Slike stranica
PDF
ePub

АГ

GIORNALE DANTESCO

ALCUNE OSSERVAZIONI

sulle posizioni astronomiche calcolate dal prof. Angelitti,
relativamente alla data del viaggio dantesco

I

[ocr errors]

mente possibile, i miei dubbî.

2

o letto con interesse e ammira- | dall'Angelitti,' e poi esporrò, il più brevezione le acute e dotte osservazioni fatte a questo proposito dal prof. Angelitti in quattro suoi opuscoli. Tuttavia, confesso che, leggendo, piú d'un dubbio m'è sorto nella mente dubbî di un' ignorante, ai quali forse il prof. Angelitti si degnerà rispondere, se si imbatterà in questo mio scritto.

Io non voglio ammettere in alcun modo che il prof. Angelitti abbia potuto prendere abbaglio nei suoi conteggi, e sarei disposta a consentire con lui nel supporre che Dante abbia descritto le posizioni degli astri dall'osservazione diretta, quantunque mi sembri che si possa anche dubitarne. Ma, indipendentemente da ciò, vi sono alcune posizioni astronomiche del marzo 1301 che non mi paiono perfettamente d'accordo con le indicazioni dantesche.

Comincerò col riassumere i dati studiati

1 Sulla data del Viaggio dantesco, memoria letta all'Accademia Pontaniana nelle tornate dell'11 aprile e 6 giugno 1897. Napoli, Tipografia della r. Università, 1897. Sull'anno della Visione dantesca, memoria letta all'Accademia Pontaniana nella tornata del 7 agosto 1898. Napoli, Tipografia della r. Università, 1898. Intorno ad "Alcuni schiarimenti, sull'anno della Visione dantesca. Palermo, Tipografia matematica, 1899. Sull'anno della Visione dantesca, estratto dal Bullettino della Società dantesca italiana, Nuova Serie, vol. VI, fasc, 7°.

Nel 1300 vi fu un plenilunio il giorno 5 aprile alle ore 6 e 51' ant. tempo inedio di Gerusalemme. La Pasqua di Resurrezione cadde il 10 aprile. La Settimana santa coincise dunque col plenilunio. Il giorno 5 aprile il sole si trovava, a mezzodí, nel 24° punto di Ariete; il giorno 8, alla stessa ora, nel 27°; il giorno 10 nel 29°, il giorno 12, nel 1o punto di Toro. Il giorno 8 aprile, a mezzodí, la luna si trovava nel 4° grado di Sagittario, perciò la mattina dopo, alle ore 6 circa, si doveva trovare nel 12° grado dello stesso segno, molto vicino al 252° di longitudine dell'equinozio primaverile. La sera del 9 aprile, Venere era nel 6o grado di Toro, serotina, ma invisibile. Marte si trovava, la mattina dell'8 aprile, nel 3° grado di Ariete; Giove, nel 2o grado di Toro, e perciò invisibile; Saturno nel 10° grado di Leone.

Nel 1301 si ebbe un plenilunio il 25 marzo, alle ore 11 e 6' ant. tempo medio civile di Gerusalemme. La Pasqua cadde il 2 apri

1 Desunti dal primo di questi fascicoli, pp. 68-96. 2 Ho scelto il tempo medio di Gerusalemme, perché mi pare evidente che nel viaggio attraverso l'Inferno, Virgilio misuri il tempo secondo il meridiano di quel luogo (Inf., XXXIV, 68, 96, 104-105 e 118). Tutti i calcoli di cui riferisco il risultato sono semplicissimi, anzi elementari, e chiunque può verificarli, volendo.

le, sicché, anche in quest'anno, la Settimana gio? Dante ce lo fa sapere con molta esatsanta coincise col plenilunio. Il giorno 25, il sole si trovava nel 13° grado di Ariete; il 28 nel 16o, il 30 nel 18°, e il 1° aprile nel 20° grado dello stesso segno. Il giorno 28 marzo, a mezzodí, la luna si trovava nel 24° grado di Scorpione, e perciò la mattina si sarà trovata nel 21°. La sera del 28 marzo, Venere si trovava nel 1° grado di Pesci, e di tre ore; Marte

precedeva il sole di più era nell' 11° grado di Leone; Giove nel 27° di Toro; Saturno nel 24° di Leone.

Si noti che queste due Pasque successive offrono molti punti di somiglianza. Esse cadono tutte e due pochi giorni dopo il plenilunio, e il plenilunio coincide, o quasi, con una delle date tradizionali della morte di Cristo; in tutte e due il sole era ancóra in Ariete, Giove in Toro, Saturno in Leone; in tutte e due Venere e Giove si trovavano vicino al loro punto di esaltazione, e nel 1300 vi si trovava anche Marte. Solo le posizioni di Venere e Marte li distinguevano in modo assoluto (e formano infatti l'argomento più forte in favore della teorica dell'Angelitti). Se dunque, come dice l'Angelitti,' la Pasqua del 1301 dovette esser notata da molti appunto per queste coincidenze astronomiche, non lo dovette esser meno quella del 1300. Di piú, queste coincidenze avran potuto facilmente far confondere l'una coll'altra le due date. Non dico che Dante le abbia realmente confuse, ma mi pare che sarebbe potuto facilmente accadere, anche a una persona intelligente e di buona memoria, la quale, avendo osservato le posizioni degli astri nella Settimana santa del 1300 e del 1301, non ne avesse preso appunto, e non avesse avuto modo di calcolarle, mi pare, dico, che sarebbe potuto accadere a tale persona di fare, dopo una diecina d'anni, mettiamo, un po' di confusione tra una data e l'altra. Non insisto su questo punto, perché anche a me rincrescerebbe dover ammettere che Dante si sia sbagliato. Tuttavia, non credo che, anche facendo tale supposizione, la gloria di lui ne venga molto diminuita. Ma di ciò dirò piú a lungo tra breve. Passiamo all'esame di dati astronomici,

In primo luogo, quanti giorni durò il viag

1 Sull'anno deila Visione dantesca, estratto dal Bul lettino della Società dantesca italiana, Nuova serie, vol. VI, fasc. 7, pag. 135.

E perché? (N. d. D.).

tezza. Quando uscí dalla selva il sole era già sorto;' quando si mise in cammino con Virgilio, imbruniva. Mentre stanno per scendere al settimo cerchio, Virgilio osserva che "i Pesci guizzan su per l'orizzonte, ;3 mancavan dunque da due o tre ore al sorgere del sole la mattina dopo. Quando stanno lasciando la quarta bolgia dell'ottavo cerchio, Virgilio di nuovo dice che la luna è sul punto di tramontare; sicché il sole era già sorto da circa 50 minuti. Arrivati alla nona bolgia, la luna è sotto i loro piedi;5 dunque era passato il meriggio. Finalmente, quando si trovano nella Giudecca, vicino a Lucifero, Virgilio osserva di nuovo che "la notte risurge,. Che giorno era? Ce lo fa sapere Malacoda." Era il giorno dopo l'anniversario della morte di Cristo; il 7 aprile, se prendiamo il 1300, il 26 marzo, se prendiamo il 1301.8 Arrampicatisi al corpo di Lucifero e oltrepassato il centro della terra, Virgilio osserva che il sole già a mezza terza riede,. È evidente ch'egli calcola il tempo allora secondo il meridiano del Purgatorio, distante 180o da quello di Gerusalemme, e che questa mattina di cui parla corrisponde alla sera ch'egli aveva nominato poco addietro.

[blocks in formation]

L'Angelitti, a dir vero, dà una scelta abbondante di date per questo anniversario, (dall'11 marzo al 30 aprile), calcolate secondo gli anni tropici, giuliani e siderei (pag. 32 del primo opuscolo). Ma questo è un largheggiare superfluo, perché le sole che si accordino col plenilunio, sono il 25 marzo o il 6 aprile. Il 25 marzo era la piú comunemente accettata; il 6 aprile ha l'autorità del Petrarca. A proposito, queste due date non corrispondono al Venerdí santo, calcolato secondo la formola, per gli anni 34 e 35. L'anno 34 la Pasqua cadeva il 28 marzo e l'anno 35 il 10 aprile, e il Venerdí santo era nel primo caso il 26 marzo, nel secondo 1'8 aprile. Sicché pare che Dante non abbia calcolato la data, ma abbia accettata una di quelle della tradizione. A onor del vero, bisogna però aggiungere che se non avesse conosciuta la formola per trovare la Pasqua, ma avesse conosciuta quella per trovare il giorno della settimana, se, secondo l'opinione comune, riteneva che la morte di Cristo fosse avvenuta il 25 marzo, cercando in quale anno il 25 marzo cadeva di venerdí, avrebbe trovato che fu l'anno 55. Questa, plice supposizione, del resto va a favore del 1301. • Inf., XXXIV, 96, e poi anche il v. 118.

9

[ocr errors]

- una sem

Ora sorge una domanda. Secondo Dante il meridiano del Purgatorio è a 180° Ovest e a 180° Est dal meridiano di Gerusalemme? In altri termini, questa mattina menzionata da Virgilio è la mattina dell'8 aprile o del 7, del 26 maggio o del 27, per gli abitanti del Purgatorio? Comunque sia, egli mette quasi ventiquattro ore a salire fino alla spiaggia del Purgatorio, dove arriva quando sta per albeggiare. Quest'alba corrisponderebbe dunque al tramonto o dell'8 aprile 1300 o del 27 marzo 1301. Tre giorni dopo, al tramonto, egli si trova sull'altipiano del Paradiso terrestre. Secondo il meridiano di Gerusalemme era perciò la mattina o dell'11 aprile 1300 o del 30 marzo 1301; e la mattina dopo, quando vagava nella bella foresta, era la sera corrispondente al nostro emisferio. Sicché, quando l'azione si chiude sul monte del Purgatorio, era la mezzanotte o dell'11 aprilo 1300 o del 30 marzo 1301, secondo il me ridiano di Gerusalemme. Quando si alzò Beatrice con Dante al primo cielo? Alcuni interpretano le parole "Fatto avea di là mane e di qua sera, ad indicare il sorgere del sole; altri sostengono che fu di mezzodí. La quistione fu già discussa dal D'Ovidio, dallo Scarano e dal Pincherle, e io non potrei certo dirimerla. Tuttavia, a me pare che debba capirsi essere stato mezzodí. Il fatto avea „ non vuol necessariamente dire che in quel momento sorgeva la costellazione d'Ariete; poteva essere sorta anche prima ; e la parole:

3

4

2

"

e tutto era là bianco quell'emisfero, e l'altra parte nera,

sarebbero vere in qualunque ora del giorno.3 Il voltarsi di Beatrice "sul sinistro fianco,

XXXIII, 104.

1 Purg., VII, 43; XV, 6; XXVI, 1-3.
2 In Purgatorio era mezzodí.
3 Par., I, 43.

♦ Giornale dantesco, anno X, Serie 5a, quad. III e quad. VI-VII; Bull., Nuova serie, VIII, 28, 113; IX, 189.

5 Questo quando si voglia per แ emisperio, intendere grossamente il cielo di Gerusalemme e di Purgatorio. Ma se s'intende che in quel momento era notte per tutti gli abitanti dell'emisferio di Gerusalemme, a qualunque meridiano si trovassero, e giorno per tutti gli abitanti dell'emisferio di Purgatorio, a qualunque meridiano si trovassero, non poteva essere che mezzodí di Purgatorio, quando, supponendo degli abitanti agli estremi confini di ciascun emisfero, ossia sul circolo massimo che taglia il loro ad angoli retti, - essi avrebbero visto, proprio in quel momento, sia sorgere, sia tramontare il sole, mentre in qualunque altra ora, la

[ocr errors]

indicherehbe piuttosto l'ora del mezzodí che la mattina. Ma v'è un'altra ragione che mi sembra piú ancòra convincente. Se quelle parole indicassero il sorgere del sole, Dante e Beatrice sarebbero rimasti 18 ore nel Paradiso terrestre dopo che Dante, tuffato nell'Eunoe, era stato reso "puro e disposto a salire alle stelle,. È possibile ammettere una cosa simile? Perché sarebbero rimasti? E se si pensa com'è rapida l'azione del Poema, che Dante in un sol giorno traversa l'Inferno, in tre il Purgatorio, e che l'ascensione ai diversi cieli e la visione beatifica sono comprese nelle ventiquattro ore, un indugio di diciotto ore nel Paradiso terrestre è addirittura inesplicabile. Io ritengo dunque che a mezzodí, immediatamente dopo il suo lavacro nell'Eunoe, Dante sia salito con Beatrice ai cieli. Ventun'ora dopo circa egli passò nel Primo Mobile.' Erano dunque le nove di sera del 12 aprile 1300 o del 31 marzo 1301, secondo il meridiano di Gerusalemme. Il sole si trovava dunque o nel 1o grado di Toro o nel 19° di Ariete.

"

Questo sembrerebbe dar ragione all'Angelitti; poiché, appunto in quel momento Dante, essendo in Gemini, dice d'aver visto il sole. "un segno e piú partito,.3 Ma dobbiamo notare che Dante non dice in quale punto del segno si sia trovato, e soltanto facendo la supposizione ch'egli fosse proprio nel 1° grado si potrebbe dedurre che l'espressione un segno e piú, non si accorda con la data del 12 aprile 1300. Ma, facendo supposizioni, si potrebbe far discordare l'espressione "un segno e più anche con la data del 1301. Basterebbe supporre che Dante si fosse trovato presso il 10° grado di Gemini; allora egli avrebbe visto il sole due segni distante. Non si può dunque conchiudere nulla da questa indicazione dantesca. Nondimeno, ammetterò francamente ch'essa mi sembra piú favorevole al 1301 che al 1300.1

notte o il giorno sarebbero già venuti da qualche tempo. Cosí intese, le parole di Dante determinano il mezzodí preciso con un rigore matematico.

1

ANGELITTI, Sulla data del Viaggio dantesco, pag. 49. 2 Par., XXII, 151-153, e XXVII, 79-87. 3 Par., XXVII, 87.

4 Però, potrei osservare che Dante non salí nel segno, ma sibbene nella costellazione di Gemini, e che, essendo il 1° grado del segno di Toro, anche ai tempi di Dante, nella costellazione d'Ariete, il Sole, trovandosi in quel grado, gli sarebbe apparso sempre “un segno e piú partito. Inoltre, mi pare difficile che un occhio, anche esperto, possa apprezzare con precisione

In quanto alla luna, un solo luogo v'è della Divina Commedia dove se ne parla in modo da poterci aiutare a determinare la data. del viaggio. È il principio del nono Canto del Purgatorio, dove è detto che, quando la luna stava per sorgere, erano passate due ore dal tramonto e la terza "già chinava in giuso l'ale, Calcolando il più esattamente che ho potuto, secondo le tavole dell'Angelitti, trovo che la mattina dell'8 aprile 1300 (nel nostro emisferio) la luna ritardava di 2 ore e 24 minuti circa, e la mattina del 28 marzo 1301, ritardava di 2h, 46m. Nessuno dei due risultati corrisponde precisamente all'indicazione data da Dante; ma bisogna osservare che Dante poteva ben difficilmente calcolare il momento preciso del plenilunio (infatti egli lo mette di notte),' e un calcolo inesatto avrebbe potuto recare un errore di circa 10 o 15 minuti. In quanto all'ora dunque, le due date potrebbero stare ugualmente bene. V'è però un fatto che sembra dar ragione all'Angelitti. Se prendiamo la mattina dell'8 aprile, essa corrisponderebbe alla sera o del 7 o dell'8 in Purgatorio, secondo che si calcola il Purgatorio ad Ovest o ad Est di Gerusalemme; mentre, calcolando i giorni spesi nel viaggio, Dante non si poteva trovare nella valletta amena che l'8 o il 9 aprile (tempo di Purgatorio). Infatti la sera nella valletta amena dovrebbe corrispondere alla mattina del 9 aprile nel nostro emisfero, e non dell'8 aprile. Ma la mattina del 9 aprile, la luna tardava di più di 3 ore. Vi sarebbe dunque un' ovvia contradizione, a meno che non si voglia supporre che Dante abbia spostato il plenilunio, per ragioni artistiche, cosa non

[blocks in formation]

1

Inf., XX, 127; Purg., XXIII, 119.

2 A dir vero, lo spostamento c'è in tutti e due i casi. Se prendiamo l'anno 1301, il plenilunio ebbe luogo il giorno 25 verso le 11 ant. meridiano di Gerusalemme e Dante lo avrebbe messo, evidentemente, la notte del 24, spostandolo di circa 10 o 12 ore. Se prendiamo l'anno 1300, il plenilunio ebbe luogo la mattina del 5 aprile, verso le 7 ant., e Dante l'avrebbe spostato alla notte del 5, di 15 o 17 ore circa. La differenza tra i due spostamenti sarebbe dunque di un 5 o 6 ore, sicché non c'è poi tanto da scegliere. (Supponendo che Dante abbia posto il plenilunio a mezzanotte circa del 5 aprile 1300, o del 24 marzo 1301, la mattina del 9 aprile, o del 28 marzo, la Luna sarebb estata in ritardo di circa 2 ore e 38 minuti, il che corrisponde appunto alle parole di Dante). Ma ho voluto scrivere serenamente e senza preconcetti, e ho messo perciò in rilievo

bella, dirà l'Angelitti, e forse a ragione. Ma di ciò in appresso. Però se questo fatto par favorevole al 1301, ve n'è un altro che par piú favorevole al 1300. Descrivendo l'aurora lunare di quella sera, Dante dice che

Di stelle la sua fronte era lucente, 1
poste in figura del freddo animale
che con la coda percuote la gente.

Non c'è dubbio che qui si tratti della costellazione dello Scorpione, una delle piú | fulgide e delle più facilmente riconoscibili. Ma la mattina del 28 marzo 13012 la luna si trovava nel 21° grado di Scorpione; una parte della costellazione era perciò ancora sotto l'orizzonte, e le altre sue stelle, offuscate molto dalla luce lunare, non potevano affatto presentare la figura del "freddo animale,. Io non so in quali gradi di Scorpione si trovassero le diverse stelle della costellazione ai tempi di Dante; ma giudicando grossamente, e tenendo conto che il 1° grado del segno si trova adesso ben avanti in Libra, direi che la fulgidissima Antares e le sue compagne di destra e di sinistra dovessero essere completamente nascoste, e che comparissero tutt'al piú sopra l'orizzonte le tre stelle disposte ad arco. Invece la mattina del 9 aprile 1300, la luna si trovava nel

tutto quello ch'è in favore del 1301, non meno di quello ch'è in favore del 1300. Del resto, non sono una feroce partigiana né dell'una né dell'altra data. Devo però aggiungere un' altra osservazione. Ho detto che sarebbe difficile calcolare colla semplice osservazione il momento preciso del plenilunio. Per far questo bisognerebbe avere un orizzonte libero a oriente e a occidente, e bisognerebbe anche che il Sole e la Lupa fossero per sorgere e tramontare rispettivamente (posizione descritta nel XXIX Canto del Paradiso, 1-6). Ora Dante, probabilmente, non si trovava in luogo dove l'orizzonte fosse libero a oriente, né i due pleniluni di cui parliamo ebbero luogo nel momento in cui il Sole sorgeva o tramontava; sicché era facile cadere in errore. Ma uno spostamento di 10 ore o piú, in un verso o nell'altro, è uno spostamento voluto. In 10 ore la Luna anticipa o ritarda più di 20 minuti, e tale anticipazione o ritardo si può costatare facilmente.

[blocks in formation]

12° grado di Sagittario, e al suo sorgere la costellazione dello Scorpione doveva mostrarsi tutta sull'orizzonte (ricordiamoci che il 1° grado del segno di Sagittario si trova in Scorpione). Passiamo a Venere, l'argomento più forte in favore del 1301.

2

1

Le parole "Lo bel pianeta che ad amar conforta, potrebbero, secondo lo stesso lo stesso Angelitti, 3 significare tanto Venere quanto il sole. Ammettiamo per ora che si tratti di Venere. Come abbiam visto, essa sorgeva 3 ore e piú prima del sole, e all'alba si doveva trovare a 45 gradi circa sull'oriz. zonte. In tal caso, l'espressione "faceva tutto rider l'oriente, non mi sembrerebbe molto propria. Se supponiamo ch'essa si trovasse vicino all'orizzonte, dovevano mancare, mettiamo, un due ore al sorgere del sole. È plausibile una tale supposizione? Dante ha appena il tempo di guardare l'oriente, le quattro mistiche stelle a mezzodí, di volgersi e veder Catone, segue una breve conversazione con questi, che li dirige alla spiaggia, ed ecco già che "L'alba vinceva l'ora mattutina,,. Son passate due ore! e Dante non se ne fa le maraviglie, come fa poco dopo nel vedere che il sole era già alto 50 gradi; e sí che in quelle tre ore si era lavato e coronato del giunco, aveva visto arrivare le anime, aveva parlato con Casella e lo aveva sentito cantare, si era avviato con Virgilio verso il piè del monte e aveva parlato a lungo con Manfredi. La cosa, a dir vero, sembrerebbe un po' strana. Sicché, neanche questa indicazione torna proprio a capello al 1301. Ma, obietta l'Angelitti, l'8 aprile del 1300 Dante avrebbe visto il pianeta Marte sull'orizzonte e all'altezza di 24 gradi; perché non ne parlò? Certo, l'obiezione ha il suo valore, e grande anche. Si potrebbe rispondere che tacerne non equivale a dire che non ci fosse, ch'esso impallidiva per l'avvicinarsi del giorno, e che Dante, dopo le lunghe tenebre da cui usciva, sentiva piut

[blocks in formation]

tosto gioia nel vedere imbiancarsi il cielo e velarsi le stelle in oriente, che curiosità di precisare quali fossero gli astri sopra l'oriz zonte, finché la sua attenzione non fu arrestata dalle quattro stelle a lui ignote.

Ma se in questo luogo Dante non parla di Venere, ne parla bensi senza dubbio nel XXVII Canto del Purgatorio, e ne parla come mattutina:

Nell'ora, credo, che dall'oriente 1 prima raggiò nel monte Citerea. 2

[ocr errors]

3

Che ora era? Venere, essendo nel 1° grado di Pesci cioè no, il 30 di marzo era nel 3° grado e il sole nel 18° d'Ariete, essa sorgeva ancóra tre ore prima del Sole. Ma notate quello che dice Dante. Nel momento in cui sorgeva Venere egli sogna di Lia; il sogno è breve, ed è interrotto dagli "splendori antelucani che destano il Poeta. Ora, se si pensa al fatto ben noto che anche i sogni che ci sembrano lunghissimi durano in realtà pochi minuti, e persino pochi secondi, sembrerà impossibile che questo sogno di Dante sia durato tre ore. Aggiungiamo pure che questo sogno era profetico. Ora quale è l'ora in cui, secondo Dante, la mente "Alle sue visïon quasi è divina „?4 Egli ce lo dice:

Nell'ora che comincia i tristi lai 5
la rondinella presso la mattina.

[blocks in formation]
« PrethodnaNastavi »