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3 kal. augusti 1431 provisum fuit ecclesiæ scardonensis per obitum Fr. Joannis ord. eremitarum de persona domini Jacobi plebani S. Joannis de Mugla, præsentis in curia. Si pretende che fosse della famiglia Martinusia, ricca, nobile e valorosa della Croazia. Ebbe una sorella maritata nella

famiglia Utifsenovich, dalla quale nacque il cardinale, che volle chiamarsi il cardinale Martinusio, in memoria del zio. Giovanni fu pievano di Muggia nell' Istria, e probabilmente anche nativo di quel luogo.

Nel 1431 trovandosi a Roma per gli affari della sua parrocchia, l'ardente di lui zelo nel promovere il culto divino, la prudenza e desterità nel maneggio degli affari, la somma integrità, e singolare dottrina non rimasero ignorate al pontefice Eugenio IV., mentre ammirando in lui queste eccellenti qualità, lo dichiarò vescovo di Scardona. Le gesta di lui nell' episcopato sono ignorate, essendo perite tutte le carte, gli atti, e documenti di quella curia nel saccheggio è rovina della città. (Farlati Illyr. Sacr. T. IV. p. 22).

133. FRA LODOVICO, ossia Luigi Tra- di Piano,

1436

versari da Pirano min. conv., teologo de' più

scienziati del suo secolo, nel 1436 fu fatto vescovo di Segna, da Martino V. secondo il Naldini (Corogr. di Capod. p. 301), e secondo il Farlati (Ill. Sacr. T. IV. p. 127) dal pontefice Eugenio IV. giusta il diploma pontificio: Dilecto filio Lodovico de Pirano el. segnien. ecclesiarum utilitates etc. Postmodum ecclesia Segnense ex eo vacante, quod venerabilem fratrem nostrum Joannem anconitanum, tunc Seignensem episcopum, licet absentem, vinculo absolventes, eum ad ecclesiam Anconitanam tunc vacantem auctoritate apostolica duximus transferendum, præficiendo eum illi in episcopum, et pastorem etc. Dat. Bononiæ an. 1436. 4. id. augusti anno sexto. Dopo sei mesi fu traslocato al vescovato di Forlì dallo stesso pontefice nel 1437 al 21 di marzo come si ha dall' Ughelli (Ital. sacr. T. 1. p. 583). A sentimento del Waddingo fu egli dottissimo, e dopo dieci anni di episcopato rinunziò l'onore e l'incarico : hic doctissimus vir unus fuit, inter sex

1442 di Trieste.

disputores, quos latini in concilio Florentino adversus græcos disputarunt ; et quidem Aloysius magna opinionis in concilio graviora munia subiit. Seditque ad ann. 1446; deinde eo munere se abdicavit.

Nel 1423 fu professore di teologia nell' università di Padova, ma perchè non approvata dal senato questa cattedra, passò a quella di filosofia ordinaria, che abbandonò, e poscia dopo dieci anni riprese, cioè nel 1432. (Facc. Gym. Pat. T. 1. pag. 94. 104.) 134. DE ALDEGARDI Niccolò triestino, dal pontefice Eugenio IV fu eletto vescovo della sua patria nel giorno 28 decembre 1442. Si diportò nell'episcopato con saggezza e pietà, specialmente dove si trattava del bene spirituale ne' suoi diocesani. Cessò di vivere nel 1447, e fu sepolto in quella cattedrale. Dopo la morte di questo vescovo l'imperatore Federico III. ottenne dal pontefice il diritto di nomina a quel vescovato, colla condizione di nominare un'estero, non della città per ovviare i disordini e le inquietudini derivanti da un patriotta, affine che la città fosse tranquilla dai partiti. I

e

Cesari però non addottarono sempre l'ingiunta condizione. Ughelli p. 581. Mainati T. II p. 261.

135. GIOVANNI figlio di Mochor, e di Nemarna di Parenzo, nel 1419 fu canonico di quella cattedrale, e nel 1457 vescovo di Arbe, quindi nel 1442 traslatato alla sede della sua patria. Dal suo testamento si rileva, ch'egli fu parroco in Padova, predicaesaminatore nel collegio de' teologi, e ch'ebbe una buona libreria, e fece de' ristauri nel palazzo vescovile. Dopo 15 anni morì, e fu sepolto in quella cattedrale. Ughélli T. v. p. 411, e meglio il Vergottin. Sagg. pag. 77, 84.

tore,

136. GOPPO Antonio triestino, decano e canonico di quella cattedrale, fu assunto al vescovato della sua patria nel dì 15 naggio 1451. Dice l'Ughelli T. v. p. 582, che dopo aver amministrato con somma vigilanza la commessagli chiesa, avendo celebrato varii sinodi, e stabilito il suo clero a correttissimi costumi, passò alla miglior vita nel 1487 dopo 37 anni di reggenza. Mainati T. II. p. 267.

1442 di Parenzo.

1451 da Trieste.

1459 di Capo

137. Maestro FRANCESCO da Capodistria distria. servita, concittadino del Novaria (vedi cap. V. articolo: Torniello Novaria generale

1478

de' Servi) dal pontefice Pio II. fu destinato arcivescovo di Epidauro. Secondo il Farlati T. VI. p. 168, 173. sembra però questo un errore mentre nel 1460 si vede arcivescovo di Ragusi il servita Francesco Capio di Siena cugino del pontefice suddetto, quando non fosse l'altro Francesco Capiteo, ossia de Capitibus del 1463.

138. PASCASIO da Gallignana di arcidi Galli- diacono fu fatto vescovo di Pedena, e po

gnana.

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scia vicario generale del patriarca di Aqui

leja nelle cose spirituali e temporali per tutti i luoghi del suo dominio posti fuori del Friuli, come si riscontra dall' istrumento di consacrazione dell' altare di S. Girolamo nel castello di Verme. Costanza parroco di Cherbune, e cancelliere vescovile di Pedena; manoscritto intitolato. SERIES EPISCOPORUM PETINENSIUM.

139. VOSICH Simone da Montona, nel 1454 fu lettore e canonico di Strigonia nell' Ungheria, quindi suddiacono della sede

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