Il Ninfale fiesolano di G. Boccaccio

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G. C. Sansoni, 1896 - Broj stranica: 28
 

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Stranica 26 - De' nostri alti parenti, A te ne caglia, a te cui fato aspira Benigno sì che per tua man presenti Paion que' giorni allor che dalla dira Obblivione antica ergean la chioma, Con gli studi sepolti, I vetusti divini, a cui natura Parlò senza svelarsi, onde i riposi Magnanimi allegrar d'Atene e Roma.
Stranica 23 - Quanta verità è pure nel presentimento di questo stesso povero padre, non appena ebbe viste tinte di rosso le acque del vicino fiume! E quella parte che fa minor gora, Presso alla casa del giovane lasso Correva sanguinosa, essendo ancora Giraffon fuori, e non dal fiume arrasso; Videi tinto di sangue, onde nel core Gli venne annunzio di futur dolore. Cenno dilicato è questo come le parole con cui Vergilio ritrasse Mezenzio, che dal pianto altrui indovina la omrte del figliuolo.
Stranica 25 - Echi delle Metamorfosi ovidiane che, riproducendo tanta parte della poesia alessandrina, sono come una serie di piccoli romanzi e drammi di amore compiutisi per valli e per monti, e sulle rive dei fiumi e dei mari.
Stranica 18 - Ninfale, il cui maggior pregio consiste appunto nelle passioni veraci e profonde che ne informano tutte le parti. In esso la leggenda mitologica è divenuta romanzo, ei due innamorati hanno qui una storia intima, con tutti quegli impeti e ondeggiamenti e contrasti che muovono il cuore umano, come i venti fanno del mare. Da questo pregio sovrano si generano tutti gli altri del poemetto, tra cui il più notevole consiste in quella serie di scene, ciascuna delle quali finisce col crescere in noi l'affetto...
Stranica 17 - Pie solano, forse più che in qualunque altro de' suoi poemi, il Boccaccio partecipa alle passioni che fanno muovere i suoi personaggi. Diremmo che qui ei viva con essi, e che li tratti come amici nati e cresciuti sopra quei colli non lontano dai quali era nato egli medesimo, e in riva a quei fiumi di cui conosceva il suono come la voce delle persone a lui più familiari. Diremmo, anzi, che ad essi lo...
Stranica 5 - Affrico ne' suoi occhi e nelle ciglia, E tutta l'altra faccia si verace, Che a Mensola per questo assai più piace. i Ma intanto che cosa aveva fatto Affrico? Tornato continuamente a quel luogo eh...
Stranica 24 - E, mirando il fantino, certamente Affrico gli parea, onde maggiore Allegrezza non ebbe in suo vivente; Poi facendogli festa con amore; Ed il fanciul, quando Giraffon vide Da naturale amor mosso, gli ride.* 1 St. CCCLXIV, CCCLXV1I. * St. ccooxxv1 , 3 )J o' &Qa jutv Krjùòel òégaro KÓAjrcj) daKQVÒev (Iliade VI, 483 e 484).
Stranica 1 - ... nsegniate a me, care sorelle -. Quali sanza pastor le pecorelle, assalite dal lupo e spaventate, fuggon or qua or là, le tapinelle, gridando bé con boci sconsolate; e qual fanno le pure gallinelle, quand'elle son dalla volpe assaltate, quanto più posson ognuna volando verso la casa, forte schiamazzando: tal fèr le ninfe belle e paurose: quando vidon costui - Oh me!
Stranica 22 - 1 dolore, Si che io possa mitigare il duolo, E discacciar da te ogni malore! Deh, leva il capo, caro mio ben solo, E parla un poco a me, dolce mio amore, Ch'io son la madre tua, che ti lattai; E nove mesi in corpo ti portai.1 Chi non avverte dentro a sé come l'eco di una voce che in tempi più o meno lontani gli abbia mormorato qualche cosa di simile? Beati coloro per cui quella voce non è ancora spenta ! Udite anche l'afflitta donna che prega il...

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