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Nel lato sinistro della lapida vi sta l'epoca della dedicazione.

DEDICATA

VI. IDVS. AVG.
D. D. N. N.

VALENTE. VI. ET

VATENTINIANO. II.

AVGG. CONS.

Da questa lapida riscontriamo che il

nostro Petronio Probo fu celebre per essere stato proconsole dell'Africa, prefetto del pretorio per l'Illirico, l' Italia, e l'Africa, non che console ordinario, e dichiarato per loro patrono dai veneti e dagl' istriani, i quali si dicono di lui peculiari.

Il Carli aggiunge « Qualunque però fos» se la di lui patria certo è, che della gen» te Petronia molte memorie esistono nell'

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Istria; (e sino ai nostri giorni ancora ritrovansi famiglie Petronie in Capodistria, e Pirano no).

» Fu troppo

illustre la persona di Pro«bo per rinunziare all' onesta vanità di cre« derlo di tale famiglia, e per conseguenza nostro concittadino. L'imperatore Severo «<fe' man bassa sopra i principali senatori di Roma, ed a Sparziano dobbiamo la notizia, che particolarmente ai di lui furori soggetti furono Cejonio Albino, Erennio

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Nipote, e Petronio Iuniore. Non si an<< derebbe certamente fuor di via, se si di«< cesse, che dalle stragi di Severo, non me

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no che degli altri imperadori, stanchi ed

oppressi moltissimi de' più ragguardevoli

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personaggi di Roma, abbandonando quel pericoloso soggiorno, gli angoli d'Italia ricercassero, e a godere tranquilla vita nelle città men popolate, e meno tumul«< tuanti si riducessero. In Egida, o Capodistria, delle due prime famiglie Cejonia, ed Erennia, nominate da Sparziano, me<<morie ci sono.

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<< Se tante iscrizioni della famiglia Pe«<tronia ritrovansi, perchè non potrà dirsi, ch'essa pure con le altre due in Istria si trasportasse ? Un certo indizio di naziona«lità traspira anche nel protestarsi i veneti, e gl' istri peculiares ejus. Pomponio nei Digesti (l. 15 t. 1 l. 22. 23) ha Aedes peculiares: e così anche Svetonio usò la voce peculiare, per indicare gli scrigni proprj e privati. Che poi le città e le nazioni un proprio cittadino, in loro protettore eleggessero, oltre le prove, che altronde desumer si possono, la bella iscri«<zione di Trieste c'insegna, che Fabio «Severo triestino il quale ritrovasi al grado senatorio in Roma innalzato, è dichiarato protettore di Trieste. »

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LEGATI E PROCONSOLI. 2.

Anno

4. CAIO VIBIO VARO legato di M. Le730 di Ro-pido (per sentimento dell'Orsato Monum.

ma.

Istriano. Patav. pag. 238), che in di lui onore medaglie d'oro coniò, come può vedersi in Oecone. La medaglia ha la seguente inscrizione M, LEPIDVS. PONT. MAX. III. R. P. C. cos. ITER. C. VIBIVS. VARVS. (Imp. Romanor. Numismata p. 12). Questo medesimo fu anche legato d'Augusto nella guerra pannonica e dalmatica, allo scrivere di Floro (1.4 cap. 12); e però altra medaglia del medesimo C. Vibio Varo con Minerva galeata e tunicata, con asta nella diritta, una Vittorietta nella sinistra, e a piedi uno scudo indicante la guerra dalmatica e pannonica, in onore di Augusto, trovasi nel tomo II. del Vaillant.

Questo Vibio è da credersi quel medesimo che incominciò nell' Istria due Tempj in onore della dea Istria, e della Fortuna, i quali furono terminati da Quinto Cesio Macrino, come dalle due belle lapidi portate dal

Carli (T. II. p. 148) ed esistenti nel museo di Verona, da me più volte esaminate, e

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AB. CAIO. VIBIO. VARO. PATRE. INCHOATVM

Q. CAESIVS. MACRINVS. PERFECIT. ET. DEDICAVIT.

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AB. CAIO. VIBIO. VARO. PATRE. INCHOATVM Q. CAESIVS. MACRINVS. PERFECIT. ET. DEDICAVIT.

L'erezione di questi Tempj, e questa deificazione dell' Istria serve di prova bastante per credere C. Vibio Varo, istriano; e sulla fede di Fulvio Ursino potrebbe credersi, essere stato questo nostro C. Vibio Varo anche console, quantunque nell' iscrizione dell' Ursino si legga Tito, e non Cajo, sbaglio può essere dell' incisore, o dello trascrittore ponendo T. in luogo di C. e del

La gente Vibia plebea fu romana, supremo grado e dignità consolare più volte è stata onorata. Nelle stragi civili, dopo il

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