Slike stranica
PDF
ePub

che Beppe (1) si tenga più sulla difensiva, bisogna che cominci a dire a Delegati o altri; chi scrive ha perfettamente ragione. Mi duole soltanto che Ric. (2) possa credere ch'io scriveva durante quella breve ombra di contatto. L'art. era mandato prima. Poi venne la sospensione operata da Comp. quindi, quando Beppe me ne parlò, negai. Se mi avesse detto che il mio nome era in calce avrei indovinato quel che i tipografi compositori italiani fecero, vedendo giungere quegli articoli. Scrivetemi: cauto, ma non troppo laconico. Curate il Cortonese e tutta quella parte importante per la posizione; il Pistoiese e il Sienese.

Vostro aff.me
Giuseppe.

Ricordatemi ai due Beppe. Al secondo dite che non si arrabbi per la lettera al Re.

Se fossimo uomini di puro pensiero, unica cosa da farsi sarebbe di tener su la bandiera pura, anche soli e per l'avvenire. Volendo agire e fare agire il caso è diverso. La lettera del resto sarà atto di accusa a benefizio dei repubblicani più tardi. Noi lavoriamo oggi a provare la necessità della repubblica colla dimostrazione << per absurdum » di Legendre. Qui non vogliono: di là non si va: quest'altra via è chiusa; dunque etc.

Ho un raffreddore tremendo, conseguenza dell'umido raccolto in viaggio.

Badate a spargere la lettera in Livorno; se no s'irritano. Greg. ha, credo, conoscenza d'un fuochista sulla via ferrata. Chiedetegliene.

C. P.

Giuseppe.

XVI (3).

A Piero Cironi.

26 ottobre 1859

Com'è che non mandate la corrispondenza? In due lette e almeno ve la chiesi. Eravamo rimasti d'accordo, che, appena l'avessi chiesta, l'avrei. Era vostro desiderio pure farlo. Ve la torno a chie

(1) Giuseppe Dolfi.

(2) Ricasoli.

(3) Sulla lettera è scritto: Piero, ed ha un foglio di coperta con l'indirizzo: Sig. Piero Cironi, non di mano del Mazzini. Sulla busta è l'indirizzo: Tip. Aldina, Prato, Toscana, e nel timbro postale: Genova, 29 ott. 1859. laddove nel testo della lettera la data è 26 ottobre.

dere dunque: deve servire come materiale per l'America, e si vorrebbe regolare possibilmente due volte la settimana, quando almeno v'è da dire qualche cosa prima che la dicano gli altri. Poi potrai giovare ad un tempo a me pure. Mandate, come vi diceva, la prima a me, poi vi darò indirizzo per chi deve farne uso, quando, com'è possibile, io mutassi soggiorno. Quanto all'altre cose v'ho scritto e mi preme sapere se riceveste se dopo gli articoli di Zurigo, v'è sintomo di risveglio

se avete potuto fare ciò che io vi Piacenza e parte

[ocr errors]

chiedeva. I patti firmati sono, come vi dissi del Parmigiano al re: la Duch. di Parma in Modena: il resto ai vecchi padroni con concessioni. E si discute se i francesi debbano invadere il Centro. Onde se si decidesse o adesso o più mai. D. (1) e gli altri in verità tradiscono, senza saperlo, il paese. Ma badate: se osate, potrete finire per dominarli e trascinarli. Soltanto vi bisogna cercare punto di appoggio diretto in un elemento che esiste negletto: il popolo. Dite ad Aug. e Gug. di formarsi due squadre: Scrivete caldo a Livorno e li avrete con voi chiedete loro indirizzi di popolani altrove. Son certo che al disotto della sfera Massei e C. v'è gente da trovar fuori. Lo tocco con mano nell'altre parti d'Italia.

Addio. Fate avere l'acclusa a Emilia.

Vostro aff.mo
Giuseppe.

Ditemi delle copie dello scritto che ho detto volervi mandare. Sarà pronto la settimana ventura. Degli Ungh. dei quali parlavo, un 120 si sono ridotti a stento nel Modanese ed ivi ordinati sotto un Ungh. amicissimo mio.

È un vero peccato contro l'Italia che il Ric. e Far. (2) abbiano lasciato che gli altri siano costretti dalla fame a tornarsene sotto l'Austria. Invece di monumenti non era meglio fare sottoscrizioni per questo?

Chiesi a D. di abbuonarmi per un mese dal 16 di questo al Risorgimento; e non l'ha fatto: ora non m'importa gran che.

La lettera, come sapete, fu tradotta in ingl. da Carolina Stansf. (3) e inserita nel Times.... Morn. St. ed altri: tutti contro, meno il M. St. tradotta in francese dalla moglie di Charras, inserita nel Confederé: ristampata in parte per la Francia, tradotta in tedesco da L. Bucher etc.

(1) Giuseppe Dolfi.
(2) Ricasoli e Farini.
(3) Stansfield.

XVII.

A Piero Cironi.

4 novembre 1859

C. P.

Ebbi la vostra del 23.

Non intendo come tutte le lettere debbano andare in mano alla gentaglia che vi governa. Mutai sempre indirizzi. Scrissi ad uno datomi da Ang. e a un altro pure suo in posta e a un altro datomi da D. e alla Tip. Mandai, a seconda degli accordi, due volte specie di Bollettino per Liv. etc. Mandai bigliettino e indirizzo per Parma. Pazienza. Non ho mai veduto cosa più schifosa del vostro Governo.

La corrispondenza che dovevate scrivere e subito è per l'Ame- . rica: due volte la settimana potendosi: una volta sola quando non v'è proprio cosa da dire. Nomi, tendenze, partiti, arresti, cenni sui governanti, stampa e chi la dirige, etc. Fatela dunque subito e spedite al sig. Fioratti tipografo in Lugano, per la Mario. Dipende da questo la continuazione di quell'aiuto.

Quanto a noi, se i vostri dormienti non si svegliano dopo la lett. di Nap. e il resto, son morti davvero. Non so ancora cos`abbiano deciso nel colloquio militare tenuto presso Farini da Garib. e dagli altri, dopo il colloquio col re. Ma se non passano il Rubicone siete perduti. Secondo ogni probabilità sarete occupati dall'armi francesi. Allora che faranno D. e Comp. ? (1) D. è veramente reo d'avere sprecato una popolarità meritata e d'avere abbandonato il paese a Ricasoli. Il contatto governativo ha rimpicciolito quell'anima buona e santa di popolano. Ei poteva far la parte, con intelligenza maggiore, di Ciceruacchio, che portava Roma al palazzo del Papa. E la prova del rimpicciolimento è il suo tollerare d'essere interrogato dal Bossini (2) su me, e il non rispondere irato: Non so se Mazz. sia qui; ma s'ei vi fosse, io lo prenderei sotto braccio e vedrei chi verrebbe a strapparmelo.

(1) Dolfi e Compagni.

(2) Alessandro Bossini, allora Prefetto di Firenze.

Per Dio vivo e vero, non sa egli, non sanno gli amici che qui si tratta della morte o della vita d'un popolo? non sanno che il non tentare quanto si può, gli è tradire? e che il levarsi e vincere per poi abbandonare il paese ciecamente all'arbitrio di un Ricasoli, duchista nel 48, erra fra il tragico e il ridicolo? (1). Oggi ancora, possibile che non si trovino dieci cittadini i quali vadano all'Assemblea e dicano: «< Signori abbiamo dato tutte prove pos<<< sibili di pazienza e bonarietà, ma siamo stanchi e vogliamo sa<< pere: Siamo noi del Piemonte? Accetti il Re subito e sia finita; << se no vogliamo essere dell' Italia futura e contribuire a farla. Vogliamo che Tosc. Duc. e Legaz. si fondano in uno e non << abbian che un'assemblea nella quale s'eleggano Italiani d'ogni << provincia. Vogliamo che da questa assemblea si scelga un Dit<< tatore militare Garibaldi. Vogliamo si marci su Perugia e Napoli ». E se questo non può farsi quetamente si diffonda nel popolo, si gridi che i Governi tradiscono, si gridi Dittatore Garibaldi. E se questo non può farsi si lavori segretamente a preparare il popolo a resistere ad ogni straniero: si manufatturi quell'arme che susciti; e intanto si mandi, come suggerii, chi lavori nei volontari toscani ed altri, perchè gridino « Viva Garibaldi! » in Bologna, mandino al diavolo Cipr. e consorti e passino: se passano, per Dio, Garib. ed altri li seguiranno. Il non far nulla non è più prudenza; è paura. Mi sento venire il rossore alle guance nel pensare che se domani alcuni reggimenti francesi se ne vengono a stanziare in Tosc. per prepararvi il ritorno del Duca, voi gli accogliete colla solita ipocrisia, a festa e campane, non come quelle di Nicolò Capponi (2).

suon di

il modo è rovesciare

Lo scopo insomma è uno: andar oltre quanti s'oppongono a gridare Garibaldi, stipulando con lui che passi i mezzi di accostarsi allo scopo devono maturarsi e scegliersi tra voi. E quanto alla questione interna, una sola Assemblea, nucleo dell' Italiana, e fusione, Perdio! non potendo esser del Re, se lo credete, purchè uniti!

Ma il non far nulla per voi, nulla pei vostri fratelli, nulla per dichiarare che sul terreno delle quattro Provincie emancipate

(1) Per farsi un giusto concetto del come fosse duchista il Ricasoli, si veggano le osservazioni messe di proprio pugno dal Barone, nella Vita che di lui scrisse il DALL'ONGARO, e che conservasi presso la R. Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, pp. 26, 31, e nelle Lettere e Documenti ecc., vol. II, pp. 45, 59, 62.

(2) Piero Capponi. È un lapsus calami sfuggito al Mazzini.

non volete stranieri d'alcuna sorte, nulla per dichiarare le vostre intenzioni all'Assemblea, al Governo, al Re, a chi volete, pel solo piacere di aver di tempo in tempo una nota di buona condotta dalla Patria in verità dovrebbe farvi vergogna.

So che voi individualmente fate quanto potete, fuorchè l'esser due volte la settimana a Fir. come avevate promesso.

Ma fatemi il piacere di leggere questa a D., e all'amico di Livorno oggi tra voi. E intendetevi con lui che è caldo e sente la necessità di agire.

Se credete che io possa nuovamente giovare colla presenza, non dovete che parlare una parola.

Che cosa sapete dell'abboccamento che ebbero segretamente pochi di sono Cipr. e Ricasoli alla frontiera toscana? (1).

Ho scritto ab irato or ora, e mi vengono innanzi i calmanti delle gazzette che cantano miracoli imminenti. Non muto però. Se proponessero la reggenza sarebbe male; altro passo provvisorio; altro riconoscimento della dipendenza dall'estero. Congresso o altro. Se vogliono il Re per forza unico passo è il chiedere accettazione immediata; e se ricusata, ciò che ho detto. E primo atto dell'Assemblea dovrebbe essere votare un ringraziamento a L. N. per quel tanto, accoppiato con una dichiarazione che le provincie emancipate non ammettono soggiorno di truppe straniere sul loro territorio.

Ciò che mi dite di Bix. è vero; è vecchia abitudine in lui: se muoveranno, andrà tutto bene; se staranno a quartiere finiranno per ammazzarlo, e sarà gran perdita.

Vi diedi tre indirizzi nuovi, i quali saranno andati in mano alla nostra polizia. Giovatevi di Gril., della sig. Laura, di tutti, purchè le vostre mi giungano.

Buono il Programma dell'Assoc. Troppo poetica forse la linea << sotto qualunque forma di reggimento» e potreste aggiungere << voluta dalla manifestazione legale della Nazione ».

L'adunanza 30 ottobre partorì cosa alcuna? Badate se D. riceve lettere da Bol. per me, fate non indugi a inoltrarle.

Addio: vogliatemi bene.

Vostro Affo
Gius.

(1) L'abboccamento di Pratolino che ebbe luogo il 28 ottobre fra Cipriani e Ricasoli. Ved. Lettere e Documenti del Barone Ricasoli, vol. III, pp. 465, 470, 472, 484.

« PrethodnaNastavi »