Slike stranica
PDF
ePub

costumi. Finì i suoi giorni nel 1540. Ughelli. Tom V. fol. 1354. Naldini pag. 288.

1536

stria.

147. VERGERIO Pietro Paolo il junio-di Capodi re di Capodistria, vescovo apostata, e pronipote del celebre Pietro Paolo Vergerio il seniore, fu dottore in ambe le leggi, e professore di Padova nel 1522 secondo il Facciolati T. I. P. II. pag. 193.

Nel tessere la storia di questo infelice prelato io non farò che servirmi in ristretto delle notizie, che intorno lo stesso ci diede, il conte presidente Gian. Rinaldo Carli nel Tom. xv. delle di lui opere, cavaliere celebre per letteratura, ed incensurabile per sentimenti di religione, il di cui nome solo, come dice il Tiraboschi nella Letteratura Italiana, parlando sull'argomento appunto del Vergerio, basta per un' elogio.

Troppo delicato da trattarsi questo articolo, che riguarda un' apostata da santa chiesa, io mi servirò letteralmente, ed in breve, di quanto a lungo il Carli ne dice, temperando alcune espressioni, che dallo stesso esposte sono con somma libertà, e che credo non poter convenire al mio carattere

di religioso, e canonico. Chi dippiù bramasse legga l'autore. A questo articolo porrò soltanto del mio qualche breve annotazione, e porrò in fine il catalogo delle di lui opere tratte da varii autori, e principalmente dall' Haym.

Pietro Paolo Vergerio (a) nella sua prima gioventù ebbe per moglie certa Diana, ed esercitò l'avvocatura in Venezia. La prima produzione, che si ha di lui alle stampe è un'orazione fatta in Padova nel dì 1 maggio del 1522 intorno le vicende dello studio delle leggi con questo titolo: Petri Pauli Vergerii justinopolitani junioris juris civilis scolastici acta in amplissimis jurisconsultum scholis kal. maii 1522

(a) Il Papadopoli nella storia dell' università di Padova pag. 67 all' articolo 110 parlando di Annibale Grisoni, dice, e cujus posteris Petrum (Vergerio) jurisconsultum virum nobilem, alumnum gymnasii nostri, pietate, doctrina, omniumque virtutum ornamentis instructum, sed præsertim amore erga me singulari, venerabilem mihi, liceat hoc loco salutare.

stampata in Venezia nel 1523 da Bernardo de Vitali.

Il di lui primo impiego fu di vicario 1527 pretorio in Padova nel 1527. Morta sua moglie andò a Roma, dove Aurelio suo fratello era segretario del papa, e da dove parti alla fine di settembre 1532. Arrivato in Venezia s'infermò per due mesi; e maneggiò con Roberto Magio di molti affari im- 1532 portanti a favore della S. Sede, e nel giorno 29 pur settembre di detto anno fu fatto segretario appostolico e de' brevi, in luogo del fratello Aurelio morto in agosto. Ai 20 decembre 1532 scrisse al papa, ch' era in Bologna, da Venezia, e poco dopo fu mandato nunzio a Vienna per conciliare il fermento suscitato da Martin Lutero nei dogmi della fede, in rimpiazzo al Rangone, che fu richiamato. Nel 1534 25 settembre se- 1534 gui la morte di Clemente VII., che gli fu sensibilissima: ma favorito dal re Ferdinando, a cui era carissimo, dal nuovo pontefice Paolo III. fu confermato nel posto, e tosto chiamato a Roma per intendere da lui le pretensioni de' protestanti ed informato

degli abusi de' quali pretendevano la correzione, nell'anno stesso il papa istituì una congregazione di cardinali per proporre la ri1535 forma: nel 1535 fu rispedito di nuovo il Vergerio in nunzio ai principi protestanti e cattolici in Germania per I' oggetto dello

scisma. Nel breve 10 febbraro 1535 diretto al re Ferdinando il pontefice si esprime: Cum nuntium ad majestatem, tuam mittere statuiscemus, statim ut vidimus litteras tuæ serenitatis dilecti filii Petri Pauli Vergerii apud te nuntii religionis, probitatis, et dexteritatis notitiam habentis, fleximus ad eum super hoc cogitationem et deliberationem nostram, ut eum quem tibi probatum, et acceptum videbamus, ac præterea de illis rebus jam esset instru

ctus, CUNCTIS IN HOC ANTEFEREMUS FUM; itaque cum dei nomine ad serenitatem tuam nostrum et hujus S. Sedis nuntium mittimus apud te.

Il Vergerio era incaricato segretamente dal pontefice, di ovviare, che in quell' anno si facesse alcuna dieta, nella quale si stabilisse dover farsi un concilio nazionale,

procu

come si minacciava, ma invece, di
rare che il concilio universale si avesse

celebrare in effetto.

a

Non solo a Ferdinando, ma a tutti i principi cattolici e protestanti fu accompagnato con brevi il Vergerio, dai quali fu con molta distinzione accolto, e tanto egli fece colla sua saggezza e condotta, che fece svanire il progetto del concilio nazionale, riprovato dalla chiesa, e dal pontefice. Quanta desterità egli in ciò adoperasse, e nello stabilire il luogo del concilio generale, il Pallavicini ne parla con grand' elogio. Scorse più volte la Baviera, la Franconia, la Svevia, e la Boemia, ricevendo settimanalmente lettere dal re Ferdinando lodandolo dell' operato, e confortandolo di perseverare in sì bella impresa. Si porta a Vienna, torna nelle sue peregrinazioni per la Germania, e si dirige espressamente a Berlino, ove talmente si adoperò, che gli riuscì felicemente a sostenere nella cattolica religione i due figli di Gioachimo elettor di Brandeburgo allora morto, disposti a camTOMO I. 23

« PrethodnaNastavi »