Slike stranica
PDF
ePub

1535

biarla per li sforzi ed istigazioni della vedova madre, sorella del re di Danimarca.

passare

Nell' andata a Berlino dovette per Wittemberga, ove da quel duca ricevette tutti gli onori possibili, sempre scortato da guardie, proibendo anche agli albergatori ove alloggiava, di ricevere alcun pagamento. Nell' avvicinarsi a Wittemberga fu incontrato dal luogotenente con nobile comitiva, alloggiato nel palagio, e nelle stanze stesse del duca, e trattato con somma magnificenza. In questa città abitava, e predicava Martino Lutero, e fosse capriccio del luogotenente, o intelligenza del duca, la mattina alzatosi il Vergerio per partire, gli fu apprestata una colazione; ed in tale incontro il luogotenente gli presentò il Lutero, e Giovanni Burgenagio, o Bugenhagen, il quale era riputato dottissimo dai protestanti. Il luogotenente introducendoli, disse, che in assenza della corte del suo principe, e d'altri dotti uomini, i quali solevano esser in quella università, allor trasferita in Turingia per cagion della peste, egli non aveva altri (sono parole della lettera di

esso nunzio da farmi tener compagnia, la cui lingua io potessi ben intendere; e che io volessi ascoltar quei due ch' essi avevano per savi uomini, tanto ch' io mangiava. Io non potei mostrarmi altro che consentiente, essendo dove io era; ed ascoltai fra Martino, e quell' altro tanto che durò la colazione, e che i miei servidori andassero a montar a cavallo. Qual dispregio il Vergerio concepisce di Lutero apparisce da ciò segue, vale a dire; che tanto male parlava in lingua latina, che gli sembrava,

che segue,

non

essere di lui alcuni libri pubblicati col suo nome, perchè questi avevano qualche odore di latinità, e d'eloquenza; in oltre ch' era così trasformato nella faccia, nell'abito, ne' gesti, e nelle parole che pareva un' ispiritato: ch' egli è l'arroganza istessa, la malignità, e l'imprudenza. Finalmente conchiude: io udiva con gran tormento se non due parolette per non parer un tronco. Questo colloquio ebbe luogo ai primi di decembre 1535. Avendo per massima 1535 Paolo III. di non inasprire i protestanti, e

non volli mai rispondere,

*

di procurare di richiamarli con la docilità, e con la dolcezza, aveva incaricato il nunzio di raddolcire e lusingare Lutero. Porta fra Paolo Sarpi, che in questa circostanza, il Vergerio gli dicesse, dover considerare che solo da dieciott'anni la dottrina sua era venuta in luce e pubblicandosi aveva eccittato innumerabili sette, che l'una detestava l'altra; e tante sedizioni popolari con morte, ed esterminio d' innumerabili persone; onde non si poteva conchiudere che venisse da Dio; essere un grand amore di se stesso, ed una stima molto grande dell' opinione propria quando un'uomo voglia turbare tutto il mondo per seminarla: e poscia ch' egli soggiungesse queste precise parole se avete innovato nella fede, nella quale eravate nato, ed educato trenta cinque anni, per vostra coscienza e salute, bastava che la teneste in voi se la carità

del prossimo vi moveva, a che turbare tutto il mondo per cosa di che non v'era bisogno, poichè senza quelle si viveva, e serviva a Dio con tranquillità? La confusione è passata tant' oltre che non si può diferir

più il rimedio, onde assicurava che il papa avesse risoluto di radunar un concilio, dove convenendo tutti gli uomini dotti d'Europa, la verità sarebbe messa in chiaro a confusione degli spiriti inquieti, avendo per ciò destinato la città di Mantova. Questo è il modo accorto e prudente con cui il Vergerio si condusse con Lutero. Cogl'altri innovatori ancora ebbe il Vergerio da trattare, e come egli medesimo nella difesa IV. intorno ai libri proibiti, assicura, che per ordine di Paolo III. essendo ritornato in Germania per negoziare diverse cose appartenenti alla religione, gli occorse di abboccarsi con Lutero, col Pomerano, ed anche con Osiandro, Melantone, Bucero, Calvino, Sturumio ed altri.

Frattanto i protestanti riuniti in Smalchalda diedero al nunzio la risposta sotto il 21 dicembre 1535 in cui riconfermavano la confessione di Ausbourg, e si voleva un concilio libero, e pio all' uso dell'antica chiesa, da celebrarsi in Germania. A tale risposta il Vergerio richiese di ritornar in Roma per render conto della sua legazione,

1535

e dello stato della Germania, ed ai primi 1536 del 1536 si presentò a Paolo III., il quale

lo inviò a Napoli all' imperadore Carlo V.
per informarlo d'ogni cosa; ed instrutto dal
Vergerio l'augusto Carlo, andò a Roma, e
si stabilì assolutamente dal papa e dall'impe-
ratore d'intimare il concilio di Mantova, e
si creò a tal fine una deputazione composta
da i cardinali Picco, Comini, Campeggi,
Ghinuzzi, Simonetta, Contarini, Cesis, e
Ceserino, con l'aggiunta dell' Aleandro, e
del Vergerio. Questi propose due articoli:
primo non doversi fare l'intimazione forma-
le senza ricercarne prima l'approvazione e-
spressa degli alemanni per mostrar loro que-
sto rispetto, e con ciò agevolare l'esecuzio-
ne; secondo, che nella bolla non si pones-
se la particella secondo la forma de
denti concilj, e che non s'era posta nè pu-
re ne' concilj di Costanza, e di Basilea.
Il primo fu rifiutato, ed accettato il secon-
do; e ciò seguì il giorno nove aprile dell'
anno stesso 1536. Sembra, che insorgessero
dispute tra il Vergerio, e gli altri deputa-
ti, e particolarmente tra esso, e l' Aleandro,

prece

« PrethodnaNastavi »