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pastore, che prender non deve brighe e faccende nei politici affari de' governi, delle corti de' principi, per non essere il bersaglio di sinistre e disgustose vicende, come verificossi nel patriarca di Grado Fortunato da Trieste, il quale più volte scacciato dalla sede, passato in Francia alla corte di Carlo Magno, e di Lodovico Pio, non ha potuto che col favore del primo ricuperare la sede, temperare il disgusto dell' imperatore d'Oriente, e la dissapprovazione calmare della Santa Sede; e che finalmente esule in estera terra finì i suoi giorni a Roano di Francia.

Ci sarà utile a ponderare quanto sui doveri e pesi dell' episcopato scrisse il pontefice Leone III a questo patriarca. Officium sacerdotis assumere, si interiori vigilantia perpendimus, plus est oneris quam honoris... Hoc itaque frater charissime considera, et locum quem adeptus es non ad requiem, sed ad laborem te suscepisse cognosse:

e che l'esempio del pastore deve essere la guida del gregge, e la vita irreprensibile il preliminare della predicazione, lo stesso pontefice gli scrive con queste memorabili parole, e degne di essere sempre presenti alla mente di ogni prelato: Prædicationem tuam vita commendet, ipsa eis instructio, ipsa magistra sit, ad desiderium æternæ vitæ docente tuo viventes exemplo in his igitur stu

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dium adhibe, in hoc tota mentis intentio

ne persiste

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quatenus dum tua præ

dicatione, atque imitatione hæc fuerint consecuta, tanto majora a Deo nostro recipias. Ed essendo esule in Francia il patriarca Fortunato, protetto da Carlo Magno, il detto pontefice gli scrisse, che come detto principe aveva cura dell' onore temporale del patriarca, così cura aver dovesse eziandio dell'anima sua, affinchè per timore di quel Monarca meglio adempir ne dovesse il ministero. Et hoc vestræ serenitati intim are curavi

mus de prefato Fortunato, ut sicut semper pro illius honore temporali laboratis, ita et de anima illius curam ponatis, ut per vestrum pavorem suum ministerium melius expleat.

Se biasimo merita questo patriarca per la sua condotta distratta, lode somma esige dalla posterità, e deve proporsi ad esempio a tutti i vescovi, prelati e parrochi, per la beneficenza esercitata verso i poveri e le chiese, avendo in vita disposto amplamente di tutti i suoi tesori accumulati presso de' principi per doni ricevuti, e per risparmii di sede, colla memoranda espressione degna del marmo e dei bronzi, vale a dire, che tutto quello ch'ebbe dalla chiesa ritorni alla chiesa. De toto isto, per viventem in sæcula, non volo me habere, sed omnia revertar in Sancta Ecclesia.

Nel vescovo di Pola Giov. Battista Vergerio rimarcherassi con quanta circospe

zione devono prendersi gli autori, la pubblica voce, ed anche i monumenti, mentre per voce universale in provincia, per una pittura esistente nella sacrestia di Pola, per testimonianza dell' Ughelli e del Colleti, questo vescovo fu luterano, fuggì a Ginevra, fu deposto dal vescovato, e colà vi morì eretico; quando per quanto la verità de' fatti ci porta, consta che morì in patria, nell' episcopato, ed in grembo alla cattolica Chiesa: sennonchè per un furore di partito, analogo a que' tempi, quattordici anni dopo la di lui morte, fu atterrato il sepolbruciate le ossa e gettate nel mare.

cro,

Nel di lui fratello Pietro Paolo vescovo di Capodistria ed apostata, troveremo un uomo fornito di dottrina, che fu due volte Legato in Germania contro Lutero, e che si prestò utilmente a prò della cattolica Chiesa; ma che preso di mira fu allontanato da Roma, e fatto vescovo della sua

patria. Seguitò a prestarsi a vantaggio della corte di Roma perorando alla dieta di Vorla concordia e l'unità della Chie

mazia per sa. Ritornato alla patria, ove infieriva un

di

accanito spirito di partito, e facendo egli qualche riforma, fu preso in sospetto luterano, e tre de' suoi proprj concittadini potentemente s' intromisero a calunniarlo, a diffamarlo, ed in modo che processato, minacciato, perseguitato fuggì dall' Italia, fu deposto dall' episcopato, e morì in Germania apostata della cattolica Chiesa.

Questa caduta tremenda ci ammaestrerà per seguire il consiglio evangelico della prudenza, della sofferenza, e di rispettare anche i pregiudizj del volgo in tempi calamitosi, di temperare l'irascibile, nè lasciarci trasportare da un eccedente impeto di dispetto e di vendetta, per non restare finalmente vittima funesta dell' errore, pecorella proscritta dall' ovile di Cristo.

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