Giornale napoletano di filosofia e lettere, scienze morali e politiche, Opseg 4Francesco Fiorentino 1880 |
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Stranica 172 - Optima quaeque dies miseris mortalibus aevi Prima fugit; subeunt morbi tristisque senectus Et labor, et durae rapit inclementia mortis.
Stranica 168 - Spande il tuo labbro: i destinati eventi Move arcano consiglio. Arcano è tutto, Fuor che il nostro dolor. Negletta prole Nascemmo al pianto, e la ragione in grembo De
Stranica 409 - Così meco ragiono: e della stanza smisurata e superba, e dell'innumerabile famiglia; poi di tanto adoprar, di tanti moti d'ogni celeste, ogni terrena cosa, girando senza posa, per tornar sempre là donde son mosse; uso alcuno, alcun frutto indovinar non so.
Stranica 161 - ULTIMO CANTO DI SAFFO Placida notte, e verecondo raggio Della cadente luna; e tu che spunti Fra la tacita selva in su la rupe, Nunzio del giorno; oh dilettose e care Mentre ignote mi fur l'erinni e il fato, Sembianze agli occhi miei; già non arride Spettacol molle ai disperati affetti. Noi l'insueto allor gaudio ravviva Quando per l'etra liquido si volve E per li campi trepidanti il flutto Polveroso de...
Stranica 156 - E tu dal mar cui nostro sangue irriga, Candida luna, sorgi, E l'inquieta notte e la funesta All'ausonio valor campagna esplori. Cognati petti il vincitor calpesta, Fremono i poggi, dalle somme vette Roma antica ruina; Tu sì placida sei? Tu la nascente Lavinia prole, e gli anni Lieti vedesti, ei memorandi allori; E tu su l'alpe l'immutato raggio Tacita verserai quando ne...
Stranica 168 - Alle sembianze il Padre, alle amene sembianze eterno regno die nelle genti; e per virili imprese, per dotta lira o canto, virtù non luce in disadorno ammanto. Morremo. Il velo indegno a terra sparto, rifuggirà l'ignudo animo a Dite, e il crudo fallo emenderà del cieco dispensator de
Stranica 167 - Qual fallo mai, qual sì nefando eccesso Macchiommi anzi il natale, onde sì torvo II ciel mi fosse e di fortuna il volto? In che peccai bambina, allor che ignara Di misfatto è la vita, onde poi scemo Di giovanezza, e disfiorato, al fuso Dell'indomita Parca si volvesse II ferrigno mio stame?
Stranica 165 - Bello il tuo manto, o divo cielo, e bella Sei tu, rorida terra. Ahi di cotesta Infinita beltà parte nessuna Alla misera Saffo i numi e l'empia Sorte non fenno. A...
Stranica 142 - ... io mi sono rovinato con sette anni di studio matto e disperatissimo in quel tempo che mi s'andava formando e mi si doveva assodare la complessione.