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RIME

DI MESS.

FRANCESCO

PETRARCA.

DRI

IN BASSANO, MDCCLXXVI.

A SPESE REMONDINI DI VENEZIA,

Con Licenza de' Superiori.

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A CHI LEGGE.

Incredibile Spaccio

3

che in

pochiffimo tempo fi è fatto

L' della prima noftra edizione

dell' incomparabili Rime di Meffer Francefco Petrarca, ci ba obbligati a riprodurne da noftri torchi una nuova. In questa non solamente tutto abbiamo messo in opera affinchè perfettamente corrisponda al pregio. ed alla leggiadria di quella, ma in qualche cofa ancora poffiamo dire con verità averla ridotta migliore. Imperocchè oltre all' efferci adeffo noi fedelmente attenuti, ficcome ancora la prima volta facemmo, alla celebre edizion Fiorentina, approva ta dai Signori Accademici della Crufca, nella quale bannofi le rime del noftro Autore riscontrate con ottimi testi a penna, e colla più efatta diligenza fu quelli coroltre ancora le varianti lezioni a piè di ciascuna pagina con maggior di ·ligenza notate, è la novella vita del Petrarca fcritta dal chiariffimo Sig. Luigi Bandini, quanto di ogni altra più doviziofa, altrettanto ancor più fedele, oltre dico a tutte queste cose, abbiamo adesso per la prima volta aggiunti alcuni Frammenti copiati dall' originale fteffo del Pe trarca pubblicato in Roma anno 1642. da Federigo Ubaldini. E perchè potefero quefti fervire ancora come di un piccola faggio a Lettori della rozza ortografia di que barbari tempi, abbiamo giudicato di ripor

rette,

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riportarli, appunto come gli fece ftampare anche il Sig. Muratori d' immortal memoria nel fuo Petrarca a c. 707. Le tre famofe canzoni di Guido Cavalcanti, di Dante Alighieri, e di Cino da Piftoja, che in fine della prima edizione ponemmo, abbiamo ftimato bene di riftamparle anche in questa nel luogo medefimo, effendoci paruto appartenere effe in qualche maniera all' opere del noftro Poeta per avere egli inferiti i primi verfi di quelle nella fua Canzone':

Laffo me
pieghi &c.

ch'i' non fo in qual parte

pofta a carte 97. Gradifci, Lettor Cortefe, le premure da noi ufate per rende re in ogni parte perfetta

edizione del

più celebre fra tutti gl' Italiani Poeti, e vivi felice.

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PETRARCA.

le gefta di FRANCESCO PETRARCA, ficcome ebbero Scrittori contemporanei, che le defcriffero, così aveffero avuta

la forte d'eTer pofte in carta in fecoli più culti, e meno trafcurati di quello, in cui egli viffe, io mi farei di leggieri difpenfato dal rintracciare laboriofamente, come ho fatto, le più fincere e importanti notizie, per teffere quefta Vita dagli avanzi di quelle autenti. che memorie, che il tempo divoratore non ha per auco potuto confumare. Ma perchè d' un Uomo si illuftre, qual egli fu, poco mi fembrava averne parlato gli antichi, e molto altresì io credeva poterfi aggiugnere agli fcritti de' moderni per questo motivo mi fono accinto a favellarne di nuovo in quella guifa migliore, che al mio fcarfo talente fia poffibile. E primieramente, per dir qualche cofa del fuo lignaggio, certo fi è che fu quefto affai civile ed onorato, quantunque poco fornito di beni di fortuna, come ci afficura egli fteffo nell'e pistola ai pofteri. Imperocchè fuo Padre fu Ser Petracco, o Petraccolo di Ser Parenzo, di Ser Garzo dall' Ancifa, ond'ebbero i fuoi veramente l'origine, benchè Monfig. Lodovico Beccadelli, che non avea forfe veduto fcrittu re pubbliche, francamente afferisca il contra. rio La Madre poi fu de' Canigiani famig ia illuftre di quefta Patria, ed ebbe nome Eletra, non già Lieta o Brigida, com' altri pretendo. no, mentre apertamente lo moftrano quei verfi, che effo fece in fua morte:

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