Prose di Giuseppe BarettiDitta G. B. Paravia e comp., 1907 - Broj stranica: 464 |
Ostala izdanja - Prikaži sve
Uobičajeni izrazi i fraze
10 a pag 1ª ediz 9 a pag 9 Cfr Accademia Accademici della Crusca alcuni antichi Antiquato anzi Arcadi Aristarco assai autore Baretti bella bernieschi buona canto celebre ch'egli ch'io ché chiama Cinquecento colla commedie comune Corregidore critica Crusca d'essere d'Italia dice dirò piú innanzi dotti epico Falmouth famoso filosofo fiorentino Firenze francese Frusta Letteraria frustato dal B giovani giudicato Giuseppe Giuseppe Baretti Goldoni Gozzi greco imitatori inglese Inusitato Italia italiana l'altro lasciar latino leggere leggitori lettera letteraria letteratura lettere libro lingua lingua italiana Lisbona lodato dal B Metastasio Milano Molière nome noto opere Parini parlare Pietro Verri poco poema poesia poeta poetica popolare Portogallo portoghese prosa pubblicò pure rima Roveredo s'usa satira scherzosamente scritti scrittori scrivere secolo signor sonetto specialmente stile studio teatro Toscana tragedie tratto troppo trova usato Venezia verso sciolto vocabolo voglio XVIII
Popularni odlomci
Stranica 251 - Quando mi vidi giunto in quella parte Di mia età, dove ciascun dovrebbe Calar le vele , e raccoglier le sarte, Ciò, che pria mi piaceva, allor m' increbbe; E pentuto, e confesso mi rendei, Ahi miser lasso ! e giovato sarebbe.
Stranica 283 - T'inganni. Un'alma grande È teatro a se stessa. Ella in segreto S'approva e si condanna; E placida e sicura Del volgo spettator l'aura non cura.
Stranica 148 - Frusta, e di menarla rabbiosamente addosso a tutti questi moderni goffi e sciagurati, che vanno tuttodì scarabocchiando commedie impure, tragedie balorde, critiche puerili, romanzi bislacchi, dissertazioni frivole, e prose e poesie d'ogni generazione che non hanno in sè il minimo sugo, la minima sostanza, la minimissima qualità da renderle o dilettose o giovevoli ai leggitori ed alla patria.
Stranica 189 - Un numero innumerabile di sentimenti e d'affetti, che Locke e Addison potettero appena esprimere in prosa, un mondo di moti quasi impercettibili della mente nostra, e d'idee poco meno che occulte a quegli stessi che le concepiscono, e di pensieri e di voglie talora ombreggiate appena dal nostro cuore, sono da lui state con...
Stranica 204 - Perchè il Cellini pensava unicamente a dire le cose che aveva in mente, e il Genovesi non solo pensa a dir le cose che ha in mente, ma pensa anche a dirle piuttosto in questo che in quel modo. E questa scelta fra due o più espressioni, quasi tutti gli scrittori la vogliono fare, anzi s'avvezzano a farla quando cominciano ad esercitare il...
Stranica 206 - Noi dobbiamo da quegli scrittori imparare i vocaboli, e ragunarsene in mente quante migliaia possiamo, colle debite discriminazioni fra i più usati ei meno usati, fra i moderni e gli obsoleti, fra i prosaici ei poetici, e noi dobbiamo da quegli scrittori imparare a distinguere tra le frasi native e le frasi forestiere, ea ben ravvisare quel totale di esse che si chiama indole o genio della lingua toscana. Queste sono le due sole cose (parlo relativamente allo stile) che noi dobbiamo imparare da...
Stranica 160 - ... lirici, de' tragici, de' ditirambici, e d'ogni razza, a dispetto della natura che volle farlo avvocato e non poeta. Il nome del Crescimbeni è tuttavia nominato con somma venerazione da
Stranica 150 - Scannabue in questi suoi fogli verrà dandovi a mano a mano un minuto ragguaglio di se stesso, e raccontandovi pezzo per pezzo tutti i casi suoi. La vita di quella mansueta ed innocua gente, che noi volgarmente chiamiamo letterati, non è, e non può essere gran fatto piena di strani accidenti, né troppo feconda di...
Stranica 153 - Ben potete credere, leggitori, che dopo un tale accidente qualche porzione di quelle tante particelle sulfuree che la Madre Natura aveva mischiate nella sostanza del suo individuo, cominciarono a svaporare e ad ammorzarsi; onde non è strano se, trovandosi con una gamba di legno sotto il ginocchio sinistro, s'indusse tosto a dar volta ea tornare ad patrios Lares.
Stranica 163 - Del serbatoio, voce greca derivata dal caldeo, la quale in Roma significa « segreteria poetica », e in Firenze significa « stanzino da serbare uccellami morti, tanto crudi che cotti, insieme con altre derrate mangiative ». Il quinto capitolo è intitolato De...