Slike stranica
PDF
ePub

re quanto col pubblicare il capitolo del Forno, e col libro intitolato il Catalogo de libri, i quali nuovamente nel mese di maggio dell' anno presente 1548 sono stati condannati per eretici da M. Giovanni Della Casa legato di Venezia, e da alcuni frati. Questo libro è diretto a far conoscere gli abbagli presi o nel nome degli autori, o nei titoli dei libri, o nelle materie. Altro pur libro fece il Vergerio su tale argomento, cioè: Contra catalogum Joannis Della Casa Sodomie patronum. Questa diffamazione irritò più che altra cosa sul detto prelato. Libri tutti pieni di amarezza e di dispetto contro i di lui nemici.

Bisogna però quasi credere, che non così tosto avesse abbracciata la dottrina de' luterani, mentre il vescovo Stanislao Osio nella confutazione alle note di esso Vergerio contro la bolla di Paolo IV. si ristringe, per quanto appare, a commemorare e riprovare tre sole proposizioni, cioè la sovranità del pontefice sopra i vescovi; il matrimonio de'preti ; e la communione sotto le due specie, proposizioni che formavano allora

l'argomento de' dibattimenti, e dalle quali due ultime non fu nè pure lontano qualche altro. Innoltre certo è ch' egli contese ebbe con i luterani, quanto con i calvinisti, non potendo aderire, nè ammettere le loro dottrine. Altrettante contese ebbe con Celio secondo Curione, con Jacopo Andrea teologo di Tubinga e con altri: onde sempre più si conferma che trattone lo spirito di vendetta contro il papa, e la necessità di dipendere, per vivere, dalla generosità de' principi protestanti, egli in qualche parte dissimulasse; ma non mai internamente abbracciasse le loro dottrine. Ma per gli eretici era troppo grande il vanto di aver fatto acquisto di un uomo ch'era stato non molti anni prima, due volte nunzio del papa nella medesima Germania contro di loro; e però sorpassando le di lui resistenze ad abbracciar la confessione di Ausburg, bastava ad essi ch'egli impugnasse (come troppo acerbamente impugnava) la sovranità del papa sopra i vescovi, e le forme, ed i metodi con i quali si esercitava; e quindi lo celebravano come del loro par

tito, e lo riponevano con fasto, e pompa nel catalogo dei riformati. Al contrario Roma lo aveva di già fulminato, e i di lui libri sempre più inasprivano gli animi contro di lui prevenuti; e quindi tanto per una parte, che per l'altra si proclamò riformato, eretico, luterano, e calvinista a vicenda, quand' egli dentro di se per quanto appare forse niun partito peranco aveva preso. Francesco cardinale di Turnon passando per gli svizzeri nel ritornare in Francia, si abbattè in una locanda col Vergerio. Questi si fe conoscere: perorò molto della sua disgrazia, protestò l'innocenza de' suoi sentimenti, e con le lagrime agli occhi, e con incessanti prieghi lo scongiurò che in Francia seco lo conducesse. Ciò è per confessione de' suoi nemici. Un uomo che arrivò a far tanto, ed a proinettere tanto, sembra del pari sfortunato che reo; nè, anche in qualche parte succhiato avesse il veleno, può sentenziarsi per ostinato, per eretico, per briccone e per infame, com'è stato nominato da quegli uomini, i quali si vantarono di essere più religiosi di lui; compassionevoli,

amanti del prossimo, di grazia celeste e di carità cristiana ricolmi.

Nel 1561 era di già il Vergerio ai servigj del duca di Wirtemberg, ed occasione ebbe in Saverne ed anco in Argentina di trattare lungamente con Zaccaria Delfino nunzio in Lamagna. Dobbiamo al Pallavicini medesimo le circostanze di un fatto tale, e da questo dovrebbe dedursi, che il Vergerio non altro sospirava che di far conoscere la sua innocenza, nè d'altro più ansioso era, che di ritornare nel seno della chiesa mostrandosi passionatissimo di ricuperar la patria, incolpando della sua partenza dall'Italia il legato Della Casa. Il nunzio lo tenne seco commensale, e s' interessò efficacemente per ottenergli la permissione di presentarsi al concilio (ove prometteva di portar seco lumi, e notizie importanti intorno agli affari de' protestanti ) nell' accompagnare, ch' ei fe', le di lui lettere scritte a tal fine al cardinale di Mantova legato al concilio. Gentili però furono gli uffizj del nunzio; mentre da Roma, che si voleva perderlo, gli si comandò di dovere interrom

pere ogni corrispondenza con esso; e al cardinale di Mantova, il quale pure era d' avviso, che si dovesse chiamare a Trento non solo il Vergerio, ma anche lo Zanchio di Bergamo, e lo Sturmio, fu scritto in modo ch' egli s' attenne d'ogni ulteriore discorso.

Allora fu che il Vergerio s'è veduto affatto perduto per sempre, e che infierendo contro Roma, procurò di vendicarsene come potè. Accadde che il papa Giulio III sollecitasse gli svizzeri cattolici ad intervenir al concilio. Il Vergerio cooperò efficacemente, e scrisse anche un libro con cui scoprì le mire di ciò, ed il sistema del concilio; per il chè nella dieta di Baden non solo gli svizzeri non mandarono alcuno, ma i grigioni richiamarono anche Tommaso Plauta vescovo di Coira, che già trovavasi a Trento.

Nel 1557 per commissione di Cristoforo duca di Wirtemberg andò in figura di missionario in Austria, in Boemia, e forse anche nella Stiria e nella Carintia: da lettera 4 decembre 1557 del re Massimiliano prima che fosse imperatore si rileva con quanta clemenza fosse il Vergerio riguardato da

« PrethodnaNastavi »