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XXI (1).

14 dicembre 1859

Fratelli.

Ebbi le vostre 28 Nov.-3 Dic. - 16 Dic. e le acchiuse. Per non consumare in discussioni quasi individuali il tempo che vuole esser dato al paese, mi limiterò a rispondere a quella di D. che ritratto quanto d'aspro poteva contenere la mia. Voglia egli condonarlo al dolore col quale io la scriveva, col paese afflitto di vergogna e minacciato di rovina sugli occhi. Non sia più gara tra noi se non di lavoro. La V. 9. 3. 17-2 etc. si diffonda rapidamente in III 4 VIII 26. 1. 16. in 16. 26. 15 e tra i 22. 4. 18. Se occorresse mai contatto di viaggi e per non dar carte ricordatevi che par. d'ord. trim. dal Dic. in giù è: VII 15. 16, 20. 18. 1. 3. 8. II 3. 7. 1. 9.

Non so se a quest'ora possiate avere copie del mio libriccino, che parmi dovrebbe essere utile. Gli indugi dipendono da difficoltà di contrabbando attraverso la frontiera. Se mai ne aveste copia, lo credeste utile e aveste modo di farlo ristampare per l'estero e sopratutto per l'esercito, dove bisognerebbe diffonderlo, fate pure. Se invece riceveste delle mie copie, fate di venderle e darmene conto.

Il primo numero del Giorn. verrà fuori il 21 di questo mese: poi regolarmente di settimana in settimana l'anno venturo. Bisogna aiutarlo: manderemo copie. Ricevendo il primo numero l'abbonamento per un trimestre dovrebbe pagarsi subito. Ogni denaro deve spedirsi direttamente a V. 9. 2. 17 all'ordine della Sig. Maria Fraschina Guerri, sino a nuove istruz. che vi verranno, per ciò che riguarda il Giorn., da Alberto Mario; o, non potendosi aver tratta, all'amico V. 18. 25 etc. nostro, a Piero. Dall'esattezza degli aiuti dipendono le sorti del Giorn.

Il Giorn. è l'organo del Partito. È dunque necessario lo rappresenti davvero. Oltre la corrisp. regolare già assunta da uno

(1) Con busta e indirizzo al Sig." Natale Casoni, droghiere, Firenze. Nel timbro postale Lugano, 14 dec. 1859 e in un altro timbro, Milano, 15 dic. 1859. Con questa erano inchiuse anche le lettere seguenti al Castelli e al Giannelli.

dei vostri, se possono spedirsi buoni articoli sulla Tosc. o su questioni d'ordine generale italiano, si faccia. Quanto può servire alla storia dei moderati sarà prezioso. Le corrisp. dovranno pensare all'avvenire, mettere in luce gli uomini che potrebbero un giorno essere chiamati a giovare al paese etc. Fate insomma del Giornale cosa vostra davvero.

Prima cura della V 9. 3. 17. dev'essere formarsi una cassa. Nelle regole fondamentali, il terzo di questa cassa dovrebbe venire al Centro supremo. Bensì, non importa mandarlo: e basterà serbarlo intangibile a disposizione del Centro, facendomi nota mensilmente la cifra. Nel caso poi d'un viaggiatore destinato a missione d'utile generale, il Centro o richiamerebbe la somma, o passando il viagg. per V 28. 19. 25. lo autorizzerebbe a ritirarla.

Non sia un solo membro che non versi una quota mensile; e contribuisca l'operaio non fosse che per pochi centesimi mensili. Ogni donna affratellata s'assuma, oltre la quota, una lotteriuccia di qualche oggetto, un dono di superfluo ornamento; una sottoscrizione d'un soldo da doversi ritirare dai conoscenti all'infuori dell'associaz. Una fanciulla lomb. ha or ora realizzato in sei settimane una somma di 45 franchi a un soldo per volta. Essa procedette instancabile a chiedere un soldo a quante persone le si affacciavano nelle sei settimane; e stabili altri otto o dieci cerchi di riscossioni siffatte tra le sue amiche, talune allieve in pensione di fanciulle. Cito questi fatti unicamente ad esempio, e a mostrare come potrebbe, con pertinacia di volontà, generalizzare una contribuzione del popolo su larga base. Or questa è cosa vitale; senza cassa il partito rimarrà sempre sterilmente nel vero ideale; con una cassa e avendo programma fondato sul vero è certo di vincere. Seconda cura dev'essere la provincia. Bisogna di località in località stendere la catena, non fosse inanellata che da un solo individuo. E distendersi segnatamente nelle parti che stanno finitime alle prov. rom. Curate V. 9. 19. 9 sommamente. Il popolo v'è disposto visibilmente al bene; manca di dati per giudicare rettamente le cose. Ogni settimana dovrebbe recare ai nostri un bollettinuccio ms. che avviasse il loro giudizio. È cosa essenziale. Un uomo solo non può far tutto; dividetevi il lavoro. I. 4. 13. 6. 7 potrebbe far questo benissimo: dovrebbe quindi.

Le decisioni del Congr. ci saranno avverse. La sommessione sistematica dei governanti e l'inerzia finora assoluta del Partito hanno avvalorato il partito avverso a noi, cioè l'Aust. e il Bonap.

È questo il segreto del raffreddamento dell'Ingh. Cominciano a non credere nella nostra energia e nella nostra volontà. Ora è

questione di salvezza ed è questione d'onore il prepararsi a resistere coll'armi e coll'insurrezione, se i governanti si mostreranno codardi a quelle decisioni. Bisogna prepararvi il popolo, crear l'opinione della resistenza, perchè l'opinione agevoli il fatto del quale la minorità organizzata dovrà dare il segnale. Le Romagne sono già condannate alla restaurazione pontif. La Tosc. al dilemma: O restaurazione o un Bonaparte. Se cedesse meriterebbe di esser cancellata dal novero dei popoli. Or la resistenza dovrà consistere nella resistenza locale e nell'italianizzamento del moto. L'invasione e quindi l'insurrezione delle prov. rom. fino all'Abruzzo per collocare il regno tra l'insurrezione delle provincie e quella della Sic. che è certa, rimane pur sempre l'unica via di salute. Un lavoro attivo d'affratellamento, dovrebbe dunque dirigersi sull'esercito e generalmente sul Centro. Bisogna trovar modo di lavorare sul basso delle truppe tosc., perchè a quell'epoca siano pronte anch'esse a un pronunciamento nel senso dell' offensiva. Cercate tra i bassi uff. chi inizi il lavoro, o introducete nuovi arruolati nelle file. Là sta la salute.

L'unico atto veramente italiano che dovrebbe farsi durante il Cong. è questo: Un indirizzo al Cong. stesso nel quale si chiedesse l'Italia per gl'Italiani; nel quale invece di mendicare aiuto o protezioni, si dicesse: L'Italia chiede di esser lasciata sola alle proprie faccende; nel quale parlando in termini convenevoli dell'esercito franco e dei servigi resi, s'insistesse citando le antiche e le recenti promesse sull'abbandono di Roma e la partenza delle divisioni francesi. Pur troppo temo la proposta inverificabile tuttora: nondimeno sarebbe atto talmente degno, che giova pensarvi. E se mai non credeste impossibile di fare circolare un giorno fra i popolani e la gioventù un indirizzo a quel modo e raccogliere firme, scrivetemelo subito, perch'io sottoponendolo, s'intende, a modificazioni da voi, ve lo manderei. L'esempio dato da una città, non v'ha dubbio, sarebbe seguito.

Per ciò che riguarda la questione interna, è chiaro che la formazione compatta del Centro d'Italia è l'unica impresa nazionale davvero. Bisogna agitare continuamente in quel senso. Ciascuna provincia voleva annettersi al Piemonte per confondersi in uno; dubbio, riluttante, o impedito il Piemonte, è chiaro che bisogna formare un altro centro di fusione italiana. Il giorno in cui il Piemonte mutasse politica, un'unica annessione scioglierebbe il problema. Intanto ogni provincia che insorgesse troverebbe un centro di fusione già presto. E il Centro unito sarebbe più forte a resistere ad ogni pressione straniera. Ricasoli ha doppiamente

torto, perch'ei dimentica il principio e praticamente sa che nelle intenzioni attuali di L. N. le Romagne devono tornare al Papa e la Tosc. cadere nelle mani di un Bonaparte. Egli dunque agevola il disegno straniero. La Tosc. dovrebbe seriamente pensare ad emanciparsi da lui rapidamente.

Due frazioni dell'It. Cent. sono il precedente più funesto che dar si possa all'Italia e al Congresso.

Son queste le somme linee che la condotta dell'Associaz. dovrebbe eseguire. E osare. V'è una disposizione latente a mutar via nelle moltitudini che si tratta di indovinare. L'abitudine dell'inerzia, del serbarsi devota ai cenni dall'alto è ancora potente; ma non si è più soddisfatti. E quei che apriranno risolutamente una via migliore, saranno dicerto seguiti.

L'assemblea qual'è, riconvocata, non darebbe seduta; o è dunque necessaria una rielezione, che or forse darebbe resultati diversi, o bisogna che l'iniziativa trapassata nel popolo eserciti pressione potente sulla vecchia Assemblea e manifesti la volontà dei Tosc. ch'essa non dovrebbe se non registrare.

Addio, fratelli, riscriverò fra non molto. Amate il vostro

Giuseppe.

La mia ventura sarà, s'altro indirizzo non mi viene da voi nell'intervallo, al VII. 16. 17. 5. 6. Ditelo a D. La vostra a me sia alla VIII. 15. 21. 16. 7. 4. 12. 23. 2. III 19. 1. 2. 5. VIII 16. 17. 15. 21. 6. 1. 6. I 7. II 14. 3. 2. III 1. 2. Sotto coperta D. B. per l'amico.

XXII (1).

14 dicembre 1859

C. A.

Una linea appena. Ho la vostra. Come dovreste a quest'ora sapere, si sono ridesti in Fir. E quindi spero che non mancherà l'eccitamento che chiedete. E del resto il Giorn. che comincia il 21 di questo mese soddisfarà in parte al bisogno.

Difficoltà di contrabbando hanno impedito l'invio di molte copie, ma vi dovrebbero essere giunte o giungere a momenti. No, non andremo più indietro, e anche l'ultimo scritto è un passo innanzi. Ma siam pochi ed il popolo italiano è ancora più indietro che non credete. La dimissione di Gar. doveva produrre più assai.

(1) Fuori è scritto Cast. Forse Castelli o Castellazzo.

L'obbiettare del Ricasoli alla riunione delle quattro provincie in una, dovrebbe avere aperto gli occhi a molti pure. Perchè malgrado ciò ch'ei ne dice, siccome nella mente di L. N. è che Bologna torni al Papa e la Toscana vada al Cugino, il tenerla separata è appunto agevolarne il disegno. Comunque, dacchè non s'è potuto italianizzare il movimento prima, non vi è che preparare gli animi a farlo, e resistere e insorgere, quando le decisioni del Congresso saranno note.

Allora bisognerà fare a ogni patto. Perch'io vedo l'impossibilità di far prima, vi scrissi se non era bene di pensare, per questo intervallo, al problema dell'esistenza. Ma voi non avevate ricevuto ancora la mia.

Or che sapete a ogni modo il quando, che sarà probabilmente in marzo, giacchè meno di due mesi il Cong. non può durare, deciderete per voi stesso. A quell'epoca sarò in It. anch'io e avrò bisogno di voi.

Addio in fretta; ma

Vostro
Giuseppe.

14 Dic. Lib. (1) Saf. (2) sono in Ingh. (3) Ros. (4) è altrove per noi. Mar. (5) dirigerà materialmente il Gior. (6).

A. C.

XXIII.

Ad Andrea Giannelli.

14 dicembre 1859

Non ho adesso tempo, ma la lettera che io scrivo a Piero è per voi tutti: la vedrete quindi: essa contiene tutto quello che vi direi. Vedrete che raddolcisco, come posso, e dietro ciò che mi dite, le cose scritte a D. Non credo però aver fatto troppo effetto. Lavorate nel senso puro. Io non son vincolato ad anima viva. Se gl'Italiani fossero capaci di passare al di là dell'assurda frontiera

(1) Libertini.

(2) Saffi.

(3) Inghilterra.

(4) Rosolino.

(5) Mario.

(6) Giornale.

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