Bologna che scompareResto del Carlino, 1905 - Broj stranica: 276 |
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Stranica 89 - Che gli assegnò sette e cinque per diece. indi partissi povero e vetusto; E se il mondo sapesse il cuor ch'egli ebbe, Mendicando sua vita a frusto a frusto, Assai lo loda, e più lo loderebbe.
Stranica 262 - L' amo per gli amori ei dolori, dei quali essa, la nobile città, mi serba i ricordi nelle sue contrade, mi serba la religione nella sua Certosa. Ma più l'amo perché è bella. A lei, anche infuocata nell'estate, torna il mio pensiero dalle cime delle Alpi e dalle rive del mare. E ripenso a momenti con un senso di nostalgia le solenni strade porticate che paiono scenari classici, e le piazze austere, fantastiche, solitarie, ove è bello sperdersi pensando...
Stranica 262 - E ripenso a momenti con un senso di nostalgia le solenni strade porticate che paiono scenari classici, e le piazze austere, fantastiche, solitarie, ove è bello sperdersi pensando nel vespero di settembre o sotto la luna di maggio, e le chiese stupende ove saria dolce, credendo, pregare di estate, ei colli ov...
Stranica 262 - ... dolce, credendo, pregare di estate, ei colli ov'è divino, essendo giovani, amare di primavera, e la Certosa, in alcun lembo della quale, che traguardi dal colle al dolce verde immenso piano, si starà bene a riposare per sempre.
Stranica 35 - ... di terra cotta, con la leggiadria delle loggie, dei veroni, delle bifori, delle cornici. Che incanto doveva essere tutta rossa e dipinta nel cinquecento ! I preti ei secentisti spagnoli e gli arcadi settecentisti la guastarono, mortificandola di lividori, mascherandola e mettendole la biacca. Oggi, a mano a mano i lividori spariscono alla luce della libertà, la maschera casca e la biacca si spasta. E le bellezze di Bologna sorridono al sole.
Stranica 133 - Che fé' grandi i nostri avi, e fesse comunanza Di genio, di sventure, di fede e di speranza, Con tanti generosi spirti, chiedenti invano Chi a redimere il patrio genio...
Stranica 92 - A scrivere ora di quella società così fiorente, sento lo stesso senso di tristezza che provai quando, quattro anni fa, vidi uscire dal palazzo Loup un umile barroccio con sopra ammonticchiate alcune poltrone, qualche sedia, pochi tappeti arrotolati e due o tre specchiere. Erano quelli gli ultimi mobili della vecchia Società Felsinea, ultimi avanzi di una stirpe non infelice, e attorno ai quali si è svolta, si può dire, la vita bolognese dell' ultima metà del secolo decimonono.
Stranica 87 - Precisamente come l'altra sua fìsima, che s'era ficcata in testa dieci anni prima, di catechizzare il popolo in piazza, precisamente come Ugo Bassi nel 1848. E volle infatti, ad ogni costo, tenere una di queste originali prediche, ad onta che nella prova del giorno avanti, il fido Torquato Uccelli, dalla scalinata di San Petronio, urlasse al Pilopanti, il quale, vociava come più poteva dalla ringhiera del Podestà: — An seint gnente!
Stranica 87 - Apprese che al teatro Brunetti quelle marionette facevano cose meravigliose , e subito pubblicò un articolo per avvertire il pubblico che quei burattini erano invece persone in carne ed ossa, viste.... con un canocchiale alla rovescia.
Stranica 180 - Barzilai, Moschetti, avvocato a Bologna, il compianto dott. Durelli, Tondelli che era il Priore della confraternita, adesso ispettore delle Ferrovie a Firenze, Barili, che è giudice a Forlì, Loero, che fa parte dei 500 onorevoli, e Rava, che nel Fracassa si firmava L'Amico Ciliegia, e adesso firma: « II Ministro dell'Agricoltura, dell...