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tato a forti risoluzioni, e non ben ponderate, per cui restò infine al di sotto della ragione; come pure di essersi lasciato vincere di troppo dalla passione del nipotismo, conferendo, contro l'universale volontà del clero, dei canonici, e delle costituzioni, ad un giovane di lui nipote la pingue prepositura di S. Maria, e coll' avere in morte disposto a favore dello stesso un ricco patrimonio, che funesto divenne al medesimo, mentre fra la crapula e le dissolutezze dissipato e scialacquato, infine con morte violenta perdette la vita.

Con questo fine miserando terminò il nipote i suoi giorni, e questo fu il frutto dell'ampia sostanza strappata dalla bocca de' poveri, dal diritto della chiesa, e della pubblica beneficenza, e disposta contro i canoni ed il santo Vangelo alla carne, ed al sangue. E qui avvertano tutti i beneficiati, che la rispettiva prebenda non è che l'ele

mosine de' fedeli affidate per il loro decen

il di più da

passar

te sostentamento e per si a' poverelli di Cristo, ed abbiano sempre presente il precetto quod vobis superest date pauperibus. Che se poveri fossero i nostri congiunti, la carità deve estendersi ad essi, e di loro aver cura dovremo, mentre operando in contrario sarebbe lo stesso che rinunciare alla fede, come dice l' Apostolo delle genti: qui suorum, et maxime domesticorum curam non habet fidem negavit, et est infideli deterior. Soccorrerli nei bisogni è dovere di umanità, arricchirli diviene delitto di religione.

Nel vescovo di Parenzo marchese Francesco Polesini recentemente decesso, abbiano tutti i prelati sotto gli occhj un interessante lezione, onde non attendere gli ultimi periodi della vita per disporre di qualche pubblica beneficenza, alla quale sarebbero chiamati dal loro sacro carattere di pietà,

mentre verificarsi potrebbero avvenimenti tali da rendere frustranea la loro santa intenzione; come pure si verificò in altro vescovo, il quale poco prima della di lui morte aveva redato di propria mano la sua testamentaria disposizione, veduta da persona degna di fede, e pubblicamente notoria, colla quale beneficava la cattedrale chiesa, l'ospitale de' poveri, e destinava una somma per l'erezione di un seminario, beneficando pure la famiglia; ma alla morte non rinvenuto il testamento passò agli eredi la significante sostanza di 70,000. ducati, colle rendite vescovili accumulata; sull' esito felice o funesto della quale i posteri ne saranno gli spettatori.

Ora invoco la patria, e la richiamo di uno sguardo sopra se stessa. Non si ascrivono Leviti nella milizia di Cristo per mancanza di mezzi di educazione, i veterani cedono al corso del tempo, le parrocchie sono

deserte, gli altari scarseggiano di vittime per mancanza di ministri, la Chiesa è desolata. Prelati, canonici, parrochi, possidenti, commercianti fortunati, e voi doviziosi senza successione ne' figli, la cui eredità passerà agli estrani, invoco la vostra pietà; vi tocchi la commovente situazione; passate una parte delle vostre sostanze a benefizio dell' educazione de' poveri fanciulli della patria rispettiva, stabilendo degli alunnati ne' seminarj, o dove a voi piacerà. Questa è lopera santa, per cui quì in terra può l'uomo colla beneficenza avvicinarsi a Dio, avendo l'uomo benefico un carattere quasi divino. E tanti fanciulli dotati di felici disposizioni, e che languono inerti, diveranno utili cittadini, ed il vostro nome immortale e glorioso nella patria, passerà benedetto e memorando tra posteri sino alle più lontane generazioni.

Io invoco la patria, ma la patria dorme. Volesse il Cielo, che si svegliasse la pa

tria, la mia voce ascoltasse, e fosse il mio voto compiuto!

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