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ne al Signore da Carrara, e il perdono, e fa pace. Di quefto accidente è fatta menzione nella Cronica Latina d' Andrea de Redufi Cancelliere del Comune di Trevigi, che all'anno 1373. così s'efprime: Apud quos dum Poeta Orator eximius perveniffet, in fua oratione defe 'eit more alani. Nam vifo Senatu Venetorum ob. ·Bupuit non minus quam Cinna ( Cinea ) ad Romanorum Senatum a Pyrrho deftinatus,& ob hoc in alteram diem Poete, atque Oratoris eximii oratio ad integrum fuffecta,vi cujus eft pax ipfa firmata, tantam in fe continuit venuftatem, quod vifu & auditu adṚtantium ab extra omnas prafentes rancores fuftulis, & amovit, intrinfeca tamen utrinque manente perfidia. Terminato gloriofamente l'affare tornòd Francefco al fuo foggiorno, dove fopravvifle ancora quafi lo fpazio d'un anno, finchè fopraggiunto da febbre cefsò di vivere ai 18., o come altri vogliono ai 19. di Luglio del 1374. con difpiaci. mento univerfale di tutti i buoni, e fpezialmente degli amatori delle fue grandi, e rare virtù. Il Monaldi nel fuo Diario a 333, non folo va errato, per difetto di chi copiollo, in ordine al tempo; ma eziandio difcorda dagli al. tri nella qualità del male, mentre così ne parla. Venerdìa di 18. d' Agosto morì M. Francefco Petrarca il gran Poeta ad Arquata 9 preffo Padova del male di gocciola. Ap. pena fu intefa a Padova la fua morte, che Francefco da Carrara fi moffe in perfona con fanti, e cavalli affine d' onerare con pompa magnifica le fue efequie, e infieme con effo andovvi il Vescovo coni Canonici, e Clero, e tutti gli Ordini di quella Univerfità. Il Gat taro teftimonio di veduta così ne ragiona. 9, Nell' anno 1374. il Martedì 18. Luglio piac,, que a Dio di chiamare a fe il reverendo ed eccellente corpo di M. Francefco Petrarca Laureato Poeta. Et il fuo corpo fu messo

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in Villa in un' arca fu la montagna del ter ,, reno di Padova, dove fu a onorare la fe pultura del detto corpo M. Francesco da Carrara Prencipe di Padova, con Arcive,,fcovi, Vefcovi, Abbati, Priori, Monachi, e con tutta la Chierefia di Padova, & Pa., ,, dovano, Cavalieri, Dottori, e Scolari ,, quali tutti andorno alla Chiefa d'Arquà, "e fovra una sbarra di panno d'oro fodera

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ta d'armellini da 16. Dottori levata com "un real fermone lodato,,, L'ifteffo rac. conta l'autore della Cronologia Padovana quefto di più aggiungendo che l'orazione funebre fu recitata da F. Bonaventura Badoaro da Peraga grande amico del Petrarca, che poi fu Cardinale, e per bontà di vita nel numero de i Beati annoverato. Ebbe fcpoltura nella Chiefa d' Arquà a tenore del fuo teftamento, e il fuo corpo fu collocato in un' Arca di pietra fostenuta da quattro colonne, fatta ereggere da Francefcuolo da" Broffano fuo genero, ed erede con la nota memoria fepolcrale:

Frigida Francifci lapis hic tegit offa Petrarce. Sufcipe,Virgo parens,animam;sase Virgine,parces FeJaque jam serris cæli requiefcat in arce

E fotto.

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Viro infigni Francifco Petrarca Laureato Francifcolus de Broffano Mediolanenfis gener,in dividua converfatione, amore, propinquitase &fucceffione, memoria. Moritur anno Domini 1374. die 18. Julii.

Sembra che alquanto dopo la fua morte lunga difcuffione vi fuffe tra gli amici, fe dovel fe il fuo corpo lafciarfi in Arquà, conforme aveva egli difpofto per teftamento, oppure trasferirsi a Padova in luogo più onerevole

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e più

e più efpofto agli occhì d' ognuno. Ciò ́fi
raccoglie, a mio credere, dal Poemetto in-
titolato Piesofa Fonte, che l'anno steffo 1374.
fu composto in morte del Petrarca da Zelo-
ne, o fia Zenone da Pistoia fuo difcepolo
e che in oggi fi vede alle stampe arricchito
di belle ed erudite offervazioni per opera
del Chiariffimo Sig. Gio: Lami Delic Erud.
sam. 14.) Imperocchè nel Cap. 13. laddove
si volge favellando ad Arquà così dice :

E fe di gloria gli altri su minacci,
Tu hai ben d'onde, ma fappil tenere,
Perchè mi par veder, ch'altri procacci
Con più onore, quel corpo potere
Ornar nella Città; ficchè conviene
Chi a la poffa sì laffi il volero &c..

Quefto fu, it corfo della vita fua, la quale fe
ice veramente può dirfi, se risguardar voglia-
mo gli onori da effo in ogni luogo ricevuti
e la ftima grandiffima in cui fu fempre appref
fo i Monarchi più grandi, ed i perfonaggi più
illuftri. Refta, adeffo a vedere qual foffe il fuo
temperamento, e i fuoi ftudj; e finalmente i
Copiofi vantaggi, che dai medefimi in ogni
tempo ritraffe. Fu il Petrarca di ftatura or.
dinaria, piuttosto grande, che picco la; di co-
lore tra il bianco, e il bruno, e d'una vista
Così vivace, ed acuta, che fino di 60. anni leg.
geva agni più minuta lettera fenza occhiali.
(de Remed. utriufq. Fort.) Non fu dotato di
gran. forze, ma bensì d' una defrezza mira-
bile, e d' una compleffione così fana, che fino
all' età di 64. anni, non fu, come egli fcrive,
travagliato da infermità veruna. La qual cofa
derivò forfe in gran parte dalla parfimonia del
vitto, effendo egli folito di cibarfi parcamen-
te ( Epift. fenil. Lib. x11. cap. 1. ) e per più d
erbe, di frutti, e rade volte guftare il vi-

no..

10. Da giovane dilettoffi molto degli abiti attillati e puliti, e molto eziandio coltivava la chioma, che verfo i25. anni cominciò a divenirgli canuta. Dilettoffi ancora di fonare il Liuto, del che ne appare certa notizia in quell' articolo del fuo Teftamento. Magiftro Thome Bombafie de Ferraria lego Leutum meum bonum, ut eum fonet non pro vanitate feculi fugacis, fed ad laudem Dei eterni. La fua compleffio. ne fanguigna facilmente lo portava allo fdegno, ma non per quefto offefe gammai aleuno, anzi fu fempre amorevole, e benigno a chiccheffia. Quindi è, che fra l'altre lodi ancor questa gli viene attribuita dal fopraccitato Zenone. Pietos. Fonte cap. 4.)

Coftui non diffe mai di nessun male,
Ne biafimò alcun, ch'aveffe fcristo,
Siccome per invidia i' so ben quale.
E non commife mai alcun delitto,
Coftui non difervì giammai perfona,
Che fi poffa vedere in fatto o in ditto.

Nel vigore degli anni fu ftimolato fieramen. te dalla carne; dal che n' accadde, che temendo fegreta corrispondenza con una femmina Milanefe di famiglia ragguardevole, n' ebbe da quella una figliuola, a cui pofe nome Francefca. E quefta poi fi maritò al mentovato France cuolo da Broffano figlio d'un tale Amicolo da Porta Vercellina, il quale fu poi dal Poeta per quefta cagione iftituito fuo erede univerfale, come è ftato di fopra accennato. Da quefto matrimonio nacquero al Petrarca due nipoti, ficcome avverte il foprallodato Sig. Giuseppe Antonio Saffi fu quei verfi dell' Ifcrizione pofta al fepolcre di M. Francefca.

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Tufca parente pio, fed fa&ta Liguftica dulci Conjuge, jam partu mater eram gemino, Oc

Dell' uno non è pervenuta a noi alcuna no. tizia; l'altro, che pure nominoffi France fco, giunto all'età di 28. mefi morì in Pavia l'anno 1368. quel giorno ifteffo, che it Petrarca fi trovava a Milano alle nozze di Violante figliuola di Galeazzo II. ( Bernard. Corio e fu fepolto nell' ifteffa Città, dove it medefimo gli fe porre quefto Epitaffio.

Vix mundi novus hofpes eram, viteque volantis
Attigeram tenevo limina dura pede;
Francifcus genitor, genitrix Francisca, secutus
Hos de fonte facro nomen idem tenui.
Infans formofus, folamen dulce parentum :
Nune dolor, hoc uno fors mea lesa minus.
Catera fum felix, & vera gaudia vite
Natus, eterna tam cito, sam facile.
Sol bis, Luna quater flexum peragraverat orbem;
Obvie mors,
fallor, obvia visa fuit.
Me Venetum terris dedit urbs, rapuitque Papia:
Nec queror; biné cælo restituendus eram .

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Mori Francefca fopra parto anno 1384 del mefe d'Agofto nella Città di Trevigi dove abitava col fuo marito, e fu fepolta nel Cimiterio della Chiefa di S. Francefco, ove tuttavia efifte l'antica lapida coll' infrafcritte parole favoritemi dalla gentilezza del Reverendifs. P. M. Agelli Inquifitore Generale di Firenze.

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