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PARNASO

CLASSICO ITALIANO

CONTENENTE

DANTE PETRARCA

ARIOSTO

E

TASSO

PADOVA

TIPOGRAFIA DELLA MINERVA

M. DCCC. XXVII.

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IL

PIÙ BEL FIORE DELLA ITALIANA POESIA

IN QUESTO VOLUME RACCOLTO

Α

GIUSEPPE MAFFEI

DELLE LETTERE ITALIANE PERITISSIMO CONOSCITORE

E VENERATORE STUDIOSISSIMO

ANGELO SICCA

IN PEGNO DELLA SINGOLARE SUA DEVOZIONE

OFFRE E CONSACRA

AI LETTORI

L'EDITORE

Ho stimato opportuno di premettere a questo volume un breve avverti

mento, dichiarando il metodo da me tenuto nella presente edizione dei quattro grandi Padri e Maestri del bel poetare italiano.

E cominciando dalla Divina Commedia, mi è d'uopo confessare ch'io non mi sono rigorosamente attenuto a veruna edizione, sebbene ricopiassi in gran parte quella pubblicata con questi medesimi tipi della Minerva. Varie lezioni per altro ho sostituito in diversi luoghi; e ciò dietro l'esame d'altre edizioni, e la cortese assistenza del ch. sig. Giuseppe Maffei, uno dei benemeriti Compilatori dell'anzidetta edizione della Minerva. Mi giova sperare che da queste mutazioni la mia nuova edizione abbia ricevuto non piccolo giovamento: di che potranno far giudizio gli addottrinati.

Il Canzoniere di Francesco Petrarca fu da me esattissimamente stampato quale si ha nella edizione fatta in Padova nella tipografia del Seminario per cura del ch. sig. Prof. Marsand, commendata e riconosciuta per canonica da tutta l'Italia: salvo però l'articolo della punteggiatura; nel che volli obbedire, anzichè alle opinioni di chicchessía, al proprio mio sentimento. E ciò non solo rispetto al Petrarca, ma eziandio tutto lungo il volume.

Pubblicando l'Ariosto, ho avuto sott' occhio principalmente l'edizione del Morali, dalla quale mi sono rarissime volte scostato; e mai quanto a lezione. Siccome poi il Morali non ci ha dati i cinque canti che seguono la materia del Furioso, ed io gli ho voluti dare, per questi ho fermata la mira alla edizione milanese dei Classici Italiani 1814, e alla firentina del Molini 1824.

Nel Tasso da me pubblicato ho messe insieme alcune lezioni del Gherardini, Milano 1823; del Colombo, Firenze 1824; giovandomi a quando a quando delle critiche osservazioni del Cavedoni: sicchè la mia edizione, senza ripetere esattamente o l'una o l'altra di queste, tutte e due le comprende.

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