Il Propugnatore, Opseg 2

Naslovnica
Francesco Zambrini
G. Romagnoli., 1869
 

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Stranica 136 - Vago già di cercar dentro e dintorno • La divina foresta spessa e viva, Ch'agli occhi temperava il nuovo giorno. Senza più aspettar lasciai la riva, Prendendo la campagna lento lento Su per lo suol che d
Stranica 136 - Un'aura dolce, senza mutamento Avere in sé, mi feria per la fronte Non di più colpo che soave vento; Per cui le fronde, tremolando pronte, Tutte quante piegavano alla parte U...
Stranica 136 - Lasciasser d' operare ogni lor arte ; Ma con piena letizia, l' ore prime Cantando, riceveano intra le foglie, Che tenevan bordone alle sue rime Tal, qual di ramo in ramo si raccoglie Per la pineta, in sul lito di Chiassi, Quand' Eolo scirocco fuor discioglie.
Stranica 152 - Qui fu innocente l'umana radice; Qui primavera sempre ed ogni frutto: Nettare è questo, di che ciascun dice. Io mi rivolsi addietro allora tutto A' miei Poeti,' e vidi che con riso Udito avevan l'ultimo costrutto: Poi alla bella Donna tornai il viso.
Stranica 75 - Ch' io mi son Lia, e vo movendo intorno Le belle mani a farmi una ghirlanda. Per piacermi allo specchio qui m'adorno ; Ma mia suora Rachel mai non si smaga Dal suo miraglio, e siede tutto giorno. Ell' è de' suoi begli occhi veder vaga, Com' io dell' adornarmi con le mani : Lei lo vedere, e me l'ovrare appaga.
Stranica 150 - Volsesi in su' vermigli ed in su' gialli Fioretti verso me, non altrimenti Che vergine, che gli occhi onesti avvalli: E fece i preghi miei esser contenti, Sì appressando se, che il dolce suono Veniva a me co
Stranica 87 - ... entra nella selva erronea di questa vita, non saprebbe tenere il buon cammino, se dalli suoi maggiori non gli fosse mostrato.
Stranica 306 - ... (d'acqua viva aveavi una fontana, intorneata di fior gelsomino) sentia l'aire soave a tramontana, udia cantar li augelli in lor latino...
Stranica 148 - Le minuzie de' corpi, lunghe e corte, Muoversi per lo raggio, onde si lista Tal volta 1' ombra che per sua difesa La gente con ingegno ed arte acquista. E come giga ed arpa, in tempra tesa Di molte corde, fan dolce tintinno A tal da cui la nota non è intesa, Così da' lumi che lì m' apparinno S' accogliea per la croce una melode, Che mi rapiva senza intender 1
Stranica 142 - Tutte l'acque che son di qua più monde, Parrieno avere in sé mistura alcuna Verso di quella che nulla nasconde; Avvegna che si muova bruna bruna Sotto l'ombra perpetua che mai Raggiar non lascia sole ivi né luna.

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