La Divina Commedia, Opseg 3

Naslovnica
Vedova Amula, 1830
 

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Stranica 320 - Ciclo a te così benigno, Dato t' avrei ali' opera conforto. Ma quello ingrato popolo maligno, 61 Che discese di Fiesole ab antico, E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà per tuo ben far nimico: 64 Ed è ragion} che tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare il dolce
Stranica 556 - Considerate la vostra semenza: 118 Fatti non foste a viver come bruti, Ma per seguir virtute e conoscenza. Li miei compagni fec'io sì acuti, 121 Con questa orazion picciola, al cammino, Ch'appena poscia gli averci tenuti. E volta nostra poppa nel mattino,
Stranica 37 - che l'umana specie per la sola Beatrice superi in nobiltà tutte le sublunari creature , ciò ne sforza a capire per Beatrice la sapienza celeste, o teologia, piuttosto che la donna amata da Vegno di loco, ove tornar disio: Amor mi mosse, che mi fa parlare. Quando sarò dinanzi al Signor mio, 7 3 Di
Stranica 378 - mi fa sovvenir del mondo antico. 1' fui colui, che la Ghisola bella 55 Condusse a far la voglia del Marchese, Come che suoni la sconcia novella. E non pur io qui piango Bolognese: 58 » disperati senza voler tornare a vera penitenza. Ed è questo » luogo delle Salse a Bologna tre miglia alla montagna; e
Stranica 405 - di quanto mal fu maire, 115 Non la tua conversion, ma quella dote Che da te prese il primo ricco Patre! E mentre io gli cantava colai note, 118 O ira, o coscienza, che '1 mordesse, Val
Stranica 568 - Credendomi sì cinto fare ammenda: E certo il creder mio veniva intero, Se non fosse il gran Prete, a cui mal prenda, 70 Che mi rimise nelle prime colpe: E come e quare voglio che m'intenda. Mentre ch'io forma fui d'ossa e di polpe, 73 Che la madre mi die', l'opere mie Non furon leonine, ma di volpe.
Stranica 284 - Minos la manda alla settima foce. Cade in la selva, e non l'è parte scelta; 97 Ma là, dove Fortuna la balestra, Quivi germoglia, come gran di spelta. Surge in vermena, ed in pianta silvestra: 100 L'Arpie, pascendo poi delle sue foglie, Fanno dolore, ed al dolor finestra.
Stranica 42 - così una reale Lucia vesta del carattere della grazia. E disse : or abbisogna il tuo fedele Di te, ed io a te lo raccomando. Lucia, nimica di ciascun crudele, 100 Si mosse, e venne al loco, dov'io era, Che mi sedea con l'antica Rachele; Disse: Beatrice, loda di Dio vera, io3 L'essere poi la grazia un effetto che
Stranica 231 - 3199. -Al Biagioli sembra guasta la lezione di Nidobeato, e sostiene la Cominciò poi a dir, son tre cerchietti Di grado in grado, come quei che lassi. Tutti son pien di spirti maladetti: 19 Ma perché poi ti basti pur la vista, Intendi come, e perché son costretti. D'ogni malizia, ch'odio in Cielo acquista,
Stranica 562 - ch'ebber colto lor viaggio 16 Su per la punta, dandole quel guizzo, Che dato avea la lingua in lor passaggio, Udimmo dire: o tu, a cui io drizzo 19 La voce, e che parlavi mo Lombardo, Dicendo: issa ten va, più non t'adizzo; sente. »-»Ma ilBiagioli sostiene che si debba leggere del

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