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Agresti Alberto (di Napoli). - Sal collocamento degli eretici nell' « Inferno » di Dante. (L'Alighieri, I. 295).

270

-- Dov'è punita nell'Inferno di Dante la matta bestialitade? (L'Alighieri, II. 1).

271

Dante e i patarini: Studi pel Canto X dell'« Inferno ». (L'Alighieri, II, 282, 305). 272

Eva in Dante e in Pier Lombardo. (L'Alighieri, III, 101; e Atti dell'Accademia Pontaniana, XXI, 170). [273

Dante giudica molto severamente Eva nella Commedia (Purq., XII, 71; XXIX, 23-30; XXXII, 32; Par., XIII, 3× e 39; XXXII, 4-6 e nel De vulgari Eloquentia (I. 4; e la fonte vera del giudizio dantesco è Pier Lombardo (lib. II, dist. 22.

Dante e Vanni Fucci: Nota letta all'Accademia Pontaniana nella tornata del 24 aprile 1892. (L' Alighieri, III, 456). [274 Cfr. Bull. d. Soc. dant. it., n. 12, p. 20.

Dante e Vanni Fucci. (Atti della r. Accademia Pontaniana, XXII).

[275

Per il Dilli che non mucci di Dante, Inf.. XXIV, 127, l'autore spiega: digli che non nasconda, che non taccia; intendendo che Vanni, tuttoché scaltro e svelto e raggiratore, non riuscí ad ingannare l'Alighieri che lo conobbe uom già di sangue e di corrucci, e lo tenne sempre colpevole del sacrilego furto commesso, o tentato, nella sagrestia de' belli arredi. Si può tuttavia dubitare sempre se il Pistoiese fu un malfattore volgare o un deliquente politico.

Breve notizia di un manoscritto dantesco inedito di Ni

cola Sole. (Atti dell'Acc. Pontaniana, XXV).

[276 È una trad. in prosa delle prime due Cantiche fatta dal S. verso la metà del sec. XIX, « ad uso de' giovanetti e delle donne. »

-Lezioni dantesche. (L' Univ. pop. di Napoli, I, 2, ecc.). [277 Son le tre prime lezioni di un corso dantesco fatto dall'A. nell'Univ. pop. di Napoli.

Note dantesche. I. Sul collocamento degli eretici nell'« Inferno» di Dante. II. Dov'è punita nell' « Inferno » di Dante

la matta bestialitade? III. Dante e i Patarini. Napoli, tip. dell'Università, 1896, 8o, pp. 8.

Cfr. Giorn. dant., IV, 370.

[278

Agresti A. [di Firenze].

Una lettera aperta sulle letture

[279

dantesche. (Marzocco, IV, 18).

Sulla Lectura Dantis rinnovata in Firenze dalla Società dantesca italiana. Cfr. Giorn. dant., VIII, 500.

Ajuti Attilio.

Esegesi estetica del I Canto del « Paradiso » secondo s. Tommaso. (La Sc. cattol., an. 2°, vol. III, 257).

[280

Alamanni Luigi. – Ecloga in morte di Cosimo Rucellai. (Del Balzo, Poesie di mille autori, ecc., Roma, 1897, IV, 447). [281 A Dante [sonetto]. (Del Balzo, Poesie di mille autori, Roma, 1897, V, 42).

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[282

Il grande Scrittore. (Osserv. catt.,

[283

Parlando delle qualità che si richiedono in uno scrittore veramente grande osserva: « Io vedo grande scrittore Dante Alighieri ; la lingua, l'uso che ne fa, lo stile che lo rende il poeta di tutti i secoli e di tutti i popoli, il fine educatore del suo Poema, me lo dicono grande; la grandezza di Dante si impone, è alcunché di superiore ad ogni discussione: è la evidenza. Ma Dante, per quale virtú è grande? Per la virtú del cristiano che crede, o per la virtú del positivista che non crede? »

Alberti Luisa. - La vita di Dante Alighieri. Influenza degli studi danteschi sul carattere femminile: Lezioni due. Genova, Stab. tip. Montorfano, 1900, 8°, pp. 16, e 12. [284 Cfr. Bull. d. Soc. dant. it., VIII, 191.

Albertoni Silvia. - Bismantova. (Vittoria Colonna, 16 nov. 1899).

L'amore di Dante. (Roma letteraria, IV, 13).

[285

[286

Vi si ragiona con molto garbo dell'amore di Dante per la Beatrice narrato nella Vita Nuova.

Albini Giuseppe. Al sepolcro di Dante. (Albini, Liriche, Torino, 1894, p. 109).

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[287

Cecco d'Ascoli: a proposito d'un libro recente. (Fanf.

d. Dom., 9 ott. 1892).

[288

Del libro del Castelli su La vita e le opere di C. d'A., Bol., 1892. Per i carmi latini di Dante Alighieri e di Giovanni del Virgilio. (Atene e Roma, IV, 34). [289

Alciati Terenzio. - In « Comoediam » Dantis Alegherii hendecasyllabi [ed. Jos. L. Passerini]. Venetiis, ex typ. Visentini, 1892, 8°, pp. 4.

:

[290

Nozze Pelaez-Chiarini. Dal Cod. Casan., E. IV. 33 [2117]. Alcock Walter, music. V. Alighieri D., The Lord's prayer, ecc. London, 1892.

Aldrich Anne Reeve. Francesca and Paolo. (Aldrich, Songs about life, ecc., New-York, 1894, pp. 33).

[291

Aldrich Thomas Bailey. - A portrait of Thomas William Parsons: a footnote. (The Century, XLVIII, 323).

Contiene la poesia del P.: On a bust of Dante.

[292

Alexandre Edouard. Les conferences du Luxembourg. (L'Univ. et le Monde, 8 e 22 maggio, 1898).

[293

Delle conferenze di A. De Margerie su Dante e la Div. Comm. e del p. Terrade su Dante e Goethe. Deplorando che della Commedia il solo Inferno sia conosciuto in Francia, A. De Margerie fece gustare a' suoi ascoltatori le divine bellezze che sono nelle altre due Cantiche, e la grande potenza con la quale Dante, nel Purgatorio, parla allo spirito, alla imaginazione e al cuore. Discorrendo delle pene espiatorie assegnate quivi alle anime, notò come Dante si riveli teologo profondo e grande psicologo. Le pene da lui descritte sono ognora in perfetta relazione con la natura e con l'entità del peccato, e ognora e in ogni parte, nel Purgatorio, il sentimento d'una perfetta e profonda sommissione alla volontà divina addolcisce alle anime l'asprezza del castigo. Il Terrade confrontò le creazioni del grande Tedesco con quelle del Poeta italiano, e parlando di Margherita e di Beatrice concluse affermando che giammai alcun poeta seppe idealizzare la donna al pari di Dante.

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zetto storico. Roma, Libr. Desclée, Lefebvre e C., 1899, 8o, pp. (10).

[294

Vi si parla del monastero di Fonte Avellana, Par., XXI, 110-111.

Alfieri Vittorio. Al sepolcro di Dante. (Puccianti, Antol. d. poesia ital. mod., Firenze, 1894, p. 84).

[295

Sopra i ritratti de' quattro grandi poeti italiani: sonetto. (Fornaciari, Esempi di bello scrivere, Firenze, 1893. II, 346). [296

Alger J. G. - Dante's Guizzante: the mediaval Port of Wissant. (The Academy, 1892-93, nn. 1075-1077; 1079-1082). [297 Cfr. Bull. d. Soc. dant. it., I, 40.

Did Dante visit England? (Notes and Queries, ser. 82, vol. II, p. 101).

[298

Alighieri [L'], rivista di cose dantesche diretta da Francesco Pasqualigo. Verona-Venezia, Leo S. Olschki [Lonigo, tip. Gaspari; Verona, Stab. Civelli; Venezia, Stab. tip. Visentini], 1890-1893, voll. quattro, 8°, pp. 400; 580; 522; 260. [299

Recens. di F. X. Kraus, in Literaturbl. f. germ. u. rom. Philol., mar. 1890; di H. Buchholtz in Arch. f. das studium der neuer. Sprach. u. Litterat., 1890-93, fasc. LXXXIV, 466; LXXXV, 464; LXXXVII, 350; LXXXVIII, 458; XCI, 342. Notizia nella Riv. crit. d. Lett. it., VI, 29, ecc.

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Alighieri Iacopo. Il Dottrinale: Edizione critica con note e uno studio preliminare [di] Giovanni Crocioni. Città di Castello, S. Lapi, tip. edit., 1895, 16, p. 335. [300

È il vol. 26-28 della Collez. di opusc. dant., diretta da G. L. Passerini. Recens. di T. Casini, Bull. d. Soc. dant. it., III, 65; N. Antol., CXLVII, 381; di G. Volpi, Rass. bibl. d. Lett. it., IV, 121.

Alimena Bernardino.

Il delitto nell'arte. Torino, Frat.

[301

Bocca, edit., (tip. V. Bona), 1899, 8', p. 91.

Recens. di S. De Chiara, nel Giorn. dant., VIII, 439, per ciò che

ivi si riferisce a Dante.

Alinari Vittorio. Concorso per un' illustrazione della << Divina Commedia ». Firenze, S. tip., 1900, 8°, p. 4. [302

Allegri Alessandro. - Fantastica visione di Parri da Pozzolatico moderno poderaio in pian di Giullari. All' onorandissimo messer Dante Alighieri. (Del Balzo, Poesie di mille autori, ecc., Roma, 1897, V, 485). [303

Alleram Gyula. Dante es muvei. (Religio Vallès, II, nn. 5-13; 18-22; 26-28; 37-39).

[304

Studio intorno a Dante e le sue opere. Cfr. Giorn. dant., X, 44. Detrattori di Dante nel Settecento. (Gazz. lett.,

Allievi I. XIV, 28).

[305

Allmayer A. - Fra Giovanni da S. Gimignano, guardiano del Convento de' Minori in Sarzana nell'anno 1308. (Miscell. st. d. Valdelsa, II, 39).

[306

Altoviti Antonio. · Sonetto sopra Dante. (Del Balzo, Poesie di mille autori, ecc., Roma, 1893, IV, 91).

[307

Alunno Francesco. Sonetto. (Del Balzo, Poesie di mille autori, ecc., Roma, 1897, V, p. 222).

[308

Alvaro Filippo. - Un simbolo nella « Divina Commedia ». Siracusa, tip. La Provincia, 1899, 8°,

, p. 42.

[309

Intorno ai versi 106-111 del XVI dell' Inferno. La corda che Dante aveva intorno cinta non è un vizio e nemmeno una virtú etica, né il cordone de' francescani. Non l'umiltà, come afferma il Biagioli, o la vigilanza, come pensa il Fraticelli, o la buona fede, come credono il Tommaseo e l' Andreoli, o la scaltrezza come scrive il Mauro; la corda è l'adattamento di Dante alla vita pubblica, tra i partiti, e perciò un mezzo per ormeggiare con la lonza, e per cavarsela a mala pena nella selva selvaggia, tanto da non rimanere addirittura soverchiato e schiacciato. Se non che, accortosi Dante che « Firenze e le altre regioni italiane non potevano, in tanto agitarsi di cupidigie sfrenate, reggersi senza il freno d'un capo civile con la sede in Roma e avente l'imperio della terra », e perduta ogni speranza di poter << con la personale abilità politica mettere un riparo ai mali gravissimi che affliggevano Firenze, lascia gittare quella corda della quale non sa piú che farsi e se ne serve come di richiamo per Ge

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