Slike stranica
PDF
ePub

tutt'altro che facili a potersi toglier di mezzo; pure anche solo avvicinandovisi, per quanto lo si potesse; se non l'ideale che l'autore propone, si avrebbe pure uno stabilimento balneare, sempre di molto superiore ai tanti che oggi si hanno, ne' quali, meglio che al vantaggio di chi vi accorre, cercandovi salute e svago, suolsi provvedere al maggior profitto da potersene trarre. Dott. TR.

L' Annuario delle Scienze mediche pel 1886. - Milano, Vallardi, 1887.

È già il diciasettesimo anno, dacchè questa annuale pubblicazione, edita dal Vallardi e redatta da medici, tutti di bella fama, si dà alla luce in Milano. Raccoglie essa tutto che di attinente alle scienze mediche si è dato fuori per le stampe nell'anno testè decorso, non solo in Italia, ma in ogni altro paese, in cui gli studi medici sono in fiore. È divisa in quattro parti: ciascuna di queste abhraccia più branche delle science mediche; quelle cioè che sono più o meno affini tra loro. La parte prima comprende: I. l'Anatomia, l'Antropologia, l'Istologia e l'Embriogenia. II. l'Anatomia patologica; III. la Fisiologia di tutte e tre è redattore il dott. Bufalini. La parte seconda riunisce I. Ia Patologia generale e speciale medica; compilata dai dott. B. Morpurgo e V. Patella; II. la Pediatria, dal dott. Guaita; III. la Psichiatria; dal dott. Tramboni. La parte terza raccoglie: I. la Patologia chirurgica e Chirurgia operativa; estesa dal dott. Parona; II. l'Ostetricia e la Ginecologia; dal dott. Bertazzoli; III. I' Oftalmologia; dal dott. 8taderini; IV. I'Otologia, la Laringologia e la Rinologia; dal prof. Grazzi; V. la Dermatologia: dal dott. Pisani; VI. la Sifilografia, dal dott. Bufalini. La quarta ed ultima parte abbraccia: I. la Farmacologia, la Terapeutica e la Tossicologia; del Plevani; II. l'Idrologia, l'Aeroterapla, la Climatologia, l'Elettroterapia e l'Ipodermoterapia; del prof. Schivardi; l'Igiene, del prof. Anfosso vi sono poi aggiunte alcune poche cose sui cougressi che si sono tenuti nell'anno, sul premi che si accordarono, o che si propongono per gli anni avvenire anche vi si enumerano i giornali medici, stranieri e italiani, gli annuari ecc.; vi si leggono alcune varietà; sonvi infine parecchi cenni necrologici. Solo; né l'editore vi ha colpa; vi manca la medicina legale; ma le cose che vi si attengono; e quelle di quest' anno, e quelle dell'anno avvenire; si riassumeranno (così si promette) nella prossima pubblicazione pel 1887. Un indice delle materie ed uno degli autori precedono l'annuario. Nel quale è fatta la recensione, di un numero, a dir vero, grandissimo di cose mediche e, per quanto vi si critichino senza guari diffondervisi, ed anzi di non poche non si faccia che un cenno, vi si dà pure un'idea a bastauza esatta di tutto, o quasi, che in ogni ramo delle scienze mediche si è scritto in Italia, e fuori, nell'anno testé decorso.

:

Dott. TR.

Dott. Ugo Bassi. ·

Nevrite multipla consecutiva a febbre tifoide.

Venezia, Tipografia dell' Emporeo, 1887.

È solo dal 1880; dopo il Leydan; che la nevrite multipla si riconobbe, come forma morbosa a sè è solo da allora quindi che su di essa si volser gli studi. L'autore, in questa sua nota clinica, ne enumera i sintomi, avvertendo, come non di infrequente confondansi con quelli di altre forme morbose del sistema nervoso centrale, onde non ne è sempre facile la diagnosi; ed è anzi per questo che non s'è cominciata a studiare che solo da poco. O è primitiva (e lo è il più di spesso) o è tossica, o consegue a malattie d'infezione, massime alla difterite, la quale solo di rado ha origine centrale, men di frequente al vajolo, alla tisi, alle febbri palustri, alla scarlatina; ma non per anco s'era osservata in seguito all'ileotifo. Ora occorsone un caso all'autore, ne lo studia egli in questa sua nota. Ad una febbre tifoide, non grave, che cessò alla metà circa del IV settenario, tennero dietro indubbi sintomi di polinevrite che con l'elettricità e col massaggio guarì in capo a un mese. Narrato il caso, l'autore esclude che si trattasse di lesione sintomatica, o diffusa, del midollo spinale, di emiplegia spinale per tumori, emorragia ecc., di lesione encefalica a focolajo, di processo trombotico, ma sì invece di nevrite multipla, per quanto vi continuassero i riflessi e la paralisi non vi apparisse, come d'ordinario suole nella polinevrite, simmetrica nei due lati del corpo, chè in essa non sempre si aboliscono i riflessi e non vi è rara la paralisi localizzata a un sol lato, sì da simular quella da lesione encefalica a focolajo. A ragione quindi conchiude l'autore che, se non per anco si ha nella scienza alcun caso di polinevrite consecutiva a febbre tifoide, accertato anche dalla necroscopia, dopo quello che a lui occorse, dee pure ammettersi che questa nuova forma morbosa sin d'ora si abbia a contare anche tra i possibili postumi dell'ileo-tifo. Dott. TR.

Dott. Ugo Bassi, L'Antipirina contro il dolore. di, 1887.

Milano, Vallar

L'antipirina è certo uno tra i migliori dei tanti nuovi farmaci, di che in questi ultimi tempi si è arricchita la terapia. Salita già in alta fama come antitermico, da un qualche tempo va salendo in fama ancora più alta come analgesico, e analgesico, oltrechè efficacissimo; il contrario di tanti altri, massime della morfina; del tutto innocuo.

L'autore, dopo di avere accennato ai successi, veramente meravigliosi, che non pochi medici, e italiani, e stranieri, ottennnero con l'antipirina contro l'elemento dolore, volle esperirla egli pure, ed egli pure ne ebbe gli stessi successi. Infatti in ben 12 casi (7 di nevralgie, 2 di reumatismo, 2 di dolori folgoranti dei tabici, 1 di gotta acuta) ne' quali volle ricorrervi, in

tutti ottenne la pronta cessazione del dolore; costituisse questo l'essenza pel morbo, o non ne fosse che un sintoma.

Io pure, di questi giorni, in casi che mi occorsero, in cui il dolore, o era tutto, o spiccava tra altri sintomi, più o meno gravi, la volli esperire e, se non sempre n'ebbi gli splendidi risultati che raggiunse l'autore, pure in due dei casi ottenni io pure la guarigione pronta e duratura del morbo, e in qualche altro sempre un sollievo più o meno notevole. — Dei due che guarirono, ne accenno qui uno, il più sagliente, che fu una fiera prosopalgia destra, nella quale ben tre injezioni di muriato di morfina (a un centigrammo le due prime, ad uno e mezzo la terza) non aveano recato che un alleviamento dell' atroce dolore, e a nulla aveano approdato quasi tutti i consueti farmaci, cui avea per lo innanzi ricorso, mentre 3 grammi del meraviglioso farmaco la sera e 2 altri la notte han fatto cessare il dolore del tutto; nè questo da allora più si è rinnovato.

[merged small][merged small][ocr errors][merged small]

A quanto sembra è cessato l'imperversare d' Austro e d'Aquilone ; l'invidia di scuola, gli odii di parte hanno temperato il loro furore, e questo poeta, Giosuè Carducci, si eleva olimpicamente sereno al di sopra delle bufere, e mostra la faccia ornata dei raggi d'oro della fama. Ma quanta lotta, quante amarezze, quanti disinganni!

É sempre così, o bella Italia, tu conduci i tuoi figli al trionfo per la via del Calvario. E quando la voce degli stranieri o la voce della morte hanno fatto giustizia, allora anche tu sbadigliando ti conduci a segnare un nome sulla pietra dell'immortalità. Ma se quel poeta non ha fatto nel suo mestiere i muscoli d'acciaio, non assiste davvero all' onore de' suoi concittadini e muore assistito dalla negra dea della disperazione.

Tanta luce di canto in mezzo a così profonde tenebre umane! Il libretto elegante del Zanichelli s'apre colla dolcissima ode Alla rima, si chiude con un Congedo che lascia profonda memoria di sè. Signore della rima il Carducci, e delle più riposte eleganze della lingua, espande in questa lirica tutta l'anima sua, e come Dante nella famosa terzina a Bonagiunta da Lucca, manifesta la propria teoria estetica: è la teoria sempiterna seguita da tutti i grandi di tutti i tempi e di tutti i luoghi, perchè abbraccia l'universo nelle mille agitazioni, nelle mille passioni di quell'io che ama, odia, cerca ed invade ogni cosa. Ma quale statua perfetta non è l'artiere divino di codesta poesía alata, il quale dopo avere diffuso tutto il tesoro dei palpiti immortali ad un mondo forse indifferente:

Per sè il pover manuale

Fa uno strale

D'oro, e il lancia contro 'l sole:
Guarda come in alto ascenda

E risplenda,

Guarda e gode, e più non vuole.

Così in mezzo a due gioielli, perfettissimi rispetto alla forma, stupendi rispetto al pensiero, il lettore può inebbriarsi in mezzo a' più squisiti profumi. La materia del libretto è varia: alle liriche originali si intrecciano quelle tradotte da poeti di Germania, Francia e Spagna, e dopo la lettura di queste poesie l'anima si sente come elevata in aere più spirabile.

Certo chi legge deve avere un cuore nel petto e non un pezzo di sughero, nè deve essere uno di quei corvi che mettendo fuori il capo dalla palude viene gracchiando: Ma codeste rime non sono nuove, sono conosciutissime! Lo sapevamo, bello mio, ma ciò nulla toglie alla bellezza di questi lavori e poi i fiori erano seminati per mille campi e solo l'autore poteva comporne questo mazzo che spande dappertutto il profumo dell'ambrosia divina.

Nè deve essere il lettore uno di quegli spiriti comici che ancora non hanno saputo comprendere l'importanza e la melodica squisitezza delle Odi barbare, e che vanno ancora sghignazzando volgarmente e ripetendo : che stupida, indecifrabile robaccia!

Oh bella Italia con molta malignità quanta ignoranza ne' tuoi classici figli! Il Carducci è il più grande lirico de' nostri giorni, nè manca nell'opera sua la nota epica e satirica. Nessuno più perfetto di lui nella forma esteriore, nessuno de' nostri poeti contemporanei ha saputo spiccare il volo così alto e posare sulle cime più arde de' monti e fra il cielo e la terra conservare, anche in braccio ai deliri dell'ispirazione, un aspetto così nobile, così virtuoso, così religiosamente elevato Aggiungete che nessuno ha prodotto una messe più copiosa di quella che diedero i campi fecondissimi della sua fantasia.

La santa ebbrezza della poesia lirica non può durar molto, perchè l'anima del poeta va limandosi poco a poco, e certi sforzi non si possono ripetere molte volte. Questo, io dico, parlando della lirica in cuore sincero e profondo, in cuore che palpita e sanguina disposandosi a tutte le umane miserie; non è così se questo genere poetico è frutto di sola immaginazione. Il mio concetto si capisce subito coll'esempio de' due grandi poeti Ugo Foscolo e Vincenzo Monti.

Ed anche in queste Rime nuove il Carducci è sempre limpido, fresco, pieno di vita; si innalza, vola ed inebbria l'anima sua in mezzo alla fragranza delle nubi solitarie, e la sua voce colpisce l'etere lontano. Il suo volo è rapido e breve, ma commuove profondamente. Una nota nuova tut

tavia ferisce, a chi la comprende, il cuore dei lettori che amano il loro poeta è la nota del cuore paterno straziato, è la nota dell' uomo la cui fronte è stata sfiorata dall'ala del disinganno. Quali tenerezze paterne e fraterne in certi versi, quale aspra amarezza in altri :

Ma dietro, in fondo, un bel teschio di morto

Ride il suo riso eterno :.

A quei che vengon per recar conforto

Ride l'ultimo scherno.

Per gli ampj splendori del cielo movesi una qualche nuvola fosca, la vita ha scoccato i suoi dardi nel più profondo del petto, il gaudio non è più sempre sereno, nè le voci potenti dell'odio sacro conservano quella atletica virilità che non cura le proprie ferite, Ma codeste anime si rilevano presto, e l'amore dell'arte e la simpatia per le comuni sventure porgono lenimento al dolore individuale e secreto.

Il Carducci, in mezzo a mille echi di voci che fraternamente risuonano nel suo cuore, è poeta originale. Nè io credo opportuno ripetere qui ciò che ormai fu ripetuto da moltissimi intorno alla qualità, intorno a' pregi o a' difetti dell'opera sua poetica. Ciò che fu detto delle altre sue poesie può dirsi anche di queste in generale, ed io stimo, in una analisi rapida come è la mia, essere cosa più conveniente il tentare di esprimere piuttosto quella impressione che rimane nell'animo di chi legge, quella impressione che corrisponde alla essenza propria di quei versi.

Ora da quell'insieme di rapidità lirica, di mordacità satirica, di epica serenità, da quell'intrecciarsi e confondersi in dolcissimo suono i più riposti segreti dell'anima, e le leggende popolari della storia o della vita, e le aspirazioni al bene ed al meglio, ed i rimbrotti alle umane debolezze ed alle umane viltà; da tutto questo mi pare che nasca quel senso di compiacimento in chi legge al vedere soddisfatti i bisogni dell' anima propria.

E tutto ciò in rima, a soddisfazione e compiacimento anche di coloro che dimenticandosi tutte le anteriori poesie, e sono volumi, si riserbavano a giudicare il poeta quando avesse smesso quel, brutto vizio di scrivere in versi barbari! Oh i Tartufi dell'arte !

Ognuna delle dieci parti di cui si compone questo elegantissimo volume, richiederebbe un trattato speciale, particolarmente quando si volesse imitare certi critici eruditi de' nostri giorni, i quali con acutissimi vetri vanno di verso in verso cercando le imitazioni da' poeti antichi e moderni, o quando si stimasse opportuno di compiacere coloro i quali vorrebbero che il critico riportasse tutta l'opera dell'autore. Questo non può essere il nostro fine; lo abbiamo detto. Rispetto agli uni diciamo cho ci manca il tempo e la erudizione, rispetto ai secondi li esorteremo a comprare il li bretto.

Sì, la scoperta artificiosa, e talora falsa di reminiscenze, è la critica

« PrethodnaNastavi »