Geri, quando talor meco s'adira a c. 173. GIOVANNI DE' DONDE I'nin ben sie be to palpo tuttavia " Se quel ch' io odo, oda: e fa bugia, E quanto volgo più la fantasia, Il mal mi preme, e mi spaventa il SENNUCCIO DEL BENE BENUCCI A M. F. PETRARCA. Lara l'ufato modo fi rigira I verde Lauro hai qui, dov' io or feggio, Non potrefli in cinqu' altri fan Giovanni, Signor mio caro, ogni penfier mi Sonetto di M. F. Petrarca a Sennuccio, tratto colla rifpofta dalle Rime Antiche pofte in fine della Bella Mano di Giufto de Conti della nuova edizione a carte 124.. Siccome il padre del folle Fetonte, Quando prima fent la punta d'oro Per quella Dafne, che divenne alloro, Delle cui frondi poi fi ornò la fronte: E come il fommo Giove del bel monte Per Europa fi trasformò in toro; E com'per Tisbe tinfe il bianco moro Unica del Sol figlia in atto, e in forma, Così perdendo il tempo afpetto l'ora. Lo ti pregɔ, Sennuccio, che mi desti.. Rifpo Rifpofta di Sennuccio al Petrarca. A belia Aurora nel mio orizzonte, a ch'ella rimira; ed ogni cosa d'oro Qui pure è giorno, e non s' annotta ancora. Non fogliono effer piè mai tanto prefi. Quanto quei di color da Amor richiesti, Piacciavi farme di quel monte dono, Ch'io vho furato in quel ch'io vi ragione. GIACOMO COLONΝΑ A M. F. PETRARCA. SE le parti del corpo miò distrutte, E ritornate in atomi, e faville Che più che Spada d'Ettore, e d' Achille Mai non vedranno le mie luci afciutte: a carte 256. Nell' Edizione fatta in Firenze dagli eredi di Filippo Giunta l'anno 1522. viene attri buito il feguente Sonetto a Giacopo de' Garatori da Imola. GIACOPO DE' GARATORI DA IMOLA Novella Tarper, in cui s'afconde Ben era corfo per le verdi fronde: Aprite tante, che delle faconde Tue gioje fi moftrino a coloro Ch' afpettano; ed anch' io in ciò m2 accoro Più ch'affetato cervo alle chiave onde: E non vogliate afcondere il valove Che vi concede Apollo che fcienza Comunicata fuol multiplicare. Ma 'l filo voftro di alta eloquenza Vogli alquanto il mio certificare, Qual prima fu, o Speranza, od Amore. Nella Nella Raccolta di Rime Antiche di diverfi pofta dopo la Bella Mano di Giufto de' Conti, della nuova edizione a c. 152. fi registra come di Maeftro Antonio da Ferrara; ma è alquanto diverfo. MAESTRO ANTONIO DA FERRARA A M. F. PETRARCA. Novella Tarper, in cui s'afconde Tue luci fr dimoftrino a coloro, RISPOSTA. Ingegno ufato alle queftion profonde. Ceffar non fai da tuo proprio lavoro: Ma perchè non dei ftar anzi un di loro Ove fenza alcun forfe fi rifponde ? Le rime mie fon defviate altronde Dietro a colei per cui mi difcoloro. A' fuoi begli occhi, ed alle trecce d'oro, Ed al dolce parlar, che mi confonde .. Or fappi, che 'n un punto, dentro al core Nafee Amor o Speranza e mai l'un fenza 1' altro non poffon nel principio ftare. Se 'I defviato ben per fua prefenza Quetar può l'alma, ficcome mi pare; Vive Amor folo, e la forella more.. Can |