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riffima Patria? Imperocchè avendo ella ftabi lito nell'anno 1396. che a cinque de' fuoi più illuftri foggetti altrettanti magnifici monumenti s'alzaffero in S. Maria del Fiore, uno di quei fu deftinato al Petrarca, e gli altri ad Accurfio, a Dante, al Boccaccio, e a Zanobi da Strada, come afferma il Giovane Am. mirato (Stor. Fiorent. lib XVI.) citato dopo dal Gaddi, e dal Negri, ed ultimamente dal celebre Sig. Conte Giammaria Mazzuchelli nelle vite degli uomini illuftri Fiorentini la fciate da Filippo Villani, che egli ha date in luce coll'aggiunta di belle, ed erudite annotazioni. Che fe non ebbe si lodevole imprefa il fuo effetto, null' altro di ciò fu cagione, che la fomma difficoltà d' aver l'of fa loro, come fcrive il fopraccitato Sig. Conte, full' autorità di Ferd. Leopoldo del Migliore (Firenz, illuftr. a c. 34.) E tanto è ftato fempre il concetto, che fi è avuto in Firenze delle fue poefie, che nell' Accade mia degli Umidi, ond'ebbe origine 1' Acca. demia Fiorentina, fu ordinato, che dal Ret tore della medefima doveffe leggerfi priva. tamente il Petrarca nel Giovedì, e nella Domenica; il quale ordine fu poi folennemen. te rinnovato da Cofimo I. agli Accademici Fiorentini, come fi legge ne' Fafti Confola. ri del dottiffimo Sig. Salvino Salvini CanoBico della Metropolitana di Firenze. Dal che fi deduce, che fe grandi furono e fin. golari gli onori conceffi in vita al Petrarca, niente inferiore è ftata la fama da effo dopo morte acquistata; onde farà fempre celebre, ed immortale il fuo nome non folo nell' Italia tutta, e ne' paefi, che l' Italiana Poefia, e la Toscana favella hanno in pre gio, ma fino appreffo le nazioni da noi più remote, ovunque è penetrato qualche raggio di fcienze, e di lettere.

SO

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SONETTI E CANZONI

DI M.

FRANCESCO

PETRARCA

IN VITA E IN MORTE

DI M. LAURA.

SONETTI ECANZONI

DI M.

F. PETRARCA

IN VITA D I

MADONNA LAURA.

SONETTO I

Voi ch'afcoltate in time fparfe il fuone

Di quei fofpiri ond' io nudriva il core

In ful mio primo giovenile errore, (fonos Quand' era in parte altr' uom da quel ch'io Del vario ftile, in ch' io piango, e ragiono Fra le vane fperanze, e 'l van dolore; Ove fia chi per prova intenda amore, Spero trovar pietà, non che perdono. Ma ben veggi' or, si come al popol tutto Favola fui gran tempo, onde fovente Di me medeímo meco mi vergogno: E di mio vaneggiar vergogna è'l frutto E' pentirfi: el conofcer chiaramente, Che quanto piace al mondo è breve fogno.

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verf. 8. al. piatà. v. 12. E del. v. 13. penterfi

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