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logia romanza del Monaci. Amantissimo della sua regione, ne raccolse in due volumetti i Canti popolari e le Serenate, ne illustrò le artistiche bellezze con molteplici scritti d'arte, tra cui van segnalati quelli su mastro Giorgio (in onore del quale ideò e attuò da solo, vincendo. difficoltà che parevano insormontabili, una riuscitissima. Esposizione in Gubbio), e con infinito amore ne raccolse e pubblicò gran numero di documenti. A tal uopo fondò e diresse, col Faloci-Pulignani di Foligno e coll'altro nostro consocio Milziade Santoni di Camerino, l'Archivio Storico per le Marche e l'Umbria, che poi costituitasi a parte la Deputazione marchigiana di storia patria -cedè il luogo al Bollettino della Società, ora Deputazione, di Storia Patria per l'Umbria, di cui egli ed il collega nostro comm. Luigi Fumi gettaron le basi e furon sempre i direttori e i più operosi collaboratori. Nel Bollettino il Mazzatinti s'era riserbata la rubrica dell' Analecta Umbra, nella quale con diligenza lodevolissima, con rara obbiettività, con critica sana e profonda, dava ragguaglio di tutto quanto venivasi pubblicando in libri e periodici italiani e stranieri su argomenti di storia umbra o che in alcun modo interessassero questa regione.

Per la ristampa dei Rerum Italicarum Scriptores del Muratori avea curata l'edizione della Cronaca di ser Guerriero da Gubbio e degli Annales Forolirienses (to. XXI, par. IV, fasc. 1-2 e to. XXII, par. II, fasc. 1); e già prima, per uso scolastico, insieme col triestino Padovan, l'edizione del Petrarca.

Una predilezione e una sollecitudine speciale ebbe per gli epistolari de' grandi: sin dall' 81, col Ferrini di Perugia, pubblicò alcune lettere inedite di L. A. Muratori, e con giovanile ardimento vagheggiò e iniziò la stampa dell'intiero epistolario muratoriano; dal quale grandioso disegno, ripreso poi da altri ed oggi egregiamente attuato dal Campori, lo distolse l'incarico ufficial

mente conferitogli dal R. Governo di fare studi sulla raccolta de' manoscritti alfieriani di Montpellier; e dell'Alfieri, del Monti, del Rossini, del Mazzini con Aurelio Saffi e colla famiglia Craufurd, pubblicò gli epistolari; e a quelli del Verdi e di Giuseppe Garibaldi dedicava ora le estreme sue cure, che si compiaceva già di veder coronate da prospero successo, quando la morte gli troncò a mezzo siffatta impresa, al cui compimento sovra ogni altra cosa teneva. Nella edizione de'14 volumi dei Ricordi e Scritti politici d'Aurelio Saffi, promossa dal Municipio di Forlì, ebbe parte precipua e fu, in quell'impresa, valido collaboratore e fido consigliere della vedova di quell'illustre statista e patriota, la contessa Giorgina Saffi.

Da più anni membro della Deputazione di storia patria per le Romagne, scrisse su molti argomenti relativi a questa regione, diè in luce il Diario del forlivese Giovita Lazzarini, Ministro della Repubblica Romana, e insieme col Calzini compilò un'ottima Guida di Forli.

Per incarico del Ministero della Pubblica Istruzione attese dal 1886 all'88 alla compilazione degl'Inventari dei manoscritti italiani nelle biblioteche di Francia, che furono pubblicati in tre grossi volumi. Ma l'opera per cui il suo nome è più noto anche all'estero, e per cui rimarrà in onore come quello d'uno dei più operosi lavoratori e de' più utili ricercatori d'antiche memorie a servigio degli studi altrui, si è la duplice serie degli Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia e degli Archivi della storia d'Italia: grandioso concetto di pubblicazione erudita e di consultazione, che solo in parte riuscì ad attuare, ma che, già così com'è, basta a rivelarne l'importanza ed arreca agli studi indiscussi vantaggi. Nè qualche difetto nel metodo, o qualche menda di non troppo rilievo nella distribuzione della materia e nel tecnicismo del linguaggio, possono diminuire il merito di chi, pur attendendo a molti altri svariati lavori e disimpegnando con zelo inappuntabile i doveri della cattedra e dell'uf

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ficio di bibliotecario della Comunale forlivese, osò e seppe senza aiuti ufficiali, senz'ambizione di gloria, senza compenso di sorta affrontare difficoltà che avrebbero dissuaso da una tale impresa anche i più potenti istituti scientifici, sostenuto soltanto dal suo immenso amore agli studi e dal desiderio di facilitare e giovare le indagini altrui. Ed è da far voti che non tanto per doveroso riguardo alla memoria del benemerito iniziatore, quanto pe' vantaggi che offrono, quelle due pubblicazioni siano continuate, concorrendo magari per nazionale decoro alla nobile impresa con qualche tenue aiuto lo Stato.

Se a Lui non fosse mancata la vigoria del corpo e la buona volontà d'un editore, egli avrebbe iniziata e condotta innanzi, insieme al sottoscritto e ad altri collaboratori, una terza pubblicazione periodica: quella degl' Inventari delle antiche Biblioteche italiane anteriori al 1500, che sarebbe indubbiamente stata d'utilità grandissima per la storia della cultura del nostro paese, e avrebbe servito d'opportuno complemento alle altre due serie. In una delle quali giova qui ricordarlo, poichè cade in proposito vide in parte la luce il catalogo, importantissimo, de' preziosi manoscritti della Magliabechiana e della Nazionale di Firenze, giunto omai al quarto volume.

Di principi schiettamente democratici e liberali, fu appassionato cultore anche della storia del Risorgimento patrio, e in questi ultimi anni, mentre con dotte conferenze sulla Storia del risorgimento forlivese (che sono state raccolte e pubblicate in un volume) commuoveva ed entusiasmava l'uditorio, metteva insieme e ordinava con intelligente affetto, in una sala della pinacoteca di Forli, un Museo storico del Risorgimento romagnolo, ch'è tra i più importanti del genere, e della cui iniziativa appena pochissimi de' suoi più intimi seppero ch'ei si era dato pensiero. La sua competenza, del resto, anche in questo ramo di studi ci è attestata da varie

pubblicazioni, tra cui van ricordati i brillanti articoli che scrisse in difesa del Maroncelli contro le ingiuste denigrazioni mossegli dal Del Cerro, quelli per la Storia della Giovine Italia, l'Agonia d'un Regno che Alberto Lumbroso non disdegnò di porre come prefazione al suo bel volume su Gioacchino Murat, e tanti altri lavori di minor mole sparsi ne' più accreditati nostri periodici, come la Rivista d'Italia, la Rerne Napoléonienne, ec.

E non sono ancora due anni che con me e col Fani iniziava l'Archivio storico del Risorgimento Umbro, al quale rivolse le estreme sue cure, finchè non sentì mancarsi del tutto le forze; nè anche allora seppe dimenticare questa sua ultima ed a lungo vagheggiata e meditata iniziativa, poichè e nell'ultimo colloquio ch'ebbi con lui e nelle lettere che prima di morire mi scrisse, sempre con affettuosa sollecitudine s'interessò di questa pubblicazione.

A completare la bibliografia di lui ben altri limiti di spazio si richiederebbero che non quelli consentiti ad un semplice cenno necrologico; ma le sommarie indicazioni che qui ho date son forse sufficenti a dimostrare qual fosse l'attività meravigliosa di lui, la versatilità del suo ingegno e quanto sia grave la perdita che coll'immatura morte di lui han fatto gli studi italiani!

Firenze.

G. DEGLI AZZI.

NOTIZIE

Società e Istituti Scientifici.

IX Congresso storico subalpino.

In occasione del bicentenario dall'assedio e dalla liberazione di Torino fu tenuto in questa città, e precisamente nella storica aula del Parlamento sardo, il IX Congresso della Società storica subalpina; al quale si fecero rappresentare parecchie società e riviste storiche di altre regioni italiane, fra le quali la nostra Deputazione toscana e il nostro Periodico. Sotto la presidenza effettiva del comm. Usseglio, dei cui lavori l'Archivio si occupò parecchi anni fa, e sotto la vicepresidenza del marchese Ferrero di Cambiano, del marchese Guasco di Bisio, del prof. Eusebio dell'Università di Genova, del teologo Alessio, del colonnello Poggi, del cav. Gabiani, dell'avv. Rondolino e del conte Cavagna Sangiuliani, gli studiosi, intervenuti in numero notevole, comunicarono il frutto di loro ricerche e parteciparono con alacrità alla discussione degli importanti temi, opportunamente preparati dal Comitato permanente dei congressi.

Naturalmente, la circostanza nella quale s'adunava quel dotto Consesso influi in parte sulla scelta delle comunicazioni: prof. De Botazzi parlò del generale Virico Daun, a cui, uscendo da Torino, Vittorio Amedeo II affidò la difesa della piazza; l'avv. Rondolino discusse elegantemente la questione del voto fatto da Vittorio Amedeo II sul colle di Superga prima della battaglia del 1706; il prof. Toppino discorse di un racconto storico di Luigi Allerino, nel quale sono narrate le vicende degli assedi di Verrua (1705) e di Torino (1706).

Fra le altre comunicazioni ricorderemo quelle del prof. Dino Muratore, sull'istituzione del Collare dell' Annunziata; del dott. Do

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