Il Canzoniere

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Stamp. nel Palazzo delle las Finestre, 1858 - Broj stranica: 526
 

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Stranica 243 - estatico a que' luoghi ove la vide, e dove fu, ed è beato in amarla. Chiare, fresche e dolci acque, Ove le belle membra Pose colei che sola a me par donna; Gentil ramo, ove piacque (Con sospir mi rimembra) 'i A lei di fare al bel
Stranica 109 - in sè virtuti accolse? Benché la somma è di mia morte rea. Per divina bellezza indarno mira Chi gli occhi di costei giammai non vide, Come soavemente ella gli gira. Non sa com'Amor sana e come ancide, Chi non sa come dolce ella sospira, E come dolce parla e dolce ride. Verso 1. Accenna la dottrina
Stranica 157 - lungo ed al mio viver corto, Fermo le piante sbigottito e smorto, E gli occhi in terra lagrimando abbasso. Talor m'assale in mezzo a' tristi pianti Un dubbio, come posson queste membra Dallo spirito lor viver lontane. Ma rispondemi Amor : Non ti rimembra Che questo è privilegio degli amanti, Sciolti da tutte qualitati umane?
Stranica 289 - credeva mai di perdere. Quel rosignuol che si soave piagne Forse suoi figli o sua cara consorte, Di dolcezza empie il cielo e le campagne Con tante note si pietose e scorte ; E tutta notte par che m' accompagno E mi rammento la mia dura sorte
Stranica 62 - vivo nè mi trae d'impaccio. Veggio senz' occhi ; e non ho lingua, e grido : E bramo di perir, e cheggio aita ; Ed ho in odio me stesso ed amo altrui : Pascomi di dolor ; piangendo rido ; Egualmente mi spiace morte e vita. In questo stato son, Donna, per vui. Verso
Stranica 62 - sola lo ha posto. Pace non trovo, e non ho da far guerra ; E temo e spero, ed ardo, e son un ghiaccio ; E volo sopra '1 cielo, e giaccio in terra ; E nulla stringo, e tutto '1 mondo abbraccio. Tal m' ha in prigion che non m' apre nè serra, Nè per suo mi riten nè scioglie il laccio ; E non
Stranica 250 - 1 ciel rapido inchina Verso occidente, e che '1 di nostro vola A gente che di là forse l'aspetta; Veggendosi in lontan paese sola. La stanca vecchierella pellegrina 5 Raddoppia i passi, e più e più s'affretta ; E poi cosi soletta, Al fin di sua giornata Talora è consolata D'alcun breve riposo, ov'ella
Stranica 280 - 1 van dolore, Ove sia chi per prova intenda amore, Spero trovar pietà, non che perdono. Ma ben veggi' or sì come al popol tutto Favola fui gran tempo : onde sovente Di me medesmo meco mi vergogno; E del mio vaneggiar vergogna è'1 frutto, E '1 pentirsi,
Stranica 289 - Dicean tra lor; perch'abito si adorno Dal mondo errante a quest'alto soggiorno Non sali mai in tutta questa etate. Ella contenta aver cangiato albergo, Si paragona pur coi più perfetti; E parte ad or ad or si volge a tergo Mirando s'io la seguo, e par ch'aspetti: Ond'io voglie e pensier tutti al ciel ergo; Perch
Stranica 167 - Ch'altro non vede, e ciò che non è lei Già per antica usanza odia e disprezza. In una valle chiusa d'ogni 'ntorno, Ch' è refrigerio de' sospir miei lassi, Giunsi sol con Amor, pensoso e tardo. Ivi non donne, ma fontane e sassi, E l'immagine trovo di quel giorno Che '1 pensier mio figura

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