stimò ope e dando di esso cattive informazioni a Roma, servisse di ostacolo alla collazione di due benefizj, che gli aveva procurato, stimò ra degna lo screditarlo, dicendo che praticava i luterani di Pirano, che non si conobbero mai. Alle detrazioni dell' Aleandro basta contrapporre la stima, e l'amicizia che il cardinale Bembo conservò sin che visse per Vergerio. In data 20 agosto 1541 scrive il Bembo da Roma a suo nipote Matteo Bembo podestà di Capodistria : quando andarete a Capodistria salutatemi il vescovo , tenetelo per mio amico, che cosi sua signoria vi dimostrerà ec. ec. Nel 1540, 25 novembre, fu stabilita una dieta in Vormazia, a cui intervenne il nunzio Campeggio, e vi si trovò anche il Vergerio. Il Sarpi dice, che il vescovo di Capodistria se ben mandato dal pontefice come molto versato nell' intendere gli umori di Germania, intervenne però come mandato dalla Francia per meglio fare il servizio del papa sotto nome alieno. L'abbate Fleury conferma la stessa cosa , dicendo che fu inviato con secrete istruzioni da Paolo III comme envoie au nom du roi de France, pour étre moins suspect aux Allemands , ot par la plus en état de servir le pape sous le nom ď un autre. Il Vergerio di fatto nel 1539 fu prima a Roma , e passò col cardinale di Ferrara, cioè Ippolito II d'Este in Francia. Il Cortese, che poi fu cardinale, scrivendo al cardinale Contarini, ne fa elogj dicendo: al presente si ritrova con sua signoria ( il cardinal d’Este ) il Vergerio episcopo di Capodistria , qual mostra un'ardentissimo desiderio dell'onore del Signore Dio, e penso che debba fare qualche frutto. Egli poi lo raccomanda perchè procuri esso cardinale di farlo sgravare dalla pensione : la quale era di cinquanla scudi verso monsignor Elio conciliadino e parente di esso Vergerio, e segreta rio del papa. Nella prima edizione delle Lettere vol gari raccolte da Aldo, e stampate nel 1543 1543 si legge una lettera del Vergerio da Fran cia a messer Ottoniello Vida, a cui dà rag.. guaglio delle eccellenti virtù della regina di Navarra, con cui si era intertenuto in colloqui; a e compiange la disavventura di quel regno d'essere in molta parte corrotto con le dottrine de' luterani. Parla di un certo predicatore di Lubiana, che intendeva aver predicato in detta città il luteranismo; e voi faceste bene (gli dice) prenderla contro lui: a questo proposito (soggiunge poi) vi diro con gran dolore, che per tutto ove vado, vi è molta di quella merce sassonica, con tutto che si abbia in molti luoghi usata una gran severità di fuochi per consumarla; ed in somma le cose in ogni luogo vanno peggiorando. Messer Ottoniello suo amico che negli anni antecedenti andò a ritrovarlo a Vienna, e in Germania, lo sollecitò a ritornare al suo vescovato, е lasciare ogni altro pensiero delle corti. Queste lettere sono senza data; come sono le altre di esso Vergerio, scritte alla march. di Pescara, a M. Luigi Alamanni, a Camilla Valenti di Mantova, e al cardinal Bembo, ma certo è che scritte furono prima ch'egli andasse a Vormazia. Apostolo Zeno scrisse che nel 1541 lo stesso pontefice rimandollo in Germania, come persona pratica degli affari, accioc 1541 che impedisse il concilio nazionale che quivi si meditava: in che fu utilissima l'opera sua. Servì in fatti utilmente mentre gli riuscì di rompere quella dieta che aveva sembianza di concilio nazionale; il che avvene, al dire di Fra Paolo, e del Fleury, par le nonce Campegge, et par le menées secretes de l'eveque de Capodistria. La dieta si sciolse a 18 di gennajo del 1541. Scri1541 vendo da Vormazia alla regina di Navarra dice: io mi tormento tutto a vedere, che la causa di Gesù Cristo si tratti con tanta indegnità; perchè a me pare ch'essa non sia quella cosa principale, per la quale si faccino ora tante fatiche da tanta gente, ma ch' ella sia un certo pretesto ec. In altra si vede ch' egli andò in Vormazia per commissione della corte di Francia: Vostra maestà (dic' egli) potrà intendere da monsignore il cancellier alcune poche cose che ora scrivo di questo colloquio. Tanto Fra Paolo, che il Fleury assicurano che il Vergerio in tal occasione pubblicasse un'orazione intorno all'unità della chiesa, ed all' utilità di un concilio generale, e questa difatto in copia originale esiste nell'archivio in Ro- questa orazione si ravvisa con qual forza egli sostenesse l'autorità della santa sede, e con qual destrezza maneggiasse perchè in Vormazia s'interrompesse la dieta. Il Muzio stesso suo nemico ne fa i dovuti elogi. Da Vormazia passò a Roma, e colà vi fu nel mese di giugno del detto anno 1541 come da 1541 lettera del 25 detto mese del cardinale Bembo si rileva, scritta a suo nipote : vi laudo, dice egli, di voler far una lieta vita in Capodistria ; è loco da ciò. Il vescovo ch'è ancor qui (in Roma ) dice che vuole farvi aver delli spassi non pochi. Esso partirà fra duc di per tornare al suo vescovato. Da lettera senza solloscrizione del 12 dicembre 1540 diretta al card. S. Croce o dal nunzio Campeggi, o dall’Aleandro, si scorge quanto fosse posto in discredito il Vergerio presso il papa, a fronte di tanto merito che si era giu |