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ch'egli come teologo, e inquisitore l'avrebbe voluto in pulpito pubblicare assoluto e pastor bonissimo; il fiscale stesso del legato Della Casa, Giammaria Bacello con lettera pur di Venezia 5 gennajo 1547 scrivendo al cardinale Andrighello assicura, creder lui non potersi dare maggior peccato di quello di veder un uomo da bene et in1547 nocente in pericolo di esser oppresso da falsi calunniatori et tacere, et non versi ad ajutarlo in tutto quello che si può.

1548

et non muo

L'esito di questo processo fu che non si è potuto dichiararlo eretico, non fu mai chiamato a Roma, come ad altri è accaduto, nè sentenza si scagliò mai contro di lui. Di che parve si lagnasse moltissimo Girolamo Muzio, il quale instò sempre per un nuovo processo, asserendo nella lettera a M. Elio segretario di Paolo III. 5 luglio 1548, che quando si mandò a Capodistria a prendere informazioni, fra quei commissarj ve n'erano di quelli più luterani di lui. (Verger. p. 55.) Si voleva dunque perderlo, e tre suoi concittadini vi cospiravano ef

al

ficacemente, cioè il Grisonio ch' era in Capodistria; il Muzio ch' era in Milano, servigio del marchese del Vasto governatore; e M. Elio segretario del papa in Ro

ma.

Tali trame non erano ignote al Vergerio, e parlando di esse disse nella difesa IV. così: M. Ant. Elio (bisogna dirlo) mi vuol cacciar di casa per mostrar gratitudine de' benefizj ricevuti da M. Aurelio mio fratello, che lo ha posto nel grado ch' egli è. Sia fatta la volontà di Dio; e nella difesa VII. assicura, che fu guasto da colui che lo teneva sollecitato con lettere fuor di Roma (intende del Muzio) e che si vuol saziare, et vedere la destruzione mia (quanto al mondo) o a dritto o a torto. Dio a lui dia ogni bene il male che mi procac

cia.

per

In tutta quella crusca delle Vergeriane del Muziò altro non si scorge che una vergognosa persecuzione, ed un'arte troppo maligna nell'attribuire al suo vescovo quelle dottrine ch' erano dei luterani, contro a'

quali si scatena nelle lettere particolarmente alla città, od alle monache (a).

Considerando però alla dolorosa situazione di quel vescovo non possiamo se non che compiangerlo; e vedendo il premio che egli ottenne dei suoi servigj, gran motivo, dice il Carli, ne nasce anche di compatirlo, se si mostrò sdegnato contro più d'uno. Il Muzio medesimo non ardì di chiamar ingiusto assolutamente tale sdegno scrivendogli così, non vogliate che uno sdegno o giustamente, o ingiustamente conceputo vi separi dalla verità. Negli altri attacchi del Muzio sopra la sovranità che il papa esercitava verso i vescovi per mezzo de' suoi legati, non fu eresia il dubitare di questa, che anzi S. Bernardo nelle considerazioni ad Eugenio III dice: consideres ante omnia san

(a) Gio. Alberto Fabricio (in conspectu thesauri litterarii Italiæ p. 497) dice del Muzio e delle Vergeriane: Mutius in præcipuis magis mutus quam piscis, neminem movet, a nemine legitur.

ctam romanam ecclesiam cui deo auctore præses, ecclesiarum matrem esse non dominam: Te vero non dominum episcoporum, sed cum ex ipsis: porro fratrem diligentium deum, et participem timentium eum, e che finalmente questo era un' articolo destinato alla definizione del concilio; ed in quanto l' aver detto che la romana chiesa ha bisogno di essere corretta e riformata; s'intende riformati gli abusi, di che erano persuasi tutti i più zelanti cattolici; ed al qual fine in Roma s'erano stabilite le congregazioni da Adriano VI., e da Paolo III. Ecco in quanta adulazione, ed a quale viltà si lasciò trasportare il Muzio, dall'odio contro il suo vescovo, e dalla speranza d'ottenere, come ottenne sione da Roma.

una pen

Alle altre imputazioni riguardanti le dottrine di Lutero non è neppure di prestargli fede, mentre si sa aver il Vergerio scritto e combattuto contro tali dottrine, di che è lodato dallo stesso suo nemico: dicendogli: eravate Nunzio fra tedeschi, havevate notizia di tutte le loro heresie: di

quelle avevate copiosamente scritto, et con tutta quella intera cognizione le dannavate, le biasimavate, et combattevate contro di loro: ne da poi ne havete havuto tal nuova informazione che ragionevolmente vi debba haver fatto mutar opinione. Ma si deve credere che neppur l'abbia mutata perchè nella difesa IV. egli protesta che il fondamento dell' huomo christiano, et la radice del ben vivere consiste nell' aver dottrina sana cattolica approbata dalla chiesa santa et non errar nelle cose della fede. Altra prova si è dalla lettera 31 gennajo 1543 da Capodistria diretta a Scipione Costanzo; a cui mandando i suoi dieci dialoghi intorno alle questioni, ed alle opinioni d'allora, così si spiega: mando le cose mie per essere corretto, e per imparare.. sopra tutto dove fosse ogni minima cosetta, che non fosse conforme alla intenzion della chiesa, e lo prega di non risparmiare nè cassature, nè annotazioni. Così nella lettera alla regina di Navarra sino dunque al 1544 si vede, che il Vergerio versava, e scriveva sopra le controversie; e che lunge dall'

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