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L' Ughelli un secolo dopo la morte di G. B. Vergerio nel Tomo V. dell'Italia sacra col. 482 dice Jo. Baptista * Vergerius Justinopolitanus, Altobello successit 1532. Hic a catholicis ad. Genevenses defecit hæreticos, exutusque est cum fratre Petro Paulo Justinopolitano, Præsule item hœretico, episcopatus honore 1548, eoque seductus errore miserabiliter disperiit ; e nel margine colla chiamata della superior stelleta è scritto: de quo videndus est Mutius in epist. catholicis 1. 3. Queste cose medesime sono dette nella nuova edizione dell' Italia sacra fatta in Venezia nel principio del secolo passato, aumentata e corretta dall' ab. Coleti. Secondo dunque l'Ughelli ed il Coleti, G. B. Vergerio vescovo di Pola, sedotto dal fratello Pietro Paolo fuggì ere

tico a Ginevra, fu spogliato nel 1548 dell' onore del vescovato insieme col fratello, e colà eretico miseramente morì.

e per

Tutto questo racconto non è che una favola, confutarla basterà portare i passi di quel medesimo Muzio, citato da questi autori, spinto nemico dei Vergerii, ed acerrimo persecutore di essi: la cui autorità in questo argomento è una testimonianza senza eccezione.

Girolamo Muzio adunque nella lettera datata da Milano al 23 settembre 1548, diretta alla città e popolo di Capodistria, alla pag. 94 delle Vergeriane (libro scritto da esso direttamente contro Pietro Paolo Vergerio), luogo il primo, ove parla di G. B. Vergerio, facendo discorso della confessione, dice . . . » Questa dottrina non so» lamente con parole si diffende, ma ancora con effetti si mette in opera (secon» do che viene a me significato) in casa Vegeria che M. Gio. Battista fratello » di M. Pietro Paolo, et vescovo di Pola senza confessarsi, senza communicarsi, e » sprezzata la ultima untione con scandalo

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sua reformatione, col sacramento della » penitenza della chiesa approvata danna

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egli insieme il purgatorio, come si è

>> visto pur alle esequie del fratello; nelle quali intendo che non sono state dette

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se non tre, o quattro messe per pietà di alcuni semplici sacerdoti, senza che fos» sero domandate: nè dappoi si è cercato » che la chiesa faccia altra raccomanda»zione di lui . Ma in quelle esequie » non si viddero nè anche frati ne mo«< naci: che questo è pure uno altro arti» colo della sua riformatione (cioè di Pie>> tro Paolo).

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Lo stesso Muzio nel libro III. delle cattoliche in lettera datata da Pesaro li 21 gennajo 1554 pag. 186 e seguenti, scritta al cardinale di Napoli decano, che fu poi papa Paolo IV., dice . . . Sapendo io, che la santa madre chiesa ha per costume di procedere contra gli heretici, non solamente mentre sono vivi, ma dopo morte ancora... non posso mancare che in que

sta materia non iscriva a voi S. mio reverendissimo quello che mi occorre. Che il Vergerio falso vescovo di Capodistria sia heretico, è tanto manifesto a catholici, che non accade producerne testimonianza. Ma suo fratello vescovo di Pola fosse esso della sua scuola, ancor che a tutta la Istria sia manifestissimo, non perciò è così divulgato il nome di lui, ne così è pubblicata la sua infamia. EGLI SI MORI IN CAPODISTRIA avanti che il fratello ne fosse cacciato: ET MORI DA LUTERANO senza i sacramenti della penitenza, et della estrema untione, CON DISPREZZO di tutte le cerimonie, e consuetudini della chiesa : et fu sepellito in luogo sacro, et in luogo sacro si riposano anchora quelle ossa nimiche delle cose sacre. Io me ne sono taciuto infino a questa hora... Hora veramente, tal prova alle mani, che mi par di poterne giustificatamente parlare, ne porto querela a cotesto sacro tribunale: et dica, che di quello che ho detto di sopra, oltra che la cosa è pubblica in Capodistria, io ne ho UNA NUOVA AUTENTICA TESTIMONIANZA

che ho

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del Vergerio vivo (Pietro Paolo), quanto alla carne. Nelle mie vergeriane io feci menzione di questa dannabile morte di colui, et costui ha nuovamente pubblicato un libretto pieno della sua dottrina, et fra le altre cose confessa del fratello quello che da me n'è stato detto. Ne reciterò alcune parole del suo testo, lasciando anche molte, acciocchè la troppa lunghezza non generi fastidio. Egli scrive adunque così. Dite, che M. Gio: BATTISTA VERGERIO VESCOVO di POLA mio fratello era anche esso della mia dottrina: et che avete inteso, che egli havendo a morire non si confessò, ne si fece ungere: et che io non chiamai frati che lo accompagnassero alla sepoltura: et che io non gli feci dir delle Il fatto di mio fratello stà così. Il padre celeste per sua misericordia gli haveva manifestato Gesù Cristo quasi ad un medesimo tempo (credo che non vi fosse differenza di un mezzo anno) quando a me. Se bene to ha

messe.

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veva gli occhi di tutta la città di Capodistria, anzi di tutta la Istria addosso; et

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