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Pag. 222:

Ah, ricordati di me che sono

L'Italia!...

Amore mi fece di tutte le cose la più bella;

E Odio mi disfè: salsi colui

Che coll'anello nuziale di Dio
M'inanelló la mano, disposandomi.

Pag. 224:

Le grandi labbra pallide della forte Semiramide.

Pag. 225:

Per molti e bei pensieri e molto desio
Condusse que' due alla vita di lagrime e fiamme.

Pag. 225:

<< la stella vergine » i cui albori

Mescono il profondo lor canto inglese al veronese.

CAPITOLO XIV.

Pag. 238:

<< piuttosto deluso dei poeti italiani ».

Pag. 245:

.... come noi stiamo per questo regno di quiete
Di luogo in luogo, il nostro piacere è quello del re
Il cui volere informa il voler nostro, da lui impresso.
Nel voler suo è la nostra pace, a questa tutte cose
Da lui create, o da natura fatte,

Come a mare centrale, il proprio moto porta.

CAPITOLO XV.

Pag. 256:

Dante son io, l'oracolo oscuro

Di sapienza e d'arte.....

Firenze mia gloriosa madre fu, per me
Più simile a matrigna, benchè amoroso figlio,
Colpa di lotte civili e di calunnia.
Ravenna mi diè asilo quando fui esiliato

E tiene la mia polvere; l'anima mia a Dio in alto
Salga dalla terrena prigione, immacolata.

Pag. 258:

Spesso vid'io, a qualche porta di cattedrale
Un lavoratore, arrestandosi tra la polvere e il caldo,
Deporre il suo fardello, e con reverente passo
Entrare, e crocesegnarsi, e sul pavimento
Inginocchiato, ripetere il suo paternoster.

Cosi, mentre entro qui di giorno in giorno Lasciando il carico mio alla porta di questo duomo, Inginocchiato in orazione, nè vergognoso di orare, Il tumulto del tempo sconsolato

Muore in murmuri inarticolati

Mentre gli eterni secoli mirano ed attendono.

Pag. 259:

Ah, da quali agonie di cuore e d'intelletto,
Da quali esultanze prementi la disperazione,

Da che tenerezza, da che lagrime, da che odio al

[male,

Da che appassionato grido d'un'anima in pena.
Sorse questo poema della terra e dell'aere,
Questo medioeval miracolo di canto!

Pag. 261:

Ed ecco, mira! quale all'appressarsi del mattino.
Tra i grossi vapori, Marte si fa rosso fiammante
Giù nel ponente sul suolo dell'oceano,

Apparve a me possa io di nuovo mirarlo!
Un lume lungo il mare, che veniva cosi rapido
Che il suo moto da nessun volo di ala è uguagliato.

Pag. 262:

Cosi nel seno di una nuvola di fiori

Che da quelle mani angeliche eran gettati su
E giù discendevano entro e di fuori,

Con serto d'olivo sopra un niveo velo
Apparve una donna, sotto un verde manto
Vestita nei colori della viva fiamma.

Pag. 262:

Si come un uccello, tra le amate fronde,
Quieto sopra il nido della sua dolce prole,
Lungo la notte, che nasconde le cose a noi,
Chè, acciò possa mirar i loro sospirati aspetti
E trovare il cibo onde nutrirli

In cui, ad esso, gravi lavori sono grati,
Previene il tempo su aperta frasca

E con ardente desiderio aspetta il sole....

Pag. 264:

Fedele se sia questa macilenta immagine,
Non un sogno fu la sua vita

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ma una battaglia.

Potrà mai alcuna Beatrice vedere
Un amante in questo anacoreta?

Alla cupa vista di questo freddo Ghibellino
Chi poteva immaginar sorgessero visioni
Di bellezza, velate di divina luce.
In cerchi di eterna fiamma?

NOTE AL CAP. XV.

Nota 3 pag. 268:

<< L'infaticabile Del Lungo l' ha quasi tutto nel suo capolavoro di critica e d'annotazione erudita, La Cronica di Dino Compagni ».

Nota 5 pag. 268:

Non altro che un'imitazione di fiori naturali in percalle e cera.

CAPITOLO XVI.

Pag. 276:

<< il nostro grande poeta Dante ».

APPENDICE II1.

Dante in Australia.

Mentre il presente volume è ormai in corso di stampa, ricevo con notevole ritardo la seguente risposta alle mie indagini circa gli studii danteschi in Australia:

Public Library Musaeum, and National Gallery of Victoria.

Egregia Signora,

Melbourne, 23 febbraio 1921.

Sono dolente di non poter informarla se vi sieno delle Società Dantesche in Australia, nè posso trovare gran che relativamente a pubblicazioni australiane su Dante.

I libri seguenti furono tradotti dal fu Sir Samuel Griffith, Giudice in Capo dell'Alta Corte d'Australia; l'un de' quali fu pubblicato in Sidney, Nuova Galles del Sud, l'altro in Brisbane, Queensland, e il terzo presso l'Oxford University Press d'Inghilterra:

L'Inferno. - Tradotto in versi inglesi da Sir S. W. Griffith, Angus & Robertson, Sidney, 1906.

Liriche della Vita Nuova. Tradotte da Sir S. W. Griffith, Brisbane, 1914.

Divina Commedia.

Tradotta in versi inglesi da Sir

S. W. Griffith, H. Frowde, Oxford University Press, Oxford 1911.

GALIMBERTI A. Dante nel pensiero inglese.

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