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leazzo II. dal quale creato fuo Configliere tu fpeffo adoprato in graviffimi affari, e più volte fpedito Ambafciatore a diverfe, Corti, e Sovrani. Fu ancora dal medefimo nominato Prefetto dell' infigne Biblioteca raccolta d'ordine fuo in Pavia l'anno 1361. come racconta F. Paolo Morigia ( Hift. dell' antich. di Midane). Allorchè Francefco ftava in Città,teneva per fua abitazione una cafa vicina a S. Am brogio (Epift. 4. lib. 1. delle fen.) Ma per la campagna dimorava talvolta in una cafa della Certola di Milano, mentre una fua lettera del primo di Settembre 1357. finifce così: fcripta rurali calamo in domo Carthufie MediaJan. ubi & eftatem ago, e il più delle volte nel Borgo di Linterno quattro miglia diftante da Milano, nel quale folea fpeffo ritirarfi con gli amici per motivo d' onefta ricreazione. Quivi avea egli inftituito un' Accademia compofta di trenta giovani del più raro talento, i quali con letterari colloquj, e ftu diofi componimenti, utilmente fra loro fi divertiffero. E quefto virtuofo congreffo fegui. tò ancora dopo la fua partenza; poichè l' anno 1368. del mefe di Giugno, nelle Nozze di Violante figliuola di Galeazzo II. che maritoffi a Lionello Duca di Chiarenza, e figli uolo del Re d'Inghilterra, chiamato il Petrarca di Padova, perchè fedeffe fra i più diftinti commen fali al fontuofo banchetto, fecondo che afferma il Dorio; furono ancora invitati i focii di quefta Accademia, i quali con varie, e belle Poefie Tofcane diedero fag. gio del loro ingegno, e con feftofi componi menti applaudirono a regj Spofi. Tra questi fi trova effervi allora intervenuto un tale Antoniolo Refta, come fcrive il foprallodato Sig. Giuseppe Antonio Saffi (Iftor. Tipograf.di Mil.) full'afferzione di Placido Puccinelli(Chron.Gla xigienf.) Oltre a quanto fi è detto, tenta ezian

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eziandio il Petrarca d' erigere in Milano usa Biblioteca, e di farvi un Palladio, o Mufeo; ma qualunque fe ne foffe la causa, non ebbe effetto il fuo defiderio. Stanco il Poeta dell' accennato impiego, e vago omai di provve dere all' intera fua quiete, pensò di ridurfi in Venezia, ove foprammodo allettato dall' amabile, ed intatta libertà di quella magna. nima, ed eccelía Repubblica, volle in contraffegno del fuo affetto farle dono della fua bel. la Libreria, ficcome in fatti eseguì fotto il dì 4. di Settembre dell' anno 1362. Ed in ricom. penfa di ciò gli venne affegnata per decreto della Signoria, una casa affai comoda per fua abitazione. Da quefta fua donazione ebbe ori. gine la tanto celebre Libreria di S. Marco, che fu poi si grandemente accrefciuta dal Cardi nal Beffarione, e dalla generofità del Cardi. nal Grimani unita a quella di molti altri affai noti, ed illuftri foggetti. In quanto pregio poi foffe tenuta la fua virtù preffo le per fone più cofpicue di quella gran Dominante, potrà quindi ognuno conoscerlo; poichè l' anno 1364. in occafione delle tefte folenni celebrate fulla piazza di S. Marco, per la recuperazione di Candia, ebbe il nostro l' infigne onore di federe alla deftra del Doge Lorenzo Cello in prefenza del popolo fpettatore. (Epift. 3. lib. 4. delle fen.) Fu nell' an. no fteflo a trovarlo a Venezia il fuo illuftre concittadino, ed amico Giovanni Boccaccio, ed ivi tre mefi in fua compagnia dimord, ftringendo fra loro il vincolo dell'amicizia a fegno, che poi usò fempre il Poeta di portare fcolpita nell'anello l'immagine di effo inheme colla propria. (Freher. Theatr. vir. il luftr.) Nè il Boccaccio mancò d'affetto, di gratitudine per i benefiz; da effo ricevuti; imperocchè gli regald in appreffo tutte l'opere di 9. Agoftino in un bel volume, infieme

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con l'opere di Varrone, ed alcuni libri di Cicerone, con un Omero tradotto in, latino, di che il Poeta ne fu contentiffimo. Anche la commed a di Dante gli fu dal me. defimo indirizzata con quei verfi latini, che principiano

Italie jam certus bonos, cui tempora lauro,&c. El'anno dopo tornò, s'io non vado errato, a ritrovarlo a Padova con lettere ampliffime della Repubblica Fiorentina, che fvegliata finalmente dalla fua fama, il ritorno alla Patria colla reftituzione de' beni paterni fpontaneamente gli offeriva. Nè ciò baftandole avea ancora, per meglio difporlo a ripatria re, penfato di conferirgli un Canonicato o nella Cattedrale di Firenze, o in quella di Fiefole, come rifulta dalla lettera, che fcrif fe la Signoria a Papa Urbano V. l'anno 1365addì 8. d' Aprile.

San&tiffime Pater & Domine.

Infignem virum multa fcientia,meritis & vir. susibus præclarum D. Francifcum Petrarchi hanorabilem Civem Florentinum, & jamdiu exBerarum partium incolam, pro honore Civitatis noßre ad Pairiam reducere cupientes,pro co San. Aitati Apoftolice munificentiam, & gratiam invocantes, eidem devotiffime fupplicamus,quatenus fuarum eximiarum virtutum attentis fu.. diis operofis,quibus a juventute floruit, ma gne laudis preconio fublimatur, dignemini, us ad redeundum ad Civitatom noftram affectuossus difponatur fibi de Florentino,& Felulano Canonicatibus,ut cum honore ibidem valeat refidere, de gratia providers facientes, ipfum noftre devotionis intuisu preferendum effe ceteris aliis Ca nonicis expectantibus in Ecclefiis antediétis &.c. Datum Florentia die 8. Aprilis 1365. Ma egli ** 3

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già grave d'età, e forfe dalla quiete alletta to, che allora godeva, ringraziando, e magnificando il benefizio, de fuoi Cittadini con quella fua lettera diretta Prioribus Artium, Vexillifero Juftitie Populoque Florentino. Jam fatis me vixiffe arbitror, optimi Cives &c.non volle altrimenti ritornare alla Patria. Così dunque avendo nell'animo stabilito di termimare i fuoi giorni in Lombardia, da Padova paffava talora a Venezia, e quindi fi reftituiva a Padova, o in Arquà luogo folitario, e diftante dalla Città 10. miglia, finchè verfo l'anno 1370. sì per cagione della vecchiezza, come anco a motivo di certi accidenti, che talora lo lasciavano come morto, fermoffi per l'affatto in Padova fignoreggiata allora da Francefco il vecchio da Carrara Ivi a' 4. d' Aprile dell' anno fuddetto fece il fuo Tefta. mento, nel quale istituì erede univerfale Francefcuolo da Broffano. fuo genero, e con vari legati riconobbe eziandio o tutti, o la maggior parte de fuoi confidenti, ed amici. Ma qualche tempo dopo effendo inforta guerra. tra i Veneziani, ed il Signore di Padova, il Poeta si per fuggire lo ftrepito dell' armi

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anche per togliere ogni fofpetto di fua per fona, ritiroffi in Arquà colla fua famiglia dove al meglio fostentava la fua falute da varie malattie combattuta. Quindi è che pregato da Urbano V. nel paffaggio, che fece da Avignone a Roma, voler colà trasferirfi in fua com. pagnia non già per affaticarlo, come ei fcriveva, ma per onorarne la Corte; con tutto ciò ftette faldo fcufandofi col Papa (Epift.1, e. 2. lib. 11. delle fen. ) fulla gravezza degli an. ni, e fulle forze omai vacillanti, e caduche. Per altro non andò molto, che obbligato, credo io, da i molti favori ricevuti dal Signo. re di Padova, fu costretto di bel nuovo a portarfi in Venezia infieme con Francefco Novela

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lo da Carrara, che a nome del Padre andava a chieder pace alla Signoria. La notizia di quefto fatto è riportata dai Signori Giornalisti d' Italia (Tom. 8. a 186.) che ne citano la fe. guente memoria cavata da un'antica Cronica manofcritta della Marca Trivigiana:,, 1373. 9, Marti a' 27. Settembre. Francefco Novello ; da Carrara fio de Francefco vecchio, de ordene del Padre andò a Veniefia con France,,fco Petrarca, e molti Cavalieri, e Zentil,,uomeni Padovani. Furono molto onora,, di, e introdutti a la audientia la zuobia a' 9, 29. Sept. Francefco Petrarca fece la orazion 9, in la qual Francefco Novello a bocha di,, mandò perdonanza a la Signoria de le in,, ziurie facte. In Domincha à 2 Ottubrio ri

tornda Padoa con li prifoni., Anche la Storia di Gio: Jacopo Caroldo dell' ifteffo fatto ragiona in quefti termini.,, Alli 27. Set

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tembre 1373. gionfe a Venefia il Signore Francefco Novello da Carrara figliuolo del Signore di Padoa,col quale venne l'eccellente Poeta M. Francefco Petrarca. Il giorno dopo udita la Meffa fu introdotto nella Sa. la del Maggior Configlio; fece riverentia .,, all'eccelfo Duce, & Illuftriffima Signoria, ,, e dipoi che'l Petrarca ebbe recitata l'ora. ,,zione in laude d'ella pace ornatiffima, il Si,, gnor Francefco Novello dimandò perdono

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per nome del fignore fuo padre di tutte l' ,, ingrurie, e offefe fatte alla Ducal Signoria, ,, fecondo la forma della Pace & alla parti,, ta gli furono dati in dono ducati 300,,, Mentre il Petrarca perorava, o foffe colpa della memoria indebolita, o foffe la maefta del Senato Veneto, egli fi fmarri per modo, che non potè profeguire il difcorfo, e gli fu forza di rimanere in filenzio ; onde fu neceffario rimetter l'affare al di feguente, nel quale ord con tal forza d'eloquenza, che otten

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