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e la sua rendita. Ma la speculazione a Parigi si portò di preferenza sui consolidati: e li sostenne tutti gagliardamente, facendo eccezione soltanto per la Rendita Spagnola, la quale piegò in sensibile ribasso, per l'annunzio giunto da Madrid, secondo cui nel progetto di bilancio per il prossimo esercizio, il Governo dichiarerà alle Cortes un disavanzo di circa 100 milioni di pesetas.

Le variazioni che siamo soliti a registrare portano che il 3%, da 87,25 sali a 87,45: lo Spagnolo discese da 74,90, a 74,20: l'Egiziano sali da 471 a 472, ossia a 462 (ex 10): l'Ungherese montò da 871⁄2 a 87: il Suez variò da 2315 a 2316, e il Foncier da 1300 passò a 1305.

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La Rendita Italiana corse buone sorti in tutti i mercati europei. Taluni giornali avevano annunziato che in vista della sottoscrizione per le obbligazioni ferroviarie, gl' Istituti o i banchieri interessati al buon esito della operazione, avrebbero costituito una specie di Sindacato per eccitare e sospingere i corsi del nostro Consolidato. Ma questa previsione non ebbe e non poteva avere serio fondamento. È agevole comprendere che per favorire il successo della emissione, conveniva impedire il deprezzamento della Rendita, per non iscemare fiducia al nuovo titolo speciale emesso dall'Italia; ma non giovava poi eccedere perchè il prezzo di 293 non comparisse troppo basso, e non risultasse che il Governo Italiano si fosse lasciato andare a concludere un cattivo affare. Il rialzo, secondo noi, avvenne naturalmente e per due motivi. Il primo perchè alcuni speculatori non esitarono a comprare, presagendo un aumento di corsi nella prossimità della nuova emissione: il secondo, perchè ormai, alla metà di novembre, si avvicina l'epoca dello stacco delle cedole semestrali, e si sa che questa condizione lusinga gli acquirenti, mentre trattiene i venditori per tutti i Valori.

Per rispecchiare in cifre questa condotta della Rendita Italiana notiamo che in media le oscillazioni che vi si verificarono furono le seguenti a Parigi da 94. 15, sali a 94. 65; a Londra da 93 114 a 93 518: a Berlino da 93. 62, a 93. 70: in Italia da 95. 25 a 95. 70. I prezzi ultimi accennarono forse ad una lieve reazione, ma ciò si dovette a un momento di stanchezza, che si manifestò in generale su tutti i mercati, speriamo come sosta, per riprender fiato a più lungo cammino.

Quanto ai Valori, abbiamo già espressa la nota dolorosa che emerge dagli ultimi corsi. Nè vuolsi credere che la discesa dipenda da inerzia o da abbandono. No: il moto in tutte le Borse Italiane, e particolarmente in Roma fu abbastanza attivo. Ma si ebbero reazioni strane capricciose, irragionevoli pei Titoli più solidi, per esempio sulla Banca Ge

nerale; mentre non si segnalarono consimili depressioni in Carte di ordine grandemente inferiore. Questo fenomeno morboso non può spiegarsi altrimenti che col predominio preso sulla Borsa dal piccolo giuoco, al quale non si contrappongono nè forti speculatori nê numerosi acquirenti. Or non si può presagire quanto durerà nè quando cesserà questa situazione anormale. Imperocchè, la piccola speculazione abbandonata a sè medesima si porta sempre sul ribasso: e sul ribasso guadagna: e non v' ha motivo, per cui, fin che può, desista.

Le Banche di Emissione non soffrirono grandi oscillazioni. In quasi tutta la stampa italiana si è ripresa con lodevole energia la campagna, per spingere il Governo a non indugiare più a lungo nel prendere una savia decisione intorno alla Riforma per le Banche. E ci piace costatare come le idee che noi abbiamo sempre propugnato a tal riguardo si sieno ormai diffuse in tutte le provincie del regno, e massime in quelle ove la operosità nazionale si afferma meglio vigorosa e più feconda. Le Camere essendo convocate soltanto pel 25 novembre, ognuno riconosce che non sarà dentro l'anno che Ministero e Parlamento avranno agio di risolvere un problema, intorno a cui si affaticarono e stancarono per quasi due lustri. Ma il concetto che si propugna e che apparisce non il migliore ma il solo che si possa adesso seriamente seguire è l'approvare in dicembre una legge di proroga tanto per il privilegio dell'emissione quanto per il corso legale; ma non fissare tale proroga per oltre un semestre, onde la nuova legge organica si discuta e si adotti prima del giugno dell'anno venturo. Intanto registriamo che la Banca Nazionale per il Regno d'Italia ondeggia fra 1785, e 1793: la Banca Romana da 1075 a 1080: la Banca Nazionale Toscana da 930, a 932: e la Banca Toscana di credito da 535 a 536.

Quanto agli altri istituti, vediamo il Credito Mobiliare da 612 calare al di sotto di 600, la Banca Generale da 544 ripiegare al di sotto di 530: la Banca di Torino da 615 a 605: il Banco Sconto da 80 a 75: il Banco Roma da 724 a 720.

I Valori Ferroviarii procederono con fiacchezza. Le Meridionali reagirono da 708 a 705, le Mediterranee da 595 a 590, Neglette le Siculi intorno al 590.

Nei Valori Immobiliari la maggiore eccitazione si verificò per le Immobiliari le quali contesero il proprio terreno gagliardamente, ma dovettero perderne una piccola parte. Si fecero circolare a Roma, a Firenze e in altre piazze le voci più malevoli e più assurde contro questo Titolo; si disse che gli azionisti non avrebbero avuto in quest'anno il reparto degl'interessi ordinarii: si insinuò che vi fossero molti dubbii

anco per gl'interessi delle Obbligazioni. Erano ciarle volgari e ridicole, ma valsero a fissare i prezzi minimi da 665 a 630. Le Tiberine declinarono da 110, a 100: le Fondiarie da 78 a 69: l' Esquilino abbandonato a 35.

Nei Valori industriali si nota miglior contegno. L'Acqua Marcia cresce da 1524, a 1535: il Gas da 1128 a 1145: gli Omnibus da 200 a 205: i Molini da 260 a 270: le Industriali da 478 a 480: le Condotte intorno a 310, le Navigazioni a 415, gli Zuccheri a 268, e le Sovvenzioni a 190.

E per il resto, diamo la parola ai soliti listini officiali.

Roma: Rendita 5 per cento 95.30

- Azioni Banca Romana 1075 Banca Industriale 475 - Banco di Roma 700

- Banca Generale 510. Società Immobiliare 520 Acqua Marcia 1502 Gaz di Roma 1135

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Società Condotte d'acqua 305 - Società Tramways-Omnibus 203

Società Molini e Magazzini Generali 270

l'Illuminazione 60.

Firenze: Rendita 5 per cento 95.37 112

Credito Mobiliare 583

Società Generale per

Società Immobiliare 524

Ferrovie Meridionali 695 Ferrovie Mediterranee 581 Società Veneta 147 - Fondiaria vita 235 — Fondiaria incendio 90.

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Milano: Rendita 5 per cento 95.37 Banca Generale 523 Ferrovie Meridionali 693 Ferrovie Mediterranee 582- Navigazione Generale 415- Cassa Sovvenzioni 187 Lanificio Rossi 1532 Cotonificio Cantoni 355

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1280 · Credito Mobiliare 577 Ferrovie Meridionali 691 Ferrovie Mediterranee 580

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Banca Subalpina e di Milano 112 Banca Tiberina 88 - Banco Sconto e Sete 63 Credito Mobiliare 580 Ferrovie Meridionali 691 Ferrovie Mediterranee 580 - Società Esquilino 31

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GIUSEPPE VERDI

1.

Tra i nostri vecchi bolognesi v'è chi si ricorda ancora che presso la metà di marzo dell'anno 1842, Gaetano Donizzetti arrivava in Bologna per dirigervi le prove dello Stabat Mater di Rossini, che, per la prima volta in Italia, doveva essere eseguito in una delle sale del nostro storico Archiginnasio. Con Rossini, con Leverani, con Golinelli ed altri suoi amici e ammiratori, il maestro della Lucia e del Don Pasquale volentieri parlava d'un opera nuova che egli aveva udita pochi giorni avanti al teatro della Scala e che, a suo giudizio, racchiudeva la sicura promessa di un nuovo e grande maestro per l'Italia. Il conte Belgioioso e la Novello poi, che erano venuti da Milano con Donizzetti per eseguire lo Stabat, aggiungevano che durante il viaggio il maestro era rimasto quasi sempre taciturno, distratto, inquieto; e che di tanto in tanto l'avevano sentito esclamare, parlando con se stesso: E bellissimo!.... È bellissimo!....

L'opera alla quale alludeva Donizzetti era il Nabucco, rappresentato la sera del 9 marzo di quell'anno e accolto dal pubblico milanese con una esplosione tale di entusiasmo che il giovane maestro seduto in orchestra, secondo l'uso di allora, fra il primo violoncello e il primo contrabbasso, ne era rimasto per un momento come atterrito. « Un successo buono, dopo la prova geVol. XXIV, Serie III 1 Dicembre 1889.

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nerale, io me l'aspettava; ma non a questo punto. Io ti confesso che, alla stretta finale del primo atto, quando ho visto il pubblico dell'orchestra e della platea balzare in piedi e urlare e gesticolare verso di me, da prima m'è passato per la mente l'idea d'una immensa canzonatura; poi che, tutta quella grande massa di gente stesse per rovesciarsi sopra di me e annientarmi. » Queste parole diceva il Verdi ad un amico che, a notte inoltrata, lo ricondusse alla sua modesta camera affittata in via degli Andegari dopo la prima rappresentazione del Nabucco.

Ma la testimonianza del sentimento pubblico aveva, per me, la vera riprova del suo valore e come la consacrazione del suo significato nello stupore e nella nervosa inquietudine di Donizzetti. Accade sempre così. Allorchè un artista già invecchiato nella gloria s'incontra nell'ingegno forte e fortunato che sta per pigliare il suo posto e dovrà forse, in tutto o in parte, ecclissarlo, è preso sempre da un turbamento interiore, che, a seconda dell'indole, variamente si manifesta. Il visconte di Chateaubriand scrive a Victor Hugo giovanetto quattro righe che sono una abdicazione rassegnata e malinconica; Lorenzo Bartolini, visto l'Abele del Dupré, si mette a girargli d'intorno mescolando voci d'ammirazione e bestemmie livornesi; Cristoforo Gluk, invece, ai primi segni della potenza del piccolo Mozart, prova dentro una puntura di dispetto e fa le viste di non curarlo. Gaetano Donizzetti, per conto suo, indole bonaria ed espansiva, se la cavava discorrendo con tutti della grande impressione di bellezza che aveva ricevuta, ascoltando la prima volta il Nabucco di Giuseppe Verdi.

II.

E sono cinquant'anni ora che questa nostra gloria, magnificamente adempiendo que' primi pronostici, si è innalzata e mantenuta, senza che una nube la offuschi, aggiungendosi sempre nuovi argomenti, divenendo sempre più indiscussa e universale. Dall'Oberto Conte di San Bonifazio (1839) all'Aida, alla Messa di Requiem, all'Otello che gagliardo svolgimento di operosità, che continuo incremento nella ascensione artistica! E dietro la sua vita di musicista che singolare e bella vita d'uomo ci presenta Giuseppe Verdi !

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