Il Giornale dantesco, Svesci 9-11

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Leo S. Olschki, 1902
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Stranica 130 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Stranica 94 - Ch' arder parea d' amor nel primo foco : Frate, la nostra volontà quieta Virtù di carità, che fa volerne Sol quel ch' avemo, e d' altro non ci asseta. Se disiassimo esser più superne, Foran discordi li nostri disiri Dal voler di colui che qui ne cerne, Che vedrai non capere in questi giri, S' essere in carità è qui necesse, E se la sua natura ben rimiri.
Stranica 171 - Ora apri gli occhi a quel, ch' io ti rispondo, E vedrai il tuo credere, e 'l mio dire Nel vero farsi, come centro in tondo. Ciò che non muore, e ciò che può morire, Non è se non splendor di quella idea, Che partorisce, amando, il nostro Sire : Che quella viva Luce, che si mea Dal suo lucente, che non si disuna Da lui, nè dall...
Stranica 68 - Dico che quando ella apparia da parte alcuna, per la speranza de la mirabile salute nullo nemico mi rimanea, anzi mi giugnea una fiamma di caritade, la quale mi facea perdonare a chiunque m'avesse offeso; e chi allora m'avesse domandato di cosa alcuna, la mia risponsione sarebbe stata solamente Amore, con viso vestito d'umilitade.
Stranica 93 - D' ogni malizia, ch' odio in Cielo acquista, Ingiuria è il fine, ed ogni fin cotale O con forza, o con frode altrui contrista. Ma perchè frode è dell' uom proprio male, Più spiace a Dio; e però stan di sutto Gli frodolenti , e più dolor gli assale. De...
Stranica 35 - Non s' ammiraron, come voi farete, Quando Jason vider fatto bifolco. La concreata e perpetua sete Del deiforme regno cen portava Veloci, quasi come il ciel vedete. Beatrice in suso, ed io in lei guardava ; E forse in tanto, in quanto un quadrel posa E vola e dalla noce si dischiava, Giunto mi vidi ove mirabil cosa Mi torse il viso a...
Stranica 47 - Beatrice in suso, ed io in lei guardava; E forse in tanto, in quanto un quadrel posa, E vola, e dalla noce si dischiava, Giunto mi vidi ove mirabil cosa Mi torse il viso a sé; e però quella, Cui non potea mia cura essere ascosa, Volta ver me si lieta come bella: Drizza la mente in Dio grata, mi disse, Che n' ha congiunti con la prima stella.
Stranica 145 - Guardai in alto, e vidi le sue spalle Vestite già de' raggi del pianeta, Che mena dritto altrui per ogni calle. Allor fu la paura un poco queta, Che nel lago del cor m' era durata La notte, ch' i
Stranica 93 - O somma luce che tanto ti levi da' concetti mortali, alla mia mente ripresta un poco di quel che parevi, e fa la lingua mia tanto possente, ch'una favilla sol della tua gloria possa lasciare alla futura gente; che, per tornare alquanto a mia memoria e per sonare un poco in questi versi, più si conceperà di tua vittoria. Io credo, per l'acume ch'io soffersi del vivo raggio, ch'i' sarei smarrito, se li occhi miei da lui fossero aversi.
Stranica 35 - Parvemi tanto allor del cielo acceso Dalla fiamma del sol, che pioggia o fiume Lago non fece mai tanto disteso. La novità del suono e il grande lume Di lor cagion m' accesero un disio Mai non sentito di cotanto acume.

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