Slike stranica
PDF
ePub

erudite offervazioni per opera del Chiariffimo Sig. Gio. Lami ( Delic. Erud. tom. 14. )Imperocchè nel Cap. 13. laddove fi volge favellando ad Arquà così dice:

[ocr errors]

E fe di gloria gli altri tu minacci
Tu hai ben d'onde, ma fappil tenere
Perchè mi par veder, ch'altri procacci
Con piú onore, quel corpo potere ̧
Ornar nella Città; ficchè convienfi
Chi a la polla si laffi il volere &c.

Quefto fu il corfo della vita fua, la quale felice veramente può dirfi, fe rifguardar vogliamo gli onori da effo in ogni luogo ricevuti, e la ftima grandiffima in cui fu fempre appreffo i Monarchi più grandi, ed i perfonaggi più illuftri. Refta adeffo a vedere qual foffe il fuo temperamento, e i fuoi ftudj; e finalmente i copiofi vantaggi, che dai medefimi in ogni tempo ritraffe. Fu il Petrarca di ftatura ordinaria, piuttosto grande, che piccola ; di colore tra il bianco, e il bruno, e d'una vifta così vivace, ed acuta, che fino di 60. anni leggeva ogni più minuta lettera fenza occhiali. (de Remed. utriufq. Fort. ) Non fu dotato di gran forze, ma bensì d' una deftrezza mirabile, e d'una compleffione così fana, che fino all'età di 64. anni, non fu, come egli fcrive; travagliato da infermità veruna. La qual cofa derivò forfe in gran parte dalla parfimonia del vitto, effendo egli folito di cibarfi parcamente (Epift. fenil. Lib. XII. cap. 1.) e per più d'erbe, di frutti, e rade volte guitare il vino. Da giovane dilettoffi molto degli abiti attillati e puliti, e molto eziandio colti. vava la chioma, che verfo i 25. anni cominciò a divenirgli canuta. Dilettoffi ancora di fonare il Liuto, del che ne appare certa notizia in quell' articolo del fuo Teftamento. Magiftro Thome Bombafiæ de Ferraria lego Leutam meum bonum, ut eum fonet non pro vanitate Seculi fugacis, fed ad laudem Dei æterni. La fua compleffione fanguigna facilmente lo por

B 4

tava

tava allo sdegno, ma non per questo offefe
giammai alcuno, anzi fu fempre amorevole
e benigno a chicchefia. Quindi è, che fra 1
altre lodi ancor quefta gli viene attribuita dal
fopraccitato Zenone. ( Pietof. Fonte cap.4.)

Coftai on diffe mai di nessun male,
Ne biafimò alcun, ch' aveffe fcritto,
Siccome per invidia i' fo ben quale
E non commife mai alcun delitto,
Coftui non difervi giammai perfona.
Che fi poffa vedere in fatto o in ditto.

Nel vigore degli anni fa ftimolato fieramen. te dalla carne; dal che n'accadde, che tenen. do fegreta corrispondenza con una femmina Milanefe di famiglia ragguardevole, n' ebbe da quella una figliuola, a cui pofe nome Frane cefca. E quefta poi fi maritò al mentovato Francefcuolo da Broffano figlio d'un tale Amicolo da Porta Vercellina, il quale fu poi dał Poeta per quefta cagione iftituito fuo erede univerfale, come è stato di fopra accennato. Da quefto matrimonio nacquero al Petrarca wine nipoti, ficcome avverte il foprallodato Sig. Giuseppe Antonio Saffi fu quei verfi dell' Ifcrizione pofta al fepolcro di M. Francefca.

Tusca parente pio, fed facta Liguftica dulci Conjuge, jam partu mater eram gemino, &c. Dell' uno non è pervenuta a noi alcuna notizia; l'altro, che pure nominoffi Francefco, giunto all' età di 28. mefi morì in Pavia l'an no 1368. quel giorno ifteffo, che il Petrarca

trovava a Milano alle nozze di Violante fr gliuola di Galeazzo II. ( Bernard. Corio ) e fu fepolto nell'ifteffa Città, dove il medefimo gli fe' porre quefto Epitaffio.

Vix mundi novus hofpes eram viteque volantis.

Attigeram tenero limina dura pede; Francifcus genitor, genitrix Francifca, fecutus Hos de fonte facro nomen idım tenui.

Infans formofus, folamen dulce parentum : Nunc dolor, hoc uno fors mea læta minus . Catera fum felix, & vera gaudia vite

Natus, & æternæ tam cito, tam facile. Sol bis, Luna quater fexum peragraverat orbem;

Obvia mors, fallor, obvia vita fuit.

Me Venetum terris dedit urbs, rapuitque Papia: Nec queror; bine cælo reftituendus eram .

Mori Francefca fopra parto l' anno 1384. del mefe d'Agosto nella Città di Trevigi, dove abitava col fuo marito, e fu fepolta nel Cimiterio della Chiefa di S. Francefco, ove tuttavia efifte l'antica lapida coll'infrafcritte parole favoritemi dalla gentilezza del Reverendifs. P. M. Agelli Inquifitore Generale di Firenze.

FRANCISCE PARIENTI
PEREMPTE FRANCISCI
PETRARCHE LA URE-
ATI FILIE FRANCIS-
COLUS DE BROSSANO
MEDIOLANENSIS MA-

RITUS.

E nel muro a dirimpetto fi vede in un bel marmo l' Ifcrizione in verfi alquanto diverfa da quella che vien riportata dal Sig. Saffi CHiftor. Typogr. Mediol. ) e della quale fi è fatta menzione di fopra, poichè i due primi verfi così fi leggono

Tusca parente pio, fed fa&ta Liguftica dulci Conjuge, jam proles plurima clara fuit &c.

Ebbe il Poeta due fratelli, uno de' quali mor? fanciullo, e non fe ne trova il nome; l'altro fu chiamato Gherardo, e in fua gioventù di. lettoffi anch' egli, come fi accennò, di Poefia, emulando i talenti del fratello, finchè viffe nel fecolo. Chiamato poi alla Religione, fi fece Monaco nella Certofa di Marfilia, dove fopravvifle a Francefco alcun tempo. Egli era B 5 mino.

to.

minore d'anni, come fi fcorge agevolment dalle lettere familiari, checchè ne dica Gian nozzo Manetti ( Petrarc. Vita. Leggonfi tu. tora più lettere a lui fcritte dal Petrarca, che in grazia di effo compofe quell'opera intitofata de otio Religioforum. Fu ancora più volte a vifitario, e nel Teftamento non mancò di teftificargli la fua memoria, e il fuo affetUnum addo, quod ftatim poft tranfitum meum hæres meus fcribat fuper hoc fratri Gerardo Cetrarco Menache Charthufienfi germana meo, qui eft in conventu de Maternio prope Maffiliam, ut det fibi optionem, utrum velit centum Aorenos auri, an fingulis annis quinque vel decem, ficut fibi placeat. Et quod ipfe elegeret, illud faciat. Ebbe inoltre una forella per nome Selvaggia, la quale fu maritata a Giovanni di M. Tano da Semifonte, fe fede preftar dobbiamo al Gamurrini, che ne adduce in prova gli atti civili fopra Or 5. Michele, ove fi legge una recognizione di dote fatta dalla medefima. Il Barone della Bastie inipugna al folito quefta notizia, come una chimera del Gamurrini, negando aver avuto giammai il Poeta forella alcuna. E pure Leonardo Aretino ( Vita del Petrarc.) che proba bilmente meglio di lui poteva ellerne informato, in quefti termini l'afferifce. Et in ,, maritare una fua forella, quafi tutta la fua eredità paterna fi convertì “ In effa può dirfi, che un ramo della famiglia del noftro Poeta terminaffe, fuffiftendone un altro ne'due viventi Sig. fratelli Cav. ed Abate dell'Ancifa gli afcendenti de' quali fono Ciatto di Lapo di Ser Garzo, che fu lo ftipite comune. E ciò fi prova non folo per la tradizione; ma quel che più è, per le poffeffioni contigue, e più che più per le fcritture autentiche, le quali ciò dimoftrano, per non parlare dell' avere ufato fempre quefta Cafa i'arme medefima del Petrarca, che dicono effere ftata un Orfo nero in campo d'oro, con tutto che il Tammafini full' autorità di Gauges de Gozze affermi effere ftata una Stella con sbarra fotto attraverso il campo.

99

39

Ma

[ocr errors]
[ocr errors]

Ma tornando al Poeta, certo fi è, che egli for di profeffione Ecclefiaftico, quantunque mi non prendeffe gli ordini facri. Ond'è che ot tenne e godè più Benefizj, effendo prima ftato Canonico Lomberienfe, e poi Arcidiacono di Parma, e Canonico di Padova. Ebbe ancora la Badia di Gavello C Beccad. vit. del Petrarc. ) verfo i confini del Ferrarefe, e da Papa Innocenzio VI. che cercava d'averlo per fegretario altri due Benefizj gli furono conferiti. Più volte eziandio gli furono offerti Vefcovadi, ma egli costantemente gli recusò, troppo grave fembrandogli il peso, e la cura dell'anime altrui. Quanto agli studi abbiamo già veduto che appena morto il Padre abbandonò le leggi, non perchè, come ei scrive, lodevoli non foffero, e piene d'antica erudizione , ma per l'ufo poco onefto, che allora per lo più fe ne faceva. L'animo fuo era tutto volto alla Filofofia morale, all'Iftoria, ed alla poefia a cui fi conofceva fpecialmente formato. Di qui è, che il fuo tempo l'impiegava tutto in leggere o fcrivere, ed alzavafi ordinariamen. te a mezza notte per darfi con miglior quiete alle fue applicazioni. Per la qual cofa non è punto da maravigliarfi, fe così eccellente divenne, che fuperò di granlunga tutti i fuoi coetanei. Ed in vero per ciò che riguarda le lettere latine, egli fu il primo fenza dubbio, che vita rendeffe loro, e di mano le toglieffe alla barbarie, in cui giacevano da lungo tempo fepolte. Che fe non giunfe a pareggia. re l'antica purità dello ftile, mercè la confufa lezione, che d' ogni Autore faceva, fu nondimeno lo ftupore degli ingegni più rari di quella età, e la ftrada ai pofteri aperfe di facilmente giungervi full'orme fue. Ma per quan. to pregevoli foffero, e degne di fama le fue poefie latine, fu tuttavia di gran lunga più eccellente nelle rime volgari, e da effe fenza dubbio riconobbe in gran parte l'immortalità del fuo nome. Egli medefimo fe n'accorfe benchè tardi, come accenna nel Sonetto 253.

P. 2.

[blocks in formation]
[ocr errors]
« PrethodnaNastavi »