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Supplementum de Scriptoribus Ecclesiasticis a Bellarmino ommissis, stampata a Parigi, 1686, abbiano quanto segue: Monaldus justinopolitanus, dalmata, ordinis minorum, archiepiscopus Beneventanus, vir doctus et devotus scripsit SUMMAM Juris Canonici, QUESTIONES in quatuor libros magistri sententiarum, et SERMON ES varios. Vixit anno 1332, glorioso martirio coronatus, Argengæ quæ est urbs saracenorum. Lo stesso P. Oudin in fine poi del paragrafo aggiunge: Monaldus martyr mortuus est anno 1288 die 2 martii, ex S. Antonino, Marco Ulysipponesi, Bosio, et aliis. Aliu Monaldus archiepiscopus Beneventanus mortuus est die 11 decembris, et tertius scriptor SUMME mortuus est circa annum 1332 die 9 novembris.

L'Ughelli nell'Ital. Sacr. T. VIII pagina 143 n. 21 porta che Monaldo de Monaldeschi di Orvieto (Urbevetanus) ord. min., di vescovo di Savona (Suanensis ) nel 1303 fu fatto arcivescovo di Benevento, e morì in Toscana verso l'anno 1333, nè fa alcun cenno che fosse letterato, ed avesse

dato alla luce opera alcuna. Il Lucenzio nel

I' opera stessa dice che morì in Toscana nell'anno 1331, e non 1332, come erroneamente scrisse l' epitomatore degli Annali dell'ordine de' minori; e vuole che contemporaneamente vi fossero due vescovi Monaldi di cognome de Monaldis, o Monaldeschis, ed essere l'uno cittadino perugiano e vescovo di Melfi (Melphiensis), nella qual sede morì; e l'altro di patria orvietano passato dal vescovato di Savona all' arcivescovato di Benevento, e che nè l'uno, nè l'altro furono vescovi di Salerno, come fu preteso. Vorebbe però che il beneventano fosse il martire, e trasportato dopo morto a Capodistria. Confessa però d'ignorare l'autore qual sia delle accennate opere, ed a quale Monaldo debbansi attribuire, dicendo pure che su di ciò non danno maggior lume nè l' Henschenio, nè il Papebrochio.

Da questi svariati sentimenti riscontriamo che quattro erano i Monaldi, che vissero quasi contemporaneamente, e si confusero fra di loro: cioè l' orvietano arcivescovo di Benevento; il perugino vescovo di Melfi; il

giustinopolitano semplice confessore; ed il martire di Ancona: tutti quattro per patria fra di loro distinti.

Che il giustinopolitano non fu nè vescovo, nè martire, ma semplice confessore lo dimostra palesemente la suindicata epigrafe al di lui sepolcro in Capodistria, ed il Martirologio: ch' egli sia il letterato, lo indicano gli Annali, dichiarandolo dottissimo e preclarissimo, come lo indica il Martirologio francescano colle parole di celebre per santità, e scienza singolare. Questi Monaldi sono pure fra loro distinti pel giorno, mese, anno, e luogo della loro morte; mentre l'anconitano sostenne il martirio in Argenga ( Argengæ), città fra i saraceni nell'Africa, o come dice Lucenzio in Carsega (Carsego in Armenia), nel 1288 ai 15 di marzo: l'arcivescovo di Benevento mori in Toscana agli 11 di decembre 1331: il vescovo di Melfi nella propria sede nel 1330: ed il nostro giustinopolitano, che fu semplice confessore, cessò di vivere in Capodistria sua patria nel giorno 9 novembre 1332, di cui si ha nel Martirologio francescano: Die 9 no

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vembris. Justinopoli in Istria B. Monaldi confessoris; singulari scientia, et vitæ sanctitate celebris.

102. Beato GULIANO da Valle sacerdote de' minori osservanti di S. Francesco visse intorno l'anno 1400. Si ritiene per tradizione costante ch' egli fosse della famiglia Cesarèl peranco al giorno presente in quel luogo sussistente, e terminasse la vita penitente nel convento di S. Michiele, mezzo miglio distante da Valle, ed ora diruto. Era desso in grande venerazione di santità presso i di lui concittadini, i quali gli eressero una confraternita. Dai registri della medesima esistenti in quella parocchia del 1560 si riscontra che la divozione a questo Santo si estese anche ai popoli vicini, mentre venivano processionalmente quei di Barbana, e Fasana a visitarne le spoglie. La di lui effigie è dipinla palla dell'altar maggiore di quella collegiata, e sopra il luogo ove riposano le di lui ossa sta scritto:

ta sopra

Questo è il sepolcro dove fu ritrovato
Il corpo del beato Guliano

In tempo di Mr Raffael d'Ovel Cargnel
Gast.

l'anno MDCXX XXV.

Il Martirologio francescano dice di esso: Die 4 novembris. Vallis in Istria B. Juliani confessoris vitæ sanctitate celebris.

103. Beato ANTONIO MARTISSA da Capodistria servita, fu maestro di teologia, ed eresse più conventi del suo ordine; ma celebre si rese per la penitenza, e l'austerità della sua vita. Morì in patria nel 1520, e fu sepolto, come credesi, nell'antica chiesa de' Ss. Martino e Benedetto annessa al chiostro de' serviti ov' era il suo simulacro. Gli annali de' Serviti di Archang. Gian. Cent. 3 lib. 6 fol.88 dicono di esso. Hoc eodem tempore anno 5 1520. Justinopoli moritur Beatus Antonius, quem maximam egisse pœnitentiam refert antiqua traditio. Ne parla il Naldini p. 489.

1520 di Capodi

stria.

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