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II.

PRETESA ERESIA DI G.B. VERGERIO.

Della pretesa eresia e luteranismo di G. B. Vergerio non abbiamo altri documenti a di lui carico, se non quanto ne dice Girolamo Muzio nelle Vergeriane, e nelle Cattoliche; e quanto ne parla l'apostata Pietro Paolo di lui fratello.

Il Muzio nella lettera delle Vergeriane superiormente portata, e nel 1548, 23 settembre diretta alla città di Capodistria, scritta tre mesi dopo la morte di G. B., dice M. G. Battista... vescovo di Pola senza confessarsi, senza communicarsi, e SPREZZATA la ultima unzione con scandalo universale di tutti voi fedeli è passato al divino giudizio, e soggiunge poi che alle esequie non sono state dette se non tre o quattro messe per pietà di alcuni semplici sacerdoti, nè che poscia si fece altra raccomandazione di lui, e che in quelle esequie non si viddero nè anche frati ne monaci.

Lo stesso Muzio nella lettera pure anteriormente trascritta la quale fu diretta nel 1554 al 21 di gennajo, al cardinale di Napoli decano dell' inquisizione, ripete la cosa stessa, dicendo: Egli si mori in Capodistria avanti che il fratello, Pietro Paolo, ne fosse cacciato: ET MORI DA LUTERANO senza i sacramenti della penitenza, et della estrema untione, con disprezzo di tutte le cerimonie, e consuetudini della Chiesa ... oltre che la cosa è pubblica in Capodistria, io ne ho UNA NUOVA AUTENTICA TESTIMONIANZA del Vergerio vivo, cioè Pietro Paolo... costui ha nuovamente pubblicato un libretto pieno della sua dottrina... ne citerò alcune parole del suo testo.... Il fatto di mio fratello stà cosi. Il padre celeste per sua misericordia gli haveva manifestato Gesù Chisto quasi ad un medesimo tempo (credo che non vi fosse differenza di un mezzo anno) quando a me..... Se bene 10 HAVEVA gli occhi di tutta la città di Capodistria, anzi di tutta la Istria addosso, et istavano pure attenti a mirare, COME IO MI HAVEVA A portare in queste esequie:

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10 ARDITAMENTE (per gratia di Dio) NON

SOLO NON VOLLI RICORDAR MAI A MIO FRA

TELLO CONFESSIONE auriculare, et untione estrema, MA È VERO CHE IO DIEDI COMMIATO A FRATI, et che 10 NON ORDINAI che s' avesse a dir messa alcuna. Inculca poscia che le ossa siano bruciate in piazza, o gettate dove si gettano quelle delle bestie levare l'abominazione dal luogo santo.

per

L'apostata Pietro Paolo Vergerio nel sesto anno dopo la morte di G. Battista suo fratello, e nel quinto dacchè fu deposto dall' episcopa to, cioè nell'anno stesso 1554 della suddetta lettera del Muzio, nella sua ritrattazione dalla fede cattolica, pubblicata in Tubinga, volgendo il discorso alla sua patria (Apolog. Verg. Schelhorn. Ulma 1754 pag. 15) dice Egli è verissimo, che la buona memoria del vescovo di Pola, mio fratello, venne (e per mezzo mio) in cognitione della verità poco dopo di me, e l'aprese con tutti gli spiriti, e fecela gagliardamente predicare in Pola, e in tutta la diocese. .

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Puos

si dirla più chiara? e perchè gl' inquisito

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potuto saper certo, harebbon voluto disotterarlo, e gittar le ossa fuor della chiesa, le gettino quando vogliono, che confesso io, che egli era verissimo mio fratello cost di spirito, come di carne, e s'egli fosse vivuto, son sicuro, che haria gittato la sua mitra lá ove ho gittato la mia.

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Il Muzio pure nel 1548 al 19 ottobre scrivendo da Milano Al molto reverendo M. Antonio Elio vescovo di Pola, come nelle Vergeriane pag. 102., dice. Sono stati i nostri paesi un tempo da due partiti combattuti dall' heritica pravità. Che la povera Istria era divenuta un'amphesibena. Di quà e di là ella aveva i capi serpentini, i quali tutto il corpo si faticavano di avvelenare. Due Vergerii, due fratelli, due vescovi macchiati da una medesima macchia, travestiti di una medesima pelle havevano congiurato contra la salute di que' poveri meschini.

Nella lettera 23 maggio 1548 delle Vergeriane p. 25 diretta a M. Ottoniello Vida

dice; che M. P. P. Vergerio ha messo in dissensione la nostra città, e che da Capodistria a Pola è andato spargendo la sua mal sana dottrina tirando in perditione un' infinità di anime inferme, che non hanno altro lume di cognitione, che quello, il quale porge loro il loro pastore. Ciò pure ripete con viva forza nella lettera 5 luglio 1548 diretta a M. Elio segretario del ponte

fice; e nella lettera a M. Stella vescovo di Capodistria datata da Milano 8 maggio 1550 (Verger. p. 182.) dice: Il predecessor vostro ha corrotto oltra la città di Capodistria tutto il paese dal Formione all' Arsa. Sopra questi documenti unici e soli che abbiamo su di ciò, cinque esami convengono. La pretesa eresia sparsa nell' Istria.. 2 La morte di G. B. senza sacramenti. 3 Lo

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sprezzo ch'egli fece de' medesimi. 4 La qualità dell'esequie. 5 Le di lui ossa gettate nel

mare.

Primo. Per conoscere questo argomento fondatamente conviene passare l'articolo di P. P. Vergerio esteso dal celebre nostro presidente conte Carli, e quello di Girolamo

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