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La creazione di una cattedra dantesca nella Università di Roma, degno omaggio dell'Italia restituita in nazione al suo Poeta, parve, appena annunziata, dover esser principio fra noi di un nuovo periodo di studi severi, larghi, profondi, quali da qualche tempo, sbolliti gli entusiasmi del Centenario, il rinnovato metodo critico andava propugnando. La rinomanza meritamente acquistata con pregevoli opere da studiosi stranieri, onde veniva pur conteso all'Italia il primato nella letteratura dantesca, e il desiderio d'evitare in futuro il biasimo che i lavori più importanti e proficui si compiessero altrove che da noi, faceva sì che gl' Italiani accogliessero con gioia la novella istituzione, e ne traessero lieti augurii. Non che mancassero nelle nostre università professori che degnamente sponessero il divino Poema, nè pochi erano gli scritti danteschi che andavano ogni anno comparendo. Ma di quei professori non era solo ufficio trattar di Dante, e volevasi anche, nelle loro lezioni, mirare a uno scopo pratico; a Pisa, per esempio, dove con molto vantaggio i futuri docenti delle scuole secondarie udivano nel loro corso. quadriennale spiegata tutta la Commedia. In Firenze, dove, per ono

Giornale Dantesco

I

revole eccezione, già esisteva una cattedra speciale di letteratura dantesca, mancava il titolare. Le indagini poi degli studiosi non si facevano, come la materia richiedeva, con intendimenti comuni e con unico metodo andando ognuno a suo viaggio, riuscivan tracciati molti vitali, nessuna strada maestra aperta. Istituita la cattedra in Roma, il titolare di essa indagando la condizione presente degli studi danteschi, e indicando per ogni ordine di ricerche il metodo sicuro; creando intorno a sè una scuola, e richiamando l'attenzione degli estranei su particolari argomenti facenti parte del suo piano di studi, veniva naturalmente ad essere guida delle indagini dantesche, e poteva quindi con facilità indirizzarle a buon fine. Se non che nocquero le dispute da cui fu accompagnata la nuova istituzione, rendendo esse incerto il Ministro del Re sulla scelta del titolare, tenendo lontani dall' accettar quel posto i migliori nostri dantisti; e la cattedra, instituita con legge del Parlamento per combattere, o almeno parve, a favore dello Stato contro la Chiesa, resta, con vergogna dell' Italia, ancora vacante, mentre nell'Istituto Leoniano di alta letteratura v'è ben chi per incarico del Pontefice espone degnamente il sacro Poema.

Ma quel che non riuscì alla politica poterono le cure di uomini che studiano Dante con intendimenti storici, ed anche alta mente educativi, ma senza pretensione di far del Poeta un giudice partigiano in questioni politiche odierne, ormai irrevocabilmente risolte; e, mentre nell'Italia superiore si pensava alla fondazione di una rivista di cose attenenti esclusivamente all' Alighieri, la quale rappresentasse fedelmente « tutto quanto avviene entro l'ambito degli studi danteschi» da noi e fuori 1; in Firenze si costituiva una Società dantesca italiana « per accomunare gli studi di tutti i dotti della Penisola intorno alla divina Commedia e all'altre opere dell'Alighieri, e per renderli più divulgati e più efficaci ». Società dantesche prima d'allora erano non solo in più luoghi d'Europa, ma anche in America, e avevano dato o davano buoni frutti. Quella che ha sede in Cambridge del Massachusetts ci mandava ogni anno fin l'indice delle pubblicazioni dantesche uscite nelle varie nazioni fra cui ha culto il nostro Pocta; e promoveva e portava a compimento la pubblicazione di opere utilissime quale la Concordanza della divina Commedia, tentativo in Italia non riuscito; e avrebbe anche appagato il desiderio dei dantofili di aver per le stampe il

1 L'Alighieri, rivista di cose dantesche diretta da F. PASQUALIGO, a. I, fasc. 1, Leo S. Olschki di Venezia editore.

commento di Benvenuto da Imola, se l'affetto filiale e la liberalità di un signore inglese non avesse persuaso al benemerito sodalizio di lasciare ad altri la cura di sì giovevole edizione. Non era da istituire una siffatta società nella patria di Dante, e da aspettarsene i più bei frutti? L'iniziativa mosse dall' Accademia della Crusca, per suggerimento che ne fece l' accademico corrispondente Carlo Negroni nella dedicatoria ai colleghi delle Letture edite e inedite di Giovan Batista Gelli sopra la Commedia di Dante: il Municipio fiorentino si mise a capo della cosa; e per l'opera assidua e intelligente del sindaco march. Pietro Torrigiani, coadiuvato da altre egregie persone, il lodevole proposito ebbe pieno effetto. Nè vollero il Municipio e l'Accademia che la Società fosse cosa fiorentina, ma istituzione nazionale. Quindi è che pur riservando la sede d'onore a Firenze, patria del Poeta, e dove più amoroso e continuo è stato nei secoli il culto di lui, si dichiarò poter la Società avere stanza in ogni città o terra dove nel nome di Dante si raccogliessero cittadini italiani, volendosi che ella fosse «l'Italia che onora e studia l'intelletto, l'animo, la parola del suo Dante ». Onde, opportunamente richiesto, grato giunse alla Società il permesso di potere « scrivere in fronte al suo albo l'augusto nome del Re d'Italia; non come pallida ombra di sovrana protezione, ma come lucente vessillo di nazionalità » 1

Ed ora il sodalizio, stabilmente costituito, e per adesioni personali e per fondazione di comitati provinciali esteso ad ogni parte d'Italia, ha iniziato i suoi lavori; e a Roma, (non sembrando rispondere all'esigenze e ai bisogni de' rinnovati studi nè il vecchio periodico L'Alighieri nè la recente Rivista critica e bibliografica della letteratura dantesca), sorge, con forze unite, il Giornale dantesco. Non mi par quindi inopportuno tracciare, per quanto è da me, un programma comune di studi, perchè i cultori di Dante, per unità d'intenti e di metodi, possano trarre più solleciti frutti dalle loro fatiche, e le persone colte in generale veggano la convenienza di favorir questi studi con ogni mezzo.

II.

Chi della letteratura dantesca conosce le vicende, dalla morte del Pocta fino a noi, sa in qual conto si debba tenere un' opinione volgare, diffusa però anche tra persone di qualche cultura, che gli

1 Si leggano le Notizie sulla Società dantesca italiana dalla sua costituzione, nel n, 1 del suo Bullettino.

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