La divina commedia: Inferno

Naslovnica
Stamperia de Romanis, 1820
 

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Stranica 259 - E se non fosse che ancor lo mi vieta La riverenza delle somme chiavi Che tu tenesti nella vita lieta , Io userei parole ancor più gravi; Chè la vostra avarizia il. mondo attrista, Calcando i buoni e sollevando i pravi. Di voi, pastor, s'accorse il Vangelista Quando colei che siede sovra l...
Stranica 420 - SI che mi tinse 1' una e 1' altra guancia, E poi la medicina mi riporse. Così od' io che soleva la lancia D' Achille, e del suo padre, esser cagione Prima di trista e poi di buona mancia.
Stranica 36 - Maestro, il senso lor m' è duro.' Ed egli a me, come persona accorta: 'Qui si convien lasciare ogni sospetto; Ogni viltà convien che qui sia morta. Noi...
Stranica 23 - Fur stabiliti per lo loco santo, U' siede il Successor del maggior Piero. Per questa andata, onde li dai tu vanto, Intese cose, che furon cagione Di sua vittoria, e del papale ammanto.
Stranica 77 - Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette amore, Che conosceste i dubbiosi desiri?
Stranica 35 - Per me si va nella città dolente; per me si va nell' eterno dolore; per me si va tra la perduta gente.
Stranica 378 - O me dolente ! come mi riscossi Quando mi prese, dicendomi : Forse Tu non pensavi eh' io loico fossi ! A Minos mi portò : e quegli attorse Otto volte la coda al dosso duro ; E poi che per gran rabbia la si morse, Disse : Questi è de' rei del fuoco furo : Per eh' io là, dove vedi, son perduto ; E si vestito andando mi rancure.
Stranica 4 - E come quei che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua perigliosa e guata; Così l'animo mio che ancor fuggiva, Si volse indietro a rimirar lo passo, Che non lasciò giammai persona viva.
Stranica 206 - Ma quello ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico ; E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico : Ed è ragion : chè tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; Gente avara, invidiosa, e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbi.
Stranica 361 - Lo maggior corno della fiamma antica Cominciò a crollarsi mormorando, Pur come quella cui vento affatica. Indi la cima qua e là menando, Come fosse la lingua che parlasse, Gittò voce di fuori e disse : quando Mi diparti...

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