Opere di Dante Alighieri..: La Divina commedia di Dante Alighieri. Con varie annotozioni [di P. Venturi e G. A. Volpi], e copiosi rami adornatapresso Antonio Zatta., 1757 |
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affai afpetto Annot ANTONIO VOLPI Arno avea Beatrice Beozia bifogno cafo Canto XVII ch'io che'l chiama Dante Chiefa ciafcun Cielo cofa coftui colla Crifto Crufca Dante defiderio dice diffe diverfi effa effendo effer effo Eunoè facra falire fangue fapere fcia fe fteffo fecondo fegno feguendo fempre fenfo fente fenza fete fette figliuolo fignifica fignificato fiume foffe folo fonno fopra nel Canto forfe fotto fpiega fpirito ftato ftelle fuol fuono fuperbia gente giufo guifa Inferno infieme intefa intendi l'anima lafcia Landino Latina luogo medefimo mente moffe moftra monte nafce nobiliffima noftro occhi Ovidio paffo Paradifo peccato penfando perfona picciola poco Poeta poffa pofta POMPE O VENTURI preffo prefo pure purga Purgatorio quafi quefto queſta rima Stamp Stazio Tebe Tefeo tefta terra tofto vedi fopra Vedi qui fopra Vellutello Verf vifo vifta Virgilio virtù voftra
Popularni odlomci
Stranica cccxxvii - Fuor sei dell' erte vie, fuor sei dell' arte. Vedi là il sol che in fronte ti riluce ; Vedi l' erbetta, i fiori e gli arbuscelli, Che qui la terra sol da sè produce. Mentre che vegnan lieti gli occhi belli, Che lagrimando a te venir mi fenno, Seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più, nè mio cenno. Libero, dritto e sano è tuo arbitrio, E fallo fora non fare a suo senno; Perch' io te sopra te corono e mitrio.
Stranica ccix - Onde, poniam che di necessitate surga ogni amor che dentro a voi s'accende; di ritenerlo è in voi la podestate. La nobile virtù Beatrice intende per lo libero arbitrio, e però guarda che l'abbi a mente, s'a parlar ten prende...
Stranica cxxii - Non è il mondan romore altro ch'un fiato di vento, ch'or vien quinci e or vien quindi, e muta nome perché muta lato. Che voce avrai tu più, se vecchia scindi da te la carne, che se fossi morto anzi che tu lasciassi il 'pappo' e '1 'dindi', pria che passin mill'anni?
Stranica ccclxxxviii - Le sette ninfe, con que' lumi in mano Che son sicuri d' aquilone e d' austro. Qui sarai tu poco tempo silvano, E sarai meco senza fine cive Di quella Roma onde Cristo è Romano : Però in pro del mondo che mal vive , Al carro tieni or gli occhi, e quel che vedi , Ritornato di là, fa che tu scrive. Così Beatrice : ed io che tutto a' piedi De' suoi comandamenti era devoto, La mente e gli occhi ov
Stranica lxiii - Atene e Lacedemona, che fenno «L'antiche leggi e furon sì civili, « Fecero al viver bene un picciol cenno, « Verso di te, che fai tanto sottili « Provvedimenti, ch' a mezzo novembre «Non giunge quel che tu d'ottobre fili.
Stranica lxiii - 1 popol tuo l' ha in sommo della bocca. Molti rifiutan lo comune incarco ; Ma '1 popol tuo sollecito risponde Senza chiamare, e grida: Io mi sobbarco. Or ti fa' lieta, che tu hai ben onde, Tu ricca, tu con pace, tu con senno : S' io dico ver, l
Stranica vi - Carro già era sparito, vidi presso di me un veglio solo, degno di tanta reverenza in vista, che più non dee a padre alcun figliuolo. Lunga la barba e di pel bianco mista portava, a' suoi capelli simigliante, de' quai cadeva al petto doppia lista.
Stranica xxix - Ond' io ti prego che, quando tu riedi, Vadi a mia bella figlia, genitrice Dell'onor di Cicilia e d'Aragona, E dichi a lei il ver, s'altro si dice. Poscia ch' io ebbi rotta la persona Di due punte mortali, io mi rendei Piangendo a quei, che volentier perdona. Orribil furon li peccati miei; Ma la bontà infinita ha sì gran braccia, Che prende ciò che si rivolve a lei . Se '1 Pastor di Cosenza, ch'alia caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo...
Stranica cclxi - Facesti come quei che va di notte, Che porta il lume dietro, e sé non giova, Ma dopo sé fa le persone dotte, Quando dicesti: « Secol si rinnuova; «Torna giustizia, e primo tempo umano, » E progenie discende dal ciel nuova.
Stranica cxi - Di che l' animo vostro in alto galla, Poi siete quasi entomata in difetto, Sì come verme, in cui formazion falla ? Come, per sostentar solaio o tetto, Per mensola talvolta una figura Si vede giunger le ginocchia al petto, La qual fa del non ver vera rancura Nascere in chi la vede ; così fatti Vid' io color, quando posi ben cura.