La divina commedia di Dante Alighieri, Opseg 2 |
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alcun alto altra amore ánima Beatrice bella buon cammin CANTO carro cerchio ch'io chiama ciascun ciel colla color colpa colui cominciò corpo credo cura Dante dice dietro disse dolce donna dritta duca essendo ésser esso fece figlio figliuolo fiume fuoco gente giro gran grido guarda Guido innanzi intende l'altro l'un lascia leva libera luce lume Luna lungo luogo maggior mano mare mente mezzo mondo monte morte mosse natura nome nulla nuovo occhi padre pareva parlare parole passi peccato perde pieno Pietro poco Poeta porta Poscia possa prego presso pria purga quei Quivi raggi ragiona rispose salire sangue santo sarà segno sentí sette sovra stelle terra testa tosto tratto troppo trova vedér Vedi veggio venir vento vero verso vidi viene Virgilio virtù viso vista viva voglia volere volge volta volto vuol
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Stranica 266 - Volgi, Beatrice, volgi gli occhi santi, Era la sua canzone, al tuo fedele, Che, per vederti, ha mossi passi tanti. Per grazia fa noi grazia che disvele A lui la bocca tua, sì che discerna La seconda bellezza che tu cele.
Stranica 274 - Qui sarai tu poco tempo silvano, E sarai meco senza fine cive Di quella Roma onde Cristo è Romano : Però in pro del mondo che mal vive , Al carro tieni or gli occhi, e quel che vedi , Ritornato di là, fa che tu scrive. Così Beatrice : ed io che tutto a' piedi De' suoi comandamenti era devoto , La mente e gli occhi ov
Stranica 230 - Un' aura dolce, senza mutamento Avere in sé, mi feria per la fronte Non di più colpo che soave vento; Per cui le fronde, tremolando pronte, Tutte quante piegavano alla parte U
Stranica 284 - Ch' hai seguitata, e veggi sua dottrina Come può seguitar la mia parola ; E veggi vostra via dalla divina Distar cotanto, quanto si discorda Da terra il ciel che più alto festina. Ond' io risposi lei : Non mi ricorda Ch' io straniassi me giammai da voi, Nè honne coscienza che rimorda.
Stranica 75 - Titone antico già s'imbiancava al balco d'oriente, fuor delle braccia del suo dolce amico; di gemme la sua fronte era lucente, poste in figura del freddo animale che con la coda percuote la gente; e la notte de...
Stranica 229 - 1 grado superno , In me ficcò Virgilio gli occhi suoi, E disse : il temporal fuoco e l' eterno Veduto hai, figlio, e se' venuto in parte Ov' io per me più oltre non discerno. Tratto t' ho qui con ingegno e con arte : Lo tuo piacere omai prendi per duce : Fuor se...
Stranica 74 - Ed io vi giuro, s' io di sopra vada, Che vostra gente onrata non si sfregia Del pregio della borsa e della spada. Uso e natura sì la privilegia, Che, perchè il capo reo lo mondo torca, Sola va dritta, e il mal cammin dispregia.
Stranica 13 - Omai la navicella del mio ingegno, Che lascia dietro a sé mar sì crudele : E canterò di quel secondo regno, Ove l' umano spirito si purga , E di salire al Ciel diventa degno.
Stranica 32 - In co' del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor dal Regno, quasi lungo il Verde, Ove le trasmutò a lume spento.
Stranica 257 - Sì tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade, e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...