La divina commedia, postillata da T. Tasso [ed. by G. Rosini and L.M. Rezzi].1830 |
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Uobičajeni izrazi i fraze
alcun Allor altra anime ARGOMENTO assai avea bella bolgia buon CANTO capo cerchio certo ch'i ciascun ciel color colpa colui Cominciò Comparazione convien corpo costa credo d'ogni Dante dice dietro dinanzi dire disse dissi Divina dolce dolor duca duro Elocuzione eran face fama fece fiera fondo forte fosse fosso fummo gente GIOLITO giunto gran gridò guarda infino insieme l'altro l'anima l'un lascia legge levò lungo luogo maestro maggior male mano mena mente mezzo mondo monte morte nome nuova occhi oltre pare parea parlar parole passo pena petto piè piedi pietà poco Poeta porta Poscia posta postilla presso puniti punto quei Quivi ragione Rispose salire sangue sanza Sentenza senti SESSA sovra terra testa Tomo tornar tosto tratta trista trova veder Vedi veggio venir verso vidi Virgilio viso vista vivo volere volse volte
Popularni odlomci
Stranica 108 - Esce di mano a Lui, che la vagheggia Prima che sia, a guisa di fanciulla, Che piangendo e ridendo pargoleggia, 88. L' anima semplicetta, che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla. 91. Di picciol bene in pria sente sapore; Quivi s' inganna, e dietro ad esso corre, Se guida o fren non torce suo amore.
Stranica xxiii - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Stranica 38 - Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro, e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Stranica 243 - Surge a' mortali per diverse foci La lucerna del mondo : ma da quella, Che quattro cerchi giugne con tre croci , Con miglior corso, e con migliore stella Esce congiunta, e la mondana cera Più a suo modo tempera e suggella. Fatto avea di là mane , e di qua sera Tal foce quasi, e tutto era là bianco Quello emisperio , e 1...
Stranica 231 - ... indova; ma non eran da ciò le proprie penne: se non che la mia mente fu percossa da un fulgore in che sua voglia venne.
Stranica 37 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, E cominciai : Francesca , i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi : al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette Amore Che conosceste i dubbiosi desiri?
Stranica 229 - O abbondante grazia, ond' io presunsi Ficcar lo viso per la luce eterna Tanto che la veduta vi consunsi ! Nel suo profondo vidi che s...
Stranica 34 - A vizio di lussuria fu sì rotta, Che libito fé' licito in sua legge, Per torre il biasmo , in che era condotta.
Stranica 90 - Non era ancor di là [Nesso arrivato, Quando noi ci mettemmo per un bosco Che da nessun sentiero era segnato. Non frondi verdi, ma di color fosco; Non rami schietti, ma nodosi e 'nvolti; Non pomi v'eran, ma stecchi con tosco.
Stranica 20 - E tu che sei costì, anima viva, Partiti da cotesti, che son morti. Ma poi eh' ei vide, eh* io non mi partiva, Disse : Per altre vie, per altri porti Verrai a piaggia, non qui, per passare : Più lieve legno convien che ti porti.