifico prezioso. Perciocchè, nota l'Antonelli, i gruppi montani sono al centro dei continenti, e ne formano la superficie piú prominente: in tali gruppi si staccano le catene alpestri che la portano in valli: e per entro al seno tortuoso e moltiforme di esse scorrono le acque dolci in torrenti; e questi generano i fiumi, che sboccano al mare. Veder la terra dai colli alle foci è dunque vederne tutta la superficie abitabile dal genere umano e gli sterminati bacini degli oceani farle come ghirlanda. |