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Giuseppe Martini, il quale nel 1723 ne pubblicò buona parte (1). Di somma importanza è il secondo saggio dello stesso autore sulle Minute di Passignano, tratte dall'Archivio Diplomatico di Firenze (2). giacchè con questo studio diplomatico del Kehr si allargano moltissimo le nostre cognizioni sulle minute della Cancelleria Apostolica. E. CASPAR, Collaboratore del Kehr, nelle sue Ricerche critiche sui più antichi documenti papali per la Puglia, discorre dei primi documenti pontificî per Bari, di Cattaro in Dalmazia, come sede suffraganea di Bari, e in fine di questa ultima Sede e di Trani nel tempo del riordinamento ecclesiastico dell'Italia meridionale nel sec. XI (3). L'autore nella sua ultima miscellanea dimostra a sufficienza come ne' documenti pontificî de' due Arcivescovati si rispecchino le reciproche rivalità.

H. KRABBO, nella sua dissertazione sul Diploma di Gregorio IX per il vescovato di Naumburg (4), riferisce sopra un caso curioso in cui la Cancelleria papale fece uso delle litterae tunsae. Sotto questa denominazione s'intendeva allora lettere onciali con ricchi fregi, coi quali caratteri la cancelleria distingueva le sostituzioni proprie che si faceva in occasione di confermare il soprascritto diploma danneggiato. Un altro pregevole lavoro, diviso in due parti, di E. GÖLLER contiene alcune Comunicazioni e ricerche sul modo con cui si tenevano i Registri Papali e sulla cancelleria pontificia nel sec. XIV, specie sotto Giovanni XXII e Benedetto XII (5). I primi due paragrafi trattano de' Registri segreti di Giovanni XXII, de' loro

(1) P. KEHR, Der angebliche Brief Paschals II an die Konsuln von Pisa und andere Pisaner Fälschungen, nelle Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, 6, 316-342. Cfr. Arch. Stor. Ital., 34, 513.

(2) P. KEHR, Die Minuten von Passignano, ibidem, 7, 8-41. Cfr. Arch. Stor. Ital., 35, 521.

(3) E. CASPAR, Untersuchungen zu den ältesten Papsturkunden für Apulien, ibidem, 6, 235-271.

(4) H. KRABBO, Die Urkunde Gregors IX für das Bistum Naumburg vom 8 November 1228, nelle Mittheilungen des Instituts für österreichische Geschichtsforschung, 25, 275-293.

(5) E. GÖLLER, Mitteilungen und Untersuchungen über das päpstliche Register- und Kanzleiwesen im 14 Jahrhundert, nelle Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, 6, 272-315, 7, 42-90.

modelli, poi di quelli di Benedetto XII. Nel paragrafo 3o il Göller cerca di provare che la distinzione fin qui fatta fra la Camera secreta e quella apostolica non deve più ammettersi; che ci fu soltanto una Camera, a capo della quale stava il Camerarius. Nel seguito del suo studio tratta degli inizî del Segretariato, della sua competenza, facendo un quadro de' reciproci rapporti fra la Camera e la Cancelleria. Infine fa delle osservazioni sui Registri cartacei di Giovanni XXII e di Benedetto XII. M. JANSEN, basandosi sui documenti papali conservati nell' Archivio reale di Monaco, pubblica de' pregevoli Saggi intorno alla diplomatica pontificia e alle tassazioni verso la fine del XIV e XV sec. (specialmente sotto Bonifazio IX) (1). N. HILLING dà in luce una Costituzione di Sisto IV sull'erezione del collegio de' Notari della Ruota Romana nel 1477 (2), recando un catalogo de'notari di Ruota romana nel primo anno del pontificato di questo Papa (1471). Faremo poi menzione del buon lavoro del SUFFLAY intorno agli Atti privati della Dalmazia (3), attese le relazioni intime che questi documenti hanno col notariato italiano.

Ricordiamo da ultimo due opere concernenti la paleografia latina. Il prof. F. STEFFENS ha preso per tema nella sua. Paleografia latina lo sviluppo della scrittura dal tempo romano fino al sec. XVIII (4). Ad ognuna delle scelte ed istruttive tavole di facsimili sono aggiunte ampie spiegazioni ed una trascrizione del testo. Molti facsimili (principalmente pel tempo dell'alto Medioevo) sono tratti da codici e carte di provenienza italiana. Nella introduzione si trova delineata la storia della scrittura. Le tavole di facsimili per studiare la paleografia latina di W. ARNDT (le nuove edizioni furono curate da M. TANGL) sono state riccamente perfezionate con un

(1) M. JANSEN, Beiträge zum päpstlichen Urkunden und Taxwesen um die Wende des 14 und 15 Jahrhunderts (Festgabe KARL THEODOR VON HEIGEL gewidmet, München, 1903, 146-159).

(2) N. HILLING, Die Errichtung des Notarekollegiums an der römischen Rota durch Sixtus IV im Jahre 1477 (Festgabe HEINRICH FINKE gewidmet von seinen Schülern, Münster, 1904, 169-194).

(3) M. v. SUFFLAY, Die dalmatinische Privaturkunde, nei Sitzungsberichte der phil.-hist. Klasse der kais. Akademie der Wissenschaften, 147 (Wien, 1904).

(4) F. STEFFENS, Lateinische Paläographie, Freiburg (Schweiz), 1903. ARCH. STOR. Ir., 5. Serie. XXXVIII.

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terzo fascicolo, pubblicato da M. Tangl, mercè il quale il valore di quest'opera didattica è stato aumentato in modo assai notevole (1). Il fascicolo è esclusivamente volto a dimostrare lo svolgimento della scrittura dei documenti nel Medioevo. I diplomi (pubblicati a facsimile) degli imperatori e re di Germania, le bolle dei papi, le carte dei vescovi e principi, come anche le carte private ivi raccolte provengono dagli archivi tedeschi, austriaci e svizzeri; ma spesso vi è aggiunto anche materiale italiano (di Roma e Siena).

Vienna

HANS HIRSCH.

(1) Schrifttafeln zur Erlernung der lateinischen Palaeographie begründet von W. ARNDT, fasc. 3, herausg. von MICHAEL TANGL, Berlin, 1903.

Rassegna Bibliografica

ERNST SERAPHIM, Geschichte von Livland. Erster Band. Das livländischer Mittelalter und die Zeit der Reformation bis 1582. Gotha, Perthes, 1906.

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La pubblicazione, cominciata dall' Heeren e dall' Ukert e proseguita poi dal Giesebrecht e dal Lamprecht col titolo di Allgemeine Staatengeschichte Storia generale degli Stati già da varî anni è stata divisa in tre serie: I. Storia degli Stati d'Europa, II. Storia degli Stati estra-europei, III. Storia delle provincie o regioni tedesche. Alle due prime sopraintende il prof. Lamprecht, all'ultima il prof. Tille. Ora il volume che abbiam sopra accennato del prof. Seraphim, che è dedicato alla storia della Livonia, fa parte appunto di questa ultima collezione. Sebbene a tutto rigore questa regione, che appartiene ora alla Russia, non abbia già formato parte della confederazione germanica, e neppure nel medioevo abbia avuto stretti rapporti politici coll'impero, pure si deve considerare come terra tedesca, non solo per essere stata colonizzata da tedeschi, ma anche perchè la loro cultura vi ha predominato per secoli fino ai nostri giorni. Perciò questo libro del S., che ha per oggetto principale rendere più profondo il sentimento della storia in Livonia, e nello stesso tempo far meglio conoscere agli studiosi tedeschi la storia de' loro confratelli, che fedelmente conservarono per più di 700 anni il loro carattere popolare, sarà molto bene accolto in Germania. « La storia di ciascun nostro paese » dice il Tille nella breve prefazione che premette come editore--«ci rappresenta solo una << determinata variante della natura tedesca, e chi vuol comprendere <<< nel suo insieme lo spirito del nostro popolo ne deve ben conoscere << ogni singola sua parte ».

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Dobbiamo però dire che il sig. S. non ha fatto se non un semplice lavoro di compilazione, per quanto esatta, sulle opere a stampa già edite e senza nuove ricerche di documenti. Egli comincia col dare un prospetto delle fonti storiche antiche e moderne per le tre

provincie baltiche, cioè Livonia, Estonia e Curlandia; e fa certo meraviglia il vedere come la relativa bibliografia sia tanto ricca e già si bene ordinata in cataloghi sistematici, da destare forse l'invidia di qualche altra provincia, che si trovò in condizioni politiche più favorevoli. Poi, passando alla parte preistorica, accenna le prime traccie umane che ci vengono rilevate dagli scavi, la loro cultura rudimentale, quindi le due razze affatto diverse che presero stanza in Livonia, cioè i Lettoni, affini coi Lituani e d'origine indogermanica verso il sud e nell'interno, e le orde ugro-finniche, cioè gli Estoni e Livi e i Curî, verso le coste e al nord. Giungendo così alla fondazione della colonia germanica, ne mostra il consolidamento nelle lotte che ebbe a sostenere colle popolazioni indigene, coi Russi e coi Danesi, e finalmente il suo interno sviluppo durante il secolo decimoterzo. Qui naturalmente si diffonde sull'Ordine de' Cavalieri Portaspada (Fratres militiae Christi), sulle loro pretensioni di fronte ai vescovi e alla città di Riga e sulla loro riunione con l'ordine de' teutonici dopo la tremenda battaglia di Saule. Una delle figure principali di quei tempi in Livonia fu il famoso vescovo di Modena Guglielmo di Savoia, che Papa Onorio III aveva appunto mandato colà come suo Legato nel 1225 a richiesta del vescovo Alberto. Il nostro vescovo, con mirabile sagacia e senza perdere di mira gl' interessi del suo alto mandatario, riusci a conciliare quelli pure della colonia e della città, cui subito si affezionò, aumentando al vescovo Alberto autorità nelle cose spirituali e ai cittadini di Riga l'autonomie comunali. Inoltre si adoprò anche a comporre i dissidî fra la medesima città e l'ordine teutonico e fra quest' ultimo e Alberto.

Nei capitoli che seguono si vede la lotta sostenuta dall'ordine per formare uno Stato compatto in Livonia fino alla pace di Danzica (1397); i conflitti colla Polonia e colla Lituania fino alla pace di Brest (1435); e finalmente le interne opposizioni che andarono col tempo sempre più accentuandosi, specialmente al tempo della Riforma. Mostrate le conseguenze che il movimento religioso portò in Livonia, il sig. S. dà fine a questa prima parte del suo racconto coll'esposizione della grande guerra russa e col dissolvimento della Confederazione Livoniese nel 1582. Si riserba poi per un secondo volume la continuazione di questa storia durante il periodo della signoria polacca, svedese ed anche russa.

Il libro è provvisto in fine di copiosi indici di persone e di luoghi, che servono per agevolarne la lettura e farvi all'uopo le opportune ricerche.

Firenze.

A. G.

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