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I pelagiani abbattuti sfogarono la loro rabbia, e diressero tutta la loro vendetta contro S. Girolamo, il quale era già in un età decrepita. Tentarono ogni via di ucciderlo, e diedero fuoco ai monasteri di Betlemme, i quali restarono in gran parte preda dell' incendio. Uno di que' diaconi fu ucciso col ferro, e le sante monache, delle quali aveva cura il buon vecchio, furono assaltate e percosse; e lo spavento talmente fu incusso in que' solinghi e santi ricetti, che per salvare la propria vita, quelle vergini, abbandonati i chiostri, si ritirarono ne' luoghi fortificati. Il papa Innocenzio se ne querelò col vescovo Giovanni di Gerusalemme, ma inutilmente. S. Girolamo frattanto, scacciato dal suo eremo, oppresso dalle malattie frequenti, dagli incomodi della vita, dalle febbri, dai travagli, dall' età, e molto più da tante disgrazie che gli sovrastavano per parte dei barbari, e più ancora per parte degli eretici, terminò finalmente i suoi giorni al 30 del mese di settembre nell'anno 420, in età di anni So secondo alcuni, oppure go secondo altri.

Egli è stato in perpetua battaglia cogli

eretici, e non è meraviglia, se dagli eretici moderni egli sia stato deriso, perchè ne' suoi scritti si trova la loro condanna (9). Tutta l'antichità ebbe in lui l'oracolo della cattolica dottrina, e da tutto il mondo cattolico a lui si ricorreva per intendere il senso delle sacre scritture, e la purità della fede. Basterà citare la sentenza di S. Agostino, il quale disse di S. Girolamo: cujus eloquium ab Oriente usque ad Occidentem, ad instar solis lampadis resplenduit. Ne' suoi scritti si scorge uno stile vivo, pieno di fuoco, e

et

(q) Lutero, le di cui eresie trovano la loro condanna negli scritti di S. Girolamo, osò con audacia inaudita, ed impudente sfacciataggine declamare ne' suoi colloquii contro lo stesso, com'è riferto da Nicolio alla parola Hæresis, dicendo. Hieronymum legere licet propter historiam ; nam de vera fide, doctrina ne verbum quidem in ejus scriptis. Quin te Hieronyme conculcamus cum tua Bethlehem, deserto, et euculla. Hieronymus enim inter Ecclesiæ doctores memorari non debet, quia fuit hæreticus. Stolto e pazzo giudizio di un ignorante e fanatico eresiar

ca!

di nobiltà. Il di lui corpo nell'anno 642 fu trasportato da Betlemme a Roma, e riposto nella basilica di Santa Maria Maggiore al Presepio.

S. Girolamo era di piccola statura, ed il costume introdotto dal capriccio de' pittori di dipingerlo ora col sasso, con cui si percuote il petto, ed ora col leone appresso, potrebbe attribuirsi all' espressione di esso Santo a pectoris cessasse verberibus, cioè alle percosse che si dava sul petto per vincere le tentazioni della libidine, od alla forza veemente, con cui inveiva contro gli eretici, per cui intendesi la forza del leone.

La miglior edizione delle opere di San Girolamo è quella di Verona del 1738 in dieci volumi in foglio. Le di lui epistole tradotte in italiano, e stampate in due volumetti in ottavo in Venezia, degne sono di essere a mano di ciascheduno; mentre l' erudizione, la dottrina, la pietà, ed il convincimento sono tali in chi le legge, che toccano vivamente il cuore e lo riempiono di balsamica unzione. Io perciò le raccomando caldamente a chi sente alcun poco di re

450 ? di Parenzo.

ligione cristiana; e di avere a mente quanto
S. Girolamo disse di se nell' epistola 6 a
Fiorenzo: Ego cunctis peccatorum sordibus
inquinatus, diebus ac noctibus opperior
cum tremore reddere novissimum quadran-
tem. Sed tamen quia Dominus solvit com-
peditos, et super humilem, et trementem
verba sua requiescit,
requiescit, forsitan et mihi in
sepulcro scelerum jacenti dicat: Hieronyme
veni foras.

94. S. PIETRO da Parenzo fu martirizzato dalla setta de' manichei in Orvieto, dov'era governatore. In quella città si venerano sino al giorno d'oggi le di lui reliquie, e di lui ne parlano il Macri (Hierv. Lexicon verb. zen. pag. 720), ed il Segnari ne' Panegirici (Tom. xx par. 2 p. 22), ed il Vergottin nel Saggio stor. di Parenzo pag. 83. Il tempo in cui visse questo Santo non è conosciuto; ma predominando nel quarto secolo il partito de' manichei, vi ho posta quest' epoca per approssimazione. 95. S. NAZARIO fu il primo vescovo di di Capodi- Capodistria, come porta la pia e credenza, volendosi eretto quel vescovato

524

costante

nel 524 da Giustino imperatore, e dal pontefice Giovanni. Si crede pure che fosse nativo di quella città, ma di tutto ciò non abbiamo fondamento alcuno, detratta la pia tradizione.

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Il deposito del corpo di questo santo fu scoperto nel 601, e nel 1390 fu rapito dall' armata genovese nel saccheggio dato a quella città. Nell'anno 1422 si riebbero però le sacre reliquie de' Ss. Nazario ed Alessandro dirette dall' arcivescovo di Genova Pileo di Marini, a richiesta del vescovo di Capodistria Geremia Pola. Esse riposano in quella cattedrale alla venerazione de'fedeli, e la di lui festa si celebra al 19 di giugno. Egli è il tutelare della città e diocesi, e la di lui arca vi ha l'epigrafe seguente:

sopra

Hanc patriam serva, NAZARI Sancte, guberna, Qui Pater, et Rector Justini diceris Urbis.

Nell'arca stessa si conserva una lamina di piombo colle parole Sanctus Nazarius præsul migravit in domino kal. XIII. Jul., la quale fu ritrovata nel di lui sepolcro nel 601, al tempo della scoperta del di lui cor

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