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Anno 740 di Ro.

ratore di Augusto abbiamo dall' inscrizione di Pola. sopra bella base, che si attrova nella loggia del pubblico palazzo in Pola. Essa è stata da varii riportata, benchè non poco corrosa, e non l'ommise il co. Carli T. II p. 86.

15. QUINTO CAJO PETRONIO procuratore delle porpore di Cissa dell' Istria, seviro augustale, e patrono del collegio dei porporarii di detta Cissa, troviamo in bel marmo scoperto alla ponta Barbariga nel 1778, la cui inscrizione dottamente fu illustrata dal marchese Girolamo Gravisi, con lettera che si legge inserta nel tomo III delle Antichità Italiane del conte Carli pag. XIV; ed in precedenza riposta negli atti della società Archeologica d'Inghilterra dal cav. Strange.

Istriano.

Q. C. PETRONIO. M. C. PETRONII . F.

VIVIRO. AVG.

PROC. BAPHII. CISSAE. HISTRIAE

ET

COLLEG. PVRPVR. CISSENS

HYSTRIAE. PATRONO

T.CORYLL. CRYSOMALVS. PVRPVRARIVS

AVG. LIBER.

Nell'Istria in Cissa, detta ai tempi di Pietro Coppo punta Cissana, oggi punta Barbariga, vi era una fabbrica di tintura di porpora, ed unica per la Venezia e l'Istria, provincie ambedue che nel basso impero erano comprese in una sola, e per lo più chiamavansi col nome d'Istria. Paolo Diacono disse (lib. II 14) utræque pro una provincia habentur.

La notizia dell' impero d'Occidente (cap. xxxvIII) c'insegna, che in quel e

stesissimo impero nove soltanto erano le tintorie, ed altrettanti i procuratori, i quali invigilavano alla perfezione della porpora, opera assai gelosa, e che serviva privativamente ad uso del solo principe.

Svetonio dice (in Ner.cap. 32) essere stato Nerone, che primo degl' imperatori vietò ai privati la tinta della porpora, e Graziano (l. 1 Cod. quæ res.) inflisse la pena di morte a chi avesse venduto solamente la lana tinta. Finalmente a tal grado di gelosia giunse quest' arte, che al declinar dell' impero, furono soppresse tutte le tintorie, e ne fu ristretto l'esercizio nel solo palazzo imperiale; e gli artefici nè per se stessi, nè per i loro figliuoli potevano abbandonarlo. (Leg. Musil. C. si quis ).

Che il nostro Petronio fosse istriano fondatamente possiamo dedurlo da quanto in precedenza fu detto della gente Petronia, specialmente al n. 3.

Anno 745 di Ro

ma.

di Cittano

va

DISPENSATORI I,

16. PARTENOPEO servo dispensatore di Augusto abbiamo da una lapida ritrovata in Cittanuova, e trasportata a Padova dal vescovo Tommasini, male interpretata dall' Orsato (Monum. Patav. p. 233) e spiegata ragionevolmente dal Reinesio (Class. 1x p. 32) nella parola DISPVERNE, cioè Augusti dispensatori verne, la qual cosa significa, cassiere, o agente domestico di Augusto (Carli Ant. Ital. T. II p. 124. 296).

BENEFICIARII I.

Istriano.

17. QUINTO MARIO PROCULO istriano della tribù Arniense beneficiario del proconsole, ei manifesta la bella iscrizione ritrovata in Roma negli orti di casa Mattei, riportata diligentemente dal Maffei ( Museum Veron. p. 267. 1), e riferita dal Carli Id. T. II. p. 63.

TABULARII, OSSIA RAGIONATI 5.

746 di Ro.

di Pola.

18. AROGO liberto tabulario di Augu- Anno sto, ossia ragionato rilevasi da inscrizione ritrovata in Pola, che incomincia AROGO. AVG. LIB. TABVLARVM. portata dall'Appiani p. cccxi, dal Grutero pag. 588 n. 10 p. 589 n. 11, e dal Carli id. T. II p. 110, il quale a pag. 109 ha un' epigrafe di Pola mancante del nome ma che indica un altro tabulario di Augusto.

stria.

19. EUFEMIO liberto tabulario di Au- di Capodigusto si ha in lapida ritrovata in Capodistria, che ci dà il Carli id. p. 109, nella quale pure vi ha il seguente :

20. GIANUARIO liberto AVG. TABVLARIO di Capodi

A. P...

T.. 1.. NO.,

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cioè tabulario del

patrimonio, ossia cassiere di Augusto.

stria.

21. GIANUARIO, coadjutore del ragiona- Istriano. to di Augusto riscontrasi in lapida portata dall'Istria a Padova dal Tommasini, pubblicata dall' Orsato e dal Carli T. II p. 254, la quale termina IANVARIVS. AVG. N. ADIVT.

TAB VL.

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