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284

88. S. SERVOLÓ, figlio di Eulogio, e

di Trieste di Clementia, cittadino di Trieste, soffrì il martirio nell'anno 284, e nel giorno 24 maggio, in cui si celebra la di lui festività, nel tempo dell' imp. Numeriano, e del preside di Trieste Giunilo, e suo vicario Asulfo. Esso è uno dei protettori della città, e ne fanno menzione il Manzioli, portando la di lui vita, lo Schönleben p. 201 ann. 284. Fr. Irėn. p. 409, il Baronio ec.

288 di Trieste.

289

di Trieste.

89. S. GIUSTINA vergine e martire triestina, di anni 14 sostenne il martirio nel giorno 13 di luglio nell' anno 288, sotto gl'imperatori Diocleziano, e Massimino, ed il presidente di Trieste Fabricio, o Sapricio. Manzioli p. 60 Schönleb. p. 203. Fr. Ireneo P. 417 ed altri.

90. S. GIUSTO martire triestino, protettore e principal padrone di quella città, nel fiore degli anni suoi giovanili ottenne il glorioso martirio il 12 novembre 289 al tempo dell' imperatore Diocleziano, e del preside Manazio. Le di esso reliquie si conservano in quella cattedrale. Manzioli p. 38.

Schönleben p. 204. Fr. Ireneo p. 429, il

Baronio ec.

91. S. RUFFO martire nato nella villa Luparo, diocesi di Capodistria. Incerto è il tempo del suo martirio, ma si crede piamente, che fosse nella persecuzione di Diocleziano all'anno 290 circa. La sua festività si celebra il 27 luglio, ed il suo corpo riposa in arca di marmo nella chiesa parocchiale di Momiano. Naldini Corograf. pag. 481.

92. S. DONATO vescovo Thmuitano nell' Africa, nacque in Istria nell'anno 267, ed ottenne il martirio a Thmui nel 320.

Gli atti di questo santo, scritti in greco da un monaco della Dalmazia, il cui più corretto codice MS., ritrovato nella biblioteca Medicea di Firenze, col titolo: Mafτύριον τῇ Αγὶς 'Δονάτε Επισκόπε, Μακαρὶς Πρεσβιτέρω, Θεόδωρο Διακόνε, Μαντιρισαντων

Пuel: Martirium S. Donati Episcopi, Macarii Presbyteris, Theodari Diaconi, in Pothmuie pro Christo interfectorum ; fu tradotto in latino dal gesuita Daniele Cardono, ed inserto da Danicle Papebro

290 di Luparo.

320

Istriano.

chio nel volume V. dei Bollandisti al giorno 22 maggio. Questi atti, di un'antichità rimarchevole, ritenuti di piena credenza, divisi in quattordici articoli, riprodotti furono con opportune annotazioni dal P. Farlati nell' Illyrium Sacrum (Tom. 1 pag. 708, e seg., ediz. di Venezia in fol. per Coleti 1751). Essi contengono le gesta di S. Donato, di S. Macario, di S. Teodoro, e porgono alcune notizie di Gio. III. vescovo di Salona XXI.

I primi periodi dell'articolo 11, interessanti a noi per varii rapporti, trascriviamo letteralmente, unendovi i relativi commenti dello stesso Farlati.

II. Beatissimus igitur DONATUS, patre Crescentino genitus (a), ISTRIORUM QUOD

(a) In questa nota il Farlati numera gli anni cronologici della vita di S. Donato. Dic' egli che nacque nel 267, ed all' età di 30 anni fu ordinato sacerdote. Per sei anni predicò l'evangelio, cioè sino agli anni 36, di Cristo 303, anno dell'universale persecuzione, nel quale si ritirò in Dalmazia. Nel seguente 304, sottratto alla crudeltà di Diocle

DĀM OPPIDUM, IN DALMATIE (b), PANNONIEque situm conNFINIIS NATALE HABUIT. Is cum ab ineunte primum ætate sacrum Christi baptisma suscepisset, in religiosis sacrorum hominum (c) cœnobiis, et ecclesiis assidue versabatur. Ad vigesimum vitæ annum ut pervenit, integrum se ac purum ab iis omnibus servare conatus fuit, quæ mortalium

ziano, fuggì in Egitto, e passò a Thmui; nel seguente 305 nel mese di febbrajo Filea vescovo di quella città fu martirizzato, al quale successe S. Donato, che dopo aver per anni 15 amministrata quella chiesa, nell' anno 320 sotto l'impero di Licinio ottenne la gloriosa palma del martirio, in età di anni 50 circa.

(b) Dopo aver dati i confini della Dalmazia, chiude il Farlati. Itaque oppidulum, ubi ortus est Donatus, situm erat in ea Istria regione extrema, cui ab Oriente Dalmatia, a Septentrione Pannonia Dalmatica finitima erat.

(c) In questa nota parla degl'istituti monastici dell'Istria. Erant igitur jam tum in illis locis domicilia cœtusque piorum hominum, communitatæ vitæ atque vitus, jure institutoque monastico sociali, quæ cœnobia appellantur.

passim corpora reddere solent fœdiora; animum autem suum liberaliolibus omnibus disciplinis ita imbuit, ut ad SUMMUM SCIENTIÆ CULMEN, non sine magna sua gloria tandem evaserit. Secuto deinde tempore, a sanctis, quæ in ISTRIA sunt, eclesiis (d) evocatus ut degentium ibidem ethnicorum errores christianæ veritatis luce dispelleret, AQUIlejam ubi pervenit A PROVINCIE ISTIUS (e) EPISCOPO SACRUM PRESBY

(d) Annum ætatis fere trigesimum agebat Donatus, cum a Presbyteris et Præposilis ecclesiarum Istriæ ad munus apostolicum evocatus, evangelio operam navare instituit.

(e) Qui fa conoscere il Farlati, che a quel tempo non vi erano sedi vescovili nell' Istria. Hinc conjici potest temporibus illis nullos in Istria fuisse Episcopos; et quæ apud Istros erant ecclesia in ditione fuerint necesse est, ac potestate Episcopi Aquilejensis, ad quem se contulit Donatus, ut ab eo per omnes inferiorum ordinum gradus ad sacerdotium proveheretur. Quamquam ex antiqua disciplina nulla lege cautum erat, ne quis ab alieno Episcopo in Clericorum ordinem cooptari posset, modo se in ejus Episcopi, a quo initiatus fuisset, potestate iu posterum fore polliceretur, eique suam operam ad ecclesiastica

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